Thursday 28 November 2013

Il Cuore delle Mamme

Il Cuore delle mamme e' grande. E' enorme. E' infinito.
Ogni bambino ha la capacita' di rendere il cuore della sua mamma più bello, più sensibile, più ricettivo.
Amare il proprio figlio ci insegna, ogni giorno, ad amare un po' di più tutti i bambini del mondo. Ci rende ancora più' sensibili alle loro sofferenze, ai maltrattamenti. Ogni bambino che soffre, diventa un po' nostro figlio, perché in lui e nel suo dolore, vediamo riflessi gli occhi dei nostri figli.
Non possiamo fare a meno di chiederci:"e se fosse mio figlio al posto suo?"

Che agonia proveremmo se non potessimo sfamare i nostri figli?
Se non li potessimo riscaldare?
Se li vedessimo coperti di stracci e con le piaghe ai piedi perché privi di scarpe in pieno inverno?
Se li dovessimo far dormire in tende bagnate e dovessimo dargli da bere acqua sporca?

Allora vi voglio raccontare una storia:
Non molto tempo fa, in una terra meravigliosa dove favole e storia si intrecciano ad ogni angolo e dove le citta' portano i nomi di sete preziose, e' scoppiata una guerra terribile.
Una guerra sanguinosa e brutale che ha spezzato un paese intero e che continua incessante da due anni, senza dare alcun segno di volgere ad un finale, ma anzi diventanti ogni giorno più crudele e violenta.
Le guerre sono terribili per chiunque, ma chi deve pagare il pegno più insostenibile, come al solito, sono i bambini, la cui colpa e' solo di essere nati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Sono bambini a cui viene tolto ogni diritto: diritto all'istruzione, alle cure, alla VITA.
Bambini a cui non e' concesso il diritto all'infanzia.

Una mamma di tre bellissime bambine, un giorno, ha deciso che non poteva rimanere impassibile a tutto questo orrore. Ha pensato che forse non sarebbe riuscita a salvare tutti quei bambini, ma se fosse riuscita ad aiutarne almeno uno, la sua vita avrebbe assunto un diverso significato. Ha pensato che chi salva una, una sola vita, in realtà salva il mondo intero.
Elisa, questo il suo nome, ha iniziato a viaggiare ogni mese fra l'Italia e la Siria, portando cibo, vestiti, medicinali ed amore a tutte le famiglie intrappolate nell'inferno della guerra siriana.
A poco a poco, amici e volontari si sono aggregati ad Elisa, fino a fondare un'associazione che raccoglie donazioni in Italia ed in Europa e le consegna PERSONALMENTE ogni mese alle famiglie che vivono nei campi profughi in Siria.
L'amore chiama amore. Elisa ogni mese ci fa conoscere questi bambini, uno per uno. Li ama e se ne prende cura come se fossero figli suoi ed il suo coraggio, la sua energia e la sua determinazione hanno spinto molte altre persone a seguire il suo esempio ed a donare un pochino della loro vita per alleggerire il peso di un'esistenza infame a cui e' costretto il popolo siriano.

Oggi Elisa e' partita nuovamente per la Siria ed ha portato con se la sua figlia più grande, come nuova ed ulteriore prova che il suo cuore di mamma non fa distinzioni, che il sangue non c'entra nulla: tutti quei bambini infreddoliti ed affamati sono davvero figli suoi!

Adesso provate anche voi, provate a guardare negli occhi quei bambini. E se fossero davvero i vostri figli?
Potete aiutarli! Con poco, con pochissimo, potete fare un'enorme differenza!
Bastano 10euro per dare cibo ad una famiglia per un mese, 5euro per comprare una coperta termica, 3 euro per una paio di stivaletti di gomma che evitino piaghe e geloni ai bambini.

Provate a seguire Elisa Fangareggi in questo suo ennesimo viaggio sulla pagina Facebook dell'associazione.
Sprecate 5 minuti per leggere cio' che i volontari di Time4life international stanno facendo per migliorare la vita di un popolo disperato.

Vi lascio con un pensiero di Elisa, dopo il suo ultimo viaggio in Siria. E' un messaggio forte, in cui ci viene puntato un dito addosso, che ci costringe a scuoterci di dosso il tepore dell'agiatezza ed a smettere di fare finta di nulla!


"Capita, la notte soprattutto, di pensare che un giorno morirai. Un brivido freddo corre lungo la schiena. Ti rendi conto che niente potrà salvarti dalla fine della vita, nessuna opera, nessuna somma di denaro, nessun comportamento. E' qualcosa che esula dal nostro potere. Possiamo solamente rassegnarci a questa idea. Vorrei tante vite, una in cui fare sacrifici, una in cui poterne godere i frutti, una vita per essere sigle, una vita per una famiglia numerosa…. e invece solo una ne abbiamo, non c'è quella di riserva, e in questa dobbiamo concentrare tutto quanto e scegliere che cosa fare di questo dono immenso. Tempo fa mi sono chiesta…. e se fosse il mio ultimo giorno? Cosa farei? E mi sono risposta…. cercherei di salvare una vita. Dopotutto, prima di ogni viaggio in Siria metto in conto che c'è la possibilità di non tornare, e stupidamente la sera prima controllo che in casa ci sia una scorta dei biscotti preferiti delle mie figlie, che il cambio dell'asilo sia preparato, spiego a Bianca quanto è importante studiare….
Io sono nata fortunata, non mi è mai mancato niente, forse a volte ho avuto persino troppo, ma quei bambini in Siria, perché devono soffrire la fame o il freddo? Che colpe hanno loro per essere nati li? Come è possibile che tanti esseri umani restino indifferenti di fronte a un genocidio? Permettere che un piccolo bambino tremi tutta la notte, o permettere che un bambino per giorni non abbia niente da mettere sotto i denti, per me equivale a torturarlo. Lasciare delle mamme nella disperazione più totale nel vedere i figli soffrire senza poter fare nulla, è una violenza inaudita, è peggio che fare loro del male fisico. 
E allora visto che non posso non morire, e allora visto che ho solo una vita, il modo migliore per non sprecarla e renderla ai miei occhi straordinaria è fare qualcosa per gli altri, perché niente ti d tanto come aiutare un'altra persona. 
E con l'arroganza che mi contraddistingue, che tanti mi rimproverano e per la quale tante persone si sono allontanate da me, non vi chiedo, ma sono qui a urlare di fare qualcosa per il vostro prossimo, per il vicino di casa, per vostra madre, per un bambino siriano o per chi volete! Smettete di occuparvi degli inutili problemi di ogni giorno, smettete di mettere voi stessi al centro di ogni vostro pensiero! Chiunque può fare qualcosa per un altro ha il dovere morale, da essere umano, di farlo! Vi sto raccontando che in Siria hanno bisogno di voi, hanno bisogno del vostro aiuto, hanno bisogno che a voi importi qualcosa. Vi chiedo di pensare a quei bambini quando rimboccate le coperte ai vostri figli perché non si scoprano la notte. Vi prego di pensare a quei bambini quando i vostri figli stasera siederanno a tavola per il quinto pasto della giornata. Vi imploro di pensare a quei bambini quando i vostri figli vi racconteranno del prossimo giocattolo che desiderano. Pensate a quei bambini, il più possibile….. e trovate il modo di fare qualcosa per loro!
Non possiamo vivere per sempre, ma possiamo dare la possibilità a qualcuno di vivere oltre il previsto. Possiamo regalare a qualche bambino preziosi anni di vita, time4life, tempo per la vita, e chi salva una vita, salva il mondo intero."

Wednesday 27 November 2013

Rimbalzi

Il virus maledetto e' rimbalzato dai nasini
moccicosi dei Bibi ed e' arrivato alle narici della mammainSE. L'ha ridotta ad un gomitolo stanco di batteri e fazzolettini usati. Le ha rimpicciolito gli occhi a fessurine lacrimose, la costringe a dormire su 7 cuscini nel vano tentativo di evitare la completa apnea notturna, la fa girare per casa con la vestagliona rosa legata ben stretta intorno alla vita ed i calzini di lana tirati bene bene su fino alle ginocchia.

Assieme al virus della mammainSE stanno arrivando pure i canini del Bibo, che lo tengono sveglio ad ogni ora della notte.
Assieme ai canini drl Bibo, e' arrivato un appetito sovraumano della Bibi, che l'ha vista avventarsi sopra una tripla porzione di macaroni cheese e mince pies, per poi ripresentarli praticamente identici alle3 del mattino sul piumone del letto.

La mammainSE, il suo virus ed il suo seguito di quattromila fazzolettini usati, si sono riinfilate nel vestaglione rosa, hanno cambiato letti, hanno attaccato lavatrici ed hanno consolato il Bibo ed i suoi denti ad intervalli regolari di 2 ore per tutta la notte.

Fra uno starnuto e l'altro, la mammainSe si appresta ad andare a dormire e, cercando di scaturire una minima pena al fato ingrato, si autoaugura un sentito "BUOna FORTUNA"



Monday 25 November 2013

Le Paure dei Bibini


La Bibi e' un po' fifona. No parecchio fifona, anzi a dirla tutta ha ancora una paura blu di moltissime quanto inspiegabili cose.
Solo nell'ultimo anno, in cui i timori sono diventati un po' più ovvi ed un po' più "spiegabili", la mammainse ha fatto pienamente i conti con le paure e le fobie di una bambina.
La mammainse si e' accorta che la maggior parte delle PAURE sono totalmente irrazionali, non sono legate a nessun evento in particolare che le ha fatte scaturire. Sono innate, li',  scritte nel codice genetico di quel personcina piccola. Ataviche.
La Bibi odia gli animali. Qulasiasi essere vivente con un numero di gambe superiore a due. Non importa la taglia, il colore, il grado di tenerezza e morbidosita' dell'esserino in genere. Lei ne e' terrorizzata.
Ha lasciato più volte basita la mammainSE quando, bambina minuscolissima in passeggino, iniziava a piangere e strillare quando vedeva una gatto/cane/topo/moscerino oltrepassare la distanza di sicurezza (stimata dalla mammainSE sui 15-20 metri).
Le passeggiate nei parchi diventavano una corsa ad ostacoli, cercando di evitare amici pennuti o pelosi, se poi avevamo la sfida di incrociare la dog-sitter di zona, erano i cani che scappavano per primi per evitare le strilla folli della Bibi.

Al suo primo Natale le e' stato regalato un cavallino a dondolo. Le avessimo tagliato due dita, secondo me, avrebbe pianto di meno. Senza parlare di bambole parlanti o, peggio ancora, semoventi e dell'orco più spaventoso di tutti: BABBO NATALE. E no, non sto parlando del classico padre di famiglia che si traveste e fa scoppiare in lacrime tutta la famiglia (Grandi e piccini, ma per ragioni diverse...), ma di un pupazzo a forma di Babbo Natale che canta(va) Jingle Bells.
Senza poi stare ad elencare i rumori forti (srotolare lo scotch da pacchi era catalogato come rumore forte tanto per dare un'idea), le maschere, cappelli troppo pelosi e via discorrendo.

La Bibi ha quasi quattro anni e la mammainSE vede come, giorno dopo giorno, cerchi di arginare i suoi timori, sforzandosi di mostrare reazioni sempre più controllate a cio' che le fa' paura.
E le paure cambiano, gli spauracchi crescono, i timori si modificano insieme a lei, che cerca di mettere in moto una complicata serie di difese.
Adesso i cani ed i gatti la fanno solo saltare, ma non provocano più le urla ed i pianti di un anno fa.
Le maschere sono accettabili, ma non quelle di Halloween (il che mi sembra piuttosto ragionevole)
I Classici Disney la fanno scappare a gambe levate: Cenerentola, Biancaneve, Pinocchio…persino Cars. Credo che non sopporti la figura del "cattivo"(che in Cenerentola non e' rappresentato da quella babbiona della matrigna ma bensi' dal gatto Lucifero)
La mammainSE ogni volta spegne la televisione e chiede alla Bibi di raccontare quello che non le piaceva e perché ha avuto paura e spesso la osserva rovistare nel suo vocabolario di bambina per trovare un aggettivo, una parola che la aiutino a spiegare, finche' un po' sconfitta ed un po' infastidita risponde con un "perché' non mi piace".

Pero' poi i bambini ti sorprendono, specialmente quando credi di conoscerli e di averli ormai capiti ed inquadrati. La mammainSE, per sbaglio, ha acceso la televisione ieri sera mentre in onda c'era "L'era glaciale 3". Un dinosauro con una tripla fila di denti stava cercando di mangiarsi il bradipo con gli occchi a palla.
La mammainSe si e' subito girata preoccupata, aspettandosi di vedere una Bibi terrorizzata che tentava di coprirsi gli occhi con le mani. No tutto tranquillo, la Bibi guarda lo schermo con aria interessata.
"Bibi amore, hai paura del dinosauro? Vuoi che spenga?"
"No mamma, voglio vedere se lo mangia." e con aria vagamente malvagia ha aggiunto:
"Mi piace se lo mangia"

Pensavo che potrei lasciar perdere tutta sta storia delle principesse Disney e magari provare con Dario Argento, oppure portarla da uno bravo che me la psicanalizzi con cura. O magari lasciarla crescere con calma, cercando di aiutarla a dare una nome alle sensazioni negative che prova, senza sminuirle ma cercando il dialogo. Anche se lo sappiamo tutti che certe paure un nome non ce l'hanno - dice quella che e' cresciuta a pane e vampiri ma di notte ha bisogno dei neon accesi per scendere in cucina.

Per ora il Bibo e' terrorizato solo dai castelli gonfiabili. Anche quelli piccoli piccoli dove al massimo ci stanno due bambini. La Bibi ha appena chiesto se ne possiamo affittare uno per il suo compleanno.
Benissimo. Boh, magari chiedo al clown di IT se ci viene a fare da animatore alla festa.

Monday 18 November 2013

ll Bibo Bacia Tutti

Ovvero: Storia di un paraculo (si puo' dire??)
Il Bibo bacia tutti, l'ho visto, c'ho le prove!
Con quella faccetta piccina, testina pelata, occhio a mezzaluna in eterno sorriso, IL Bibo ti abbraccia stretto e ti ricopre di baci, di quelli veri, con lo schiocco.
E' una specie di superpotere che riduce chiunque gli sia intorno in pappette mollicce accondiscendenti.
Tu lo sgridi? Lui ti bacia
Tu gli dici di no? Lui ti abbraccia
Vuole a tutti i costi infilare tutte e due le mani nell'impasto dei brownies al cioccolato? Tu gli dici di no, lui ti distrae, ti bacia e dentro all'impasto ci infila pure la testa.

Al parchetto sotto casa abbiamo incontrato la Vladi, la nostra inossidabile babysitter transilvana, e la sua amica ungherese. Entrambe con un paio di marmocchi a cui badare.
Poi siamo arrivati noi, il Bibo mi ha mollata, come si fa con una fidanzata rompiballe, ha preso una mano di Vladi, una mano dell'amica ungherese. Ed e' partito il superpotere.
Le due si sono completamente dimenticate degli altri 4 bambini, e si sentivano solo coretti di "ohhhhh' e di "uhhhhh" ad ogni moina che il Don Giovanni in pannolino gli mollava.

E l'ho visto, lo fa in continuazione, con tutti.
L'ho beccato ad un playgroup avvicinarsi furtivo ad un bambino tentando si spingerlo via per accaparrarsi il suo gioco. Non c'e' riuscito. Ha cambiato tattica. Ha sfoderato la fossetta, gli ha fatto caro caro, l'ha stordito con abbracci ed un bel bacione, per poi spostarlo e prendersi il gioco che voleva. E sto poveraccio non si e' nemmeno lamentato.

IL Bibo e' cosi, ti frega, anche nel bel mezzo della notte, quando vorresti strangolarlo, dargli 4 pastiglie di tavor e rimetterlo a dormire. E invece con una vocina piccola piccola ti chiede "mano" e tu gli dai la mano, e poi quando dopo mezzora la mano rischia la cancrena ma lui e' ancora li' con gli occhioni sbarrati, lo prendi in braccio sperando che cullandolo finalmente ceda e si rimetta a dormire.
Ma no, niente, lui ti si appiccica addosso come un adesivo cicciottello, ti pianta le manine fra i capelli iniziando a farti uno shampoo che creerà nodi perenni nei capelli, naso e bocca contro il tuo collo e tu li' come una scema, alle 3 del mattino, con sta polpetta raggomitolata addosso che pensi "ohhhhh" e "uhhhhh" e "tenerello amore di mamma".

Poi pero' al mattino, con l'occhio a panda e la lente a contatto incastonata nell'occhio stanco ed a lacrimazione zero, le 4 pastiglie di tavor te le prenderesti tu, altro che "oohhh" e "uhhh"

Ma lui e' cosi', ti ammalia, ti frega. Ha pure imparato a fare i passetti da pinguino per riuscire a farti ridere quando invece lo metteresti in punizione fino ai 18 anni.

Il Bibo c'ha i superpoteri. Adesso c'ho le prove.

Wednesday 6 November 2013

La Liberta'

La mammainse stava rimuginando sul concetto di liberta'.
Le e' subito venuta in mente quella frase di Martin Luther King che si e' scritta e riscritta su ogni Smemoranda che ha posseduto dall'eta' di 12 anni in poi:

                                    "La mia liberta' finisce dove comincia La Vostra"

Nel caso personalmente personale della mammainse, La Vostra, e' chiaramente da intendersi come la liberta' del Bibo e della Bibi, a cui tristemente si deve aggiungere quella dei muratori tutti che le stanno rifacendo la casa nuova e che scassano i mar  hanno giornaliere richieste alle ore piu' disparate richiedendo continua attenzione, peggio di un neonato alle prese con le coliche.
Facendo una riassunto veloce della situazione, la liberta' della mammainse va dalle 13.15. alle 14.15 del lunedi e del martedì (che la Bibi mangia a scuola e il Bibo dorme) e dalle 22 alle 23 c.ca dal lunedi al venerdì. Ma  non e' detto! Dipende dai muratori e dai vicini a caso che potrebbero suonare alla porta mentre il Bibo dorme.
In qualsiasi altro meomento della giornata (e quando le va particolarmente di culo anche della notte), la mammainse e' a totale disponibilita' di qualcun altro: di quelle vocine che si impongono con quel "MAMMAMAMMAMAMMAMAAAAAMMAAAAA"

Tipo adesso sto cercando di scrivere, sto giocando con il dido', sto rispondendo alle domande esistenziali e difficilissime di una treenne, ho la minestra sul fuoco e fra 10 minuti devo svegliare quello piccolo che dobbiamo uscire.
Tipo che un'ora e mezza fa mi scappava tantissimo la pipi, ma stavo cercando di addormentare il Bibo. Ce l'avevo quasi fatta, occhi chiusi, respiro pesante. E poi "DING DONG": il campanello, sono quelli che mi portano la spesa a domicilio. Il Bibo si sveglia e strilla, corro giù a prendere i mille mila pacchi della spesa, ritorno su in camera del Bibo, mi riassetto in posizione addormentamento. Oddio come mi scappa la pipi. Finalmente si riaddormenta.
La vocina dal piano di sotto :"Maaammaa voglio fare i disegni per Babbo Natale"
Enno' bambina mia, Babbo Natale e' ancora pigiamato al Polo Nord che se la dorme di brutto che a Natale son due mesi. Adesso la mamma fa la pipi!
E cosi via.
Che poi uno quando fa i figli lo sa che e' cosi' (o forse non lo sa ed e' per questo che li mette al mondo felice e nella beata ignoranza). Solo che a volte mi manca quella mezzora in piu', per leggere, per pensare, per scrivere, per riorganizzarmi, respirare a fondo e ricordarmi che in fondo esisto anche io come entita' separata dai miei figli (e separatissima dai muratori), senza sentirmi impigliata in questo mulinello che gira e gira senza fermarsi mai. (in questo momento siamo passati ai puzzle:" guarda me guarda me mamma. fai tu fai tu fai tu""mamma perche' non giochi con me?????").

Vorrei la liberta' di qualche minuto di silenzio, in cui mi sia concesso ascoltare i miei pensieri. Rielaborarli e trasformarli in parole. C'e' troppa confusione, li' dentro la mia testa. Una cacofonia di esigenze non mie che non riesco a riordinare!

Riguardando indietro, valutando la mia vita fino a qui, forse mi accorgo di non aver mai avuto grossa liberta'. Sono saltata da un dovere all'altro: scuola, universita', dottorato, lavoro, famiglia, figli. Una corsa senza pause che mi ha lasciato senza fiato. Mi sono concessa poca liberta', poco tempo per pensare!  Gli obblighi ed i doveri di figlia si sono immediatamente tramutati in obblighi e doveri di moglie e di madre. E non capitemi male, non cambierei nulla di cio' che ho oggi (ok, no, i muratori li cambierei tutti che sono un disastro e mi stanno facendo venire un paio di esaurimenti nervosi), e rifarei tutto di nuovo, con la stessa corsa senza fiato e saltando anche qualche ostacolo se sapessi che questo e' l'unico modo per avere i miei figli, mio marito e tutti i connessi!
Pero', dico pero', se potessi fare un rewind, forse cambierei marcia, almeno per un po'. Una terza comoda, senza andare su di giri, guidare lungo le tappe della vita godendomi il paesaggio, magari perdendo di vista anche la meta, solo per un attimo. Con la liberta' di fermarmi per un sosta un po' piu' lunga e prendere appunti sul percorso.
Il famoso sabbatico, che qui va tanto di moda e da noi viene visto come la perdita di tempo per eccellenza. Zaino in spalla, un quaderno vuoto ed una matita con una punta affilata. Un anno a disposizione, per viaggiare nel mondo, o dentro se stessi.
Si, se tornassi indietro, mi prenderei proprio la liberta' di una sabbatico!

Sunday 27 October 2013

Mini-guida per un Halloween Divertente e Sicuro




Ai miei tempi si chiamava il "ponte dei morti", o "dei santi", se proprio la volevi fare meno macabra: una scampagnata, un giorno di scuola saltato, e la cosa finiva li. Alla peggio ti toccava il giro di rito al cimitero!
Poi all'improvviso è arrivato Halloween: è uscito bello impacchettato da uno dei telefilm americani che guardavamo da bambini e si è materializzato nelle nostre vite!
Ci siamo ritrovate ad impiegare le nostre manine fresche di manicure a svuotare ed intagliare zucche puzzolenti ed appiccicose: noi, che la zucca non la usavamo nemmeno per fare il risotto!
Abbiamo dovuto travestire i nostri bambini da creature orribili e terrificanti, armarci di coraggio e pazienza per poi portarli a fare il giro del "Dolcetto o Scherzetto".
Negli U.S.A., dove Halloween se la batte con il Natale nella lista delle feste più sentite, esistono dei veri e propri vade-mecum del Dolcetto o Scherzetto: guide per ridurre al minimo incidenti e situazioni spiacevoli e per far si che il "Treat-or-Tricking" sia una vera e propria festa per i bambini senza pericoli ed insidie!
Ecco allora la mia lista di "DOS e DON'TS" per noi povere novizie della tradizione:

[Continua a leggere sui Piccolini Barilla

Friday 18 October 2013

I Ciuffi Ribelli: ode alla Bibi


Ho sentito i soliti passetti. Piedini leggeri che scendono silenziosi le scale di casa.
Tump, tump, tump, ovattati dal tappeto.
Con fare cauto, una faccetta addormentata e' spuntata  dalla porta. In quel modo tutto tuo, vagamente diffidente: prima si scorge una capigliatura scompigliata, poi gli occhi scrutano la stanza e fino a che qualcuno non si accorge della tua presenza, tu rimani li, a scrutare silenziosa i movimenti lenti del mattino.
Ammetto ogni tanto di fare finta di nulla, di sentire quegli occhietti che mi spiano divertiti, quel respiro un po' ingolfato. Chissa' perché' aspetti sempre quel cenno, l'occhiata, un sorriso, un "ciao" impastato di latte del Bibo, prima di fare il tuo ingresso nella nuova giornata.

Oggi con aria orgogliosa mi hai detto:" Mamma io ho già' rimesso a posto tutto il mio letto"
Si proprio tu, piccoletta, oggi hai detto così. E quando sono andata al piano di sopra nella tua camera, ho trovato il cuscino bello gonfio, il piumino ordinato a coprire il letto e la tua bambolina preferita, addormentata su un fianco, già' pronta ad aspettarti per la notte successiva.

Poi bisogna mettersi la divisa prima di andare a scuola. E farsi pettinare. Certo. Facciamo le treccine, così' i capelli non mi vanno negli occhi. 
E controlli nello specchio che tutto sia in ordine: ancora inconsapevole dell'aureola di capelli biondi che per tutta la vita continueranno a scapparti dalle trecce. Quella lanetta soffice che segue tutto il perimetro della testa, che vola di qui e di li e si aggroviglia dopo ogni nottata.
E lo so, io lo so che passerai la tua adolescenza provando creme, gel, lacche speciali, tutto il possibile per addomesticare quei ciuffi ribelli che continueranno a rifiutare di farsi intrappolare in pettinature alla moda. Lo so perché' sono uguali ai miei. 

Continuo a guardarti, a spiarti, ancora incredula del vedermi riflessa nel tuo viso, nei tuoi movimenti. Mi siedo orgogliosa, spettatrice del tuo diventare grande e sicura di te. Mi metto in un angolo, dove tu non puoi vedermi, ti osservo fare i tuoi passi da sola, ma pronta ad allungare la mano per sorreggerti quando perdi l'equilibrio.

Ho trovato una finestrina, piccola piccola, che si affaccia sulla tua classe a scuola.
Ogni mattina, quando tu credi che io sia già' scappata via a fare le mie commissioni, se solo tu ti girassi e guardassi bene bene, potresti vedermi ancora qualche minuto affacciata a quella piccola finestra.
Sto li' fino a quando non rischio di rimanere chiusa dentro insieme a tutti voi, a notare con che fare da donnina appendi il cappotto al gancetto con il tuo nome, metti a posto la cartella, la frutta nel suo cestino, e ti siedi a chiacchierare felice con l'amica ricciola, prima che le maestre inizino l'appello.
E' bastato un mese, che le lacrime di confusione al momento dell'ingresso in classe, si sono trasformate in piccoli gesti rituali che ti danno sicurezza ed autonomia.

L'uovo si e' dischiuso, l'uccellino sta imparando a volare. La mamma annuisce orgogliosa, seduta al suo posto, ma, stai certa, pronta ad intervenire ogni volta che il volo si fara' turbolento

Wednesday 9 October 2013

The English Way - Operazione Nanna

La mammaInSe l'ha fatto. Si e' adattata!
Ci sono voluti quasi 4 anni, lunghi pomeriggi, nottate insonni e risvegli all'alba . Ma alla fine si e' convinta. Ed ha iniziato a fare tutto cio' che non ha mai capito, condiviso e per cui ha sempre sbeffeggiato (posso dire perculato??) le amiche British.
La mammaInSe prepara cena ai Bibi fra le 6 e le 6.30, con botte di vita mica da ridere durante il weekend in cui si possono toccare anche le 7-7.30.
Acuti ed arguti ragionamenti l'hanno portata a pensare che se tutte le popolazioni del nord-centro europa, nonche' degli Stati Uniti, ovvero i paesi che annoverano il piu' elevato  numero di infanti per famiglia, danno cena ai pupi quando noi forse gli stiamo preparando il toast per la merenda, per poi infilarli a letto entro le 7.30, ovvero quando noi stiamo forse dando un'occhiata al frigorifero per capire cosa cucinare per cena, forse, ma dico forse, un motivo ci sara'.

Da quando la Bibi ha iniziato al nuova scuola poi, alla sera, la mammaInSe si trova a casa un esserino stanco e stropicciato che si trascina mollemente per casa e con la crisi di pianto disperato pronta ad ogni evenienza. Una mammaInSe incredula ha visto una Bibi piagnucolante e lamentosa, accasciarsi sul divano alle 6 del pomeriggio per poi risvegliarsi alle 7  del mattino successivo. Il fatto ha dato non pochi grattacapi alla povera mammaInSe, che ogni ora tentava di svegliare la poveretta offrendole cibo, succo, cioccolata, implorandola di fare la pipi, infilandole a ripetizione termometri nelle orecchie, fino a giungere alla sorprendente conclusione che no, la nanetta stava benissimo, aveva solo esaurito le batterie, completamente.
E cosi' con una certa rassegnazione all'idea di dover preparare due cene e mettere a posto la cucina due volte, la mammaInSe ha dato il via all'esperimento.
E che dire, funziona!
Quel maledettissimo tardo pomeriggio, quell'ora micidiale fra le 6 e le 7 in cui la pazienza finiva, i capricci incalzavano e in casaInSe regnava un totale finimondo, sono stati sostituiti da una cena semi-pacifica e dal rituale bagno del dopo cena.

I bambini addormentati entro le 8 permettono finalmente alle spalle di rilassarsi, ai muscoli di stiracchiarsi ed alle orecchie di riposarsi.
La mammaInSe e Mr.M. riescono pure a scambiarsi un paio di parole che non siano interrotte da"Maaaamma voglio i cartoni-la cena mi fa schifo-mi e' caduto lo yogurt-devo fare la pipi-voglio il sicco il succo il SUUUUCCOOOO-UAHHHBUAHHHBUAAAAHHHH"
Alla strana coppiaInSe e' anche capitato di sedersi insieme vicini vicini sul divano a vedere la televisione!

Ci sono giusto un paio di punti che richiedono il debugging dell'operazione: la mammaInSe dovrebbe finalmente decidere se mangiare con le gallin i bambini, o aspettare Mr.M. Cenare, spiluzzicare e rimpinzarsi da quando iniziano a cenare i bimbi a quando finisce il marito NON puo' essere una soluzione.
Se la Bibi ha giovato pienamente della nuova routine, qualcuno dovrebbe spiegare a quello piccolo che le 5.30 NON e' un buon orario per svegliarsi, a prescindere dall'ora in cui e' stato messo a dormire.

Friday 4 October 2013

InDivenire: l"Equilibrio del Disordine

I bambini sono entropici. Vediamola così. Ve la ricordate l'entropia? quella roba strana che si studia in fisica? Proprio lei, l'entropia, la misura del disordine.
I bambini sono entropici, non c'e' altro modo di metterla giu'. Qualunque gioco finisce per aumentare il totale livello entropico dell'universo (o semplicemente di casa tua) che solo il faticosissimo ma invisibile lavoro di mamma, puo' riportare ai valori iniziali.
I sistemi tendono all'equilibrio, alla massima entropia, al massimo disordine: le palline sono piu' felici quando vengono rovesciate per terra, sparpagliate sotto il tavolo e sotto il divano. L'equilibrio finale, per ogni oggetto, e' la dispersione sul pavimento, occupando piu' spazio possibile. Anche l'equilibrio finale di mamma e' per terra, sdraiata, dopo aver messo un piede sulle palline colorate gia' rovesciate e gia' in equilibrio.
I bambini lo sanno. E' la fisica che lo chiede: l'universo e' in divenire, un lento divenire fino all'equilibrio, passando per il disordine totale.

Anche noi ne abbiamo bisogno, di quell'equilibrio finale intendo dire, ma per arrivare a tale desiderabile stato, c'e' bisogno di aumentarne il livello entropico del sistema: scaraventolare fuori tutte le cose che ci girano in testa, buttarle fuori, prenderle a calci, farle rotolare sotto il tavolo, sotto il divano, dietro al comodino. Un disordine di pensieri, di idee, di ambizioni, da far cadere per terra per vedere dove vanno a finire. Tutte le cose che credevamo importanti e che ci ostinavamo tutte le sere a riordinare nelle nostre esistenze, con un gran lavoro, con una gran fatica a rimetterle tutte in fila, i progetti, le proiezioni di quello che saremmo dovuti essere, di quello che gli altri credevano che saremmo dovuti diventare.

E cosi' succede che un giorno, per caso, vedi spuntare dietro ad un'altra donna, l'immagine di quella che saresti potuta essere, e ti odi un po' per averci rinunciato. Perche' li' nella tua testa, in tutto quell'ordine che cerchi di mettere tutte le sere fra i vecchi pensieri, le vecchie ambizioni che puzzano un po' di stantio, le vecchie immagini che stanno a poco a poco sbiadendo, c'e' ancora quella vecchia te che credevi saresti diventata. E lei ha capelli lunghi, puliti e pettinati, e' truccata, veste bene, ha un lavoro in cui e' brava ed apprezzata, manda email dai titoli importanti e domani salira' su un volo per Dubai per presenziare la riunione su quel progetto che senza di lei non si sarebbe mai realizzato.

Allora oggi voglio buttare a terra tutte le palline colorate, per ritrovare l'equilibrio. Lasciar rotolare via, sotto al tappeto, tutto cio' che non mi appartiene piu'. Perche' la vita e' un divenire e per divenire dobbiamo essere disposti a cambiare. Ogni cambiamento porta una bella fetta di casino, a no, disordine lo volevo chiamare, ed e' il momento per lasciar andare cio' che credevamo importante, ma non lo e' piu'. E' il momento di stendersi per terra, insieme alle palline, ai pezzi di lego e di puzzle rimescolati a cui manca sempre un pezzo. Stendersi per terra con le braccia e le gambe aperte, perche' cosi' l'equilibrio e' totale, non si scivola piu' e si pensa meglio.
E' li', quando anche l'ultima pallina ha smesso di rotolare trovando la sua finale posizione nell'universo, e' arrivato il momento per rivolersi bene, per riamare la te stessa che non ha da spuntare da dietro le spalle di nessuno, che e' quello che e' perche' forse non sarebbe stata felice diversamente.

Wednesday 2 October 2013

Come mi ti Riinfilo in quei vecchi Jeans

Ovvero una malinconica storia di diete.
Allora la MammaInSe non si e' mai proprio messa a dieta. La dieta la intristisce, la parola dieta la porta a pensare compulsivamente al cibo: il cibo da comprare, da pesare, da cucinare. Con lo straordinario risultato di non riuscire a perdere manco un grammo!
La verita' e' che non ha mai avuto un terribile bisogno di dieta: ha sempre convissuto piu' o meno bene con quei due o tre chili in piu' o in meno a seconda dei periodi della vita, senza mai dover ricorrere al temutissimo totale cambio del guardaroba. Insomma, in quei maledettissimi jeans li', la mammaInSe, c'e' sempre entrata: a volte trattenendo il respiro fino a diventare cianotica, a volte in scioltezza ed eleganza.

Poi e' rimasta incinta una prima volta. Nonostante i ragguardevoli 14kg messi su nei nove mesi, un inizio di depressione post partum l'ha riportata in due mesi scarsi dentro tutti i suoi vecchi vestiti, anche quelli attillatini e scomodi, e si, in men che non si dica si riallacciava i maledettissimi jeans con estrema disinvoltura. La battaglia depressione-mammaInSe e' finita con un deciso vantaggio della non-piu'-depressa-ma-molto-magrissima mammaInSe.

Poi e' rimasta incinta una seconda volta. Per nove mesi ha combattuto nausea ed insonnia (della Bibi) a botte di carboidrati e maionese. Di kg questa volta ne ha messi su una ventina. Il Bibo quando e' nato pesava 2.7kg. Il resto della matematica lo lascio a voi.

I maledettissimi Jeans erano li, appesi all'armadio a sbeffeggiarla  ed a farle le pernacchie. Finche' un giorno la mammaInSe ha ripreso in mano gli indici calorici della sua esistenza ed ha deciso che si, il momento era giunto: la stagione delle diete era ufficialmente aperta.

Il problema della mammaInSe e' che e' disorganizzata (l'avevo gia' detto ehmm), poco puntigliosa e per niente attenta. La sola idea di pesare 30grammi di pasta ed organizzare menu' minimalisti per tutta la settimana, le apre una voragine nello stomaco.

E poi ha scoperto lei, la 5:2, chiamata anche "dieta a digiuno alternato" o, amichevolmente, la "dieta dei draghi verdi" perche' se mi dai 5 minuti che ti spiego come funziona, i draghi verdi li vedi anche tu!

Portata alla ribalta da un servizio della BBC, e' una dieta a prova di idioti; prorpio quello che ci voleva per la mammaInSe.

Il concetto e' facilissimo: per due giorni alla settimana (non consecutivi), puoi assumere solo 500 kcal. Si, cinquecento, come la FIAT. Sono pochissime. Vero. Alla sera c'hai una fame nera.Verissimo. Ma il giorno dopo mangi regolarmente quello che vuoi. (no vabbe' se ti ammazzi di maritozzi alla panna pero' non vale, ma pizza e gelato ci stanno tutti).

Ora, non sono dietologa, non sono nutrizionista, non ho velleita' di nessun tipo.
Pero' da qualche mese a questa parte, quando allaccio l'ultimo bottone dei maledettissimi jeans, la pernacchia mi parte proprio dal cuore!
Al limite adesso il problema sussiste quando i Jeans me li tolgo, perche' dopo il secondo figlio siam tutte brave a fare le fighe da vestite, il casino e' quando togli le impalcature di sostegno e lasci liberi i brutali effetti della forza di gravita'. Ma questa e' un'altra storia.

Ah e per le scansafatiche tecnologiche come me, che qualsiasi scusa e' buona per raggirare la palestra ma non sentirsi in colpa, avete mai sentito parlare del "7 minutes workout"?
Universita' ragguardevoli si sono prese la briga di pubblicare articoli sulla validita' ed i benefici di un workout di 7 minuti (totali, comprese le pause) che richiede solo l'utilizzo di una seggiola e di un muro.
Ci sono gia' centinaia di app per i vostri Iphone ed Androids (e che ve lo dico affa') tipo questa qui, per guidarvi in questi intensissimi (ma completamente gratis) 7 minuti!
Non so voi, ma dopo aver installato l'app sull'Iphone mi sento gia' in formissima, magrissima e fichissima.

Thursday 26 September 2013

La Scimmia Urlatrice

Sono di cattivo umore. Sara' il periodo, che settembre mi ha sempre messo ansia addosso, con tutti i suoi nuovi propositi, nuovi orari, che ve l'avevo detto no che secondo me settembre e' il vero gennaio.
Sara' che sono stanca, sara' quel che sara' ma il cattivo umore e' cosi': ti segue ovunque vai: una scimmia urlatrice incazzata appollaiata sulla spalla che ti rimbecillisce con schiamazzi irritanti. Sappiatelo, se mi vedete per strada inveire contro qualcuno, non sono veramente io, e' la scimmia urlatrice che parla al posto mio!

E quando sono di cattivo umore, penso a tutte le cose che mi irritano: quelle piccole intendo, quelle odiose inezie della quotidianita' che la "me serena" dimentica con una scrollata di spalle, ma che la scimmia urlatrice non perdona, ed elenca incessantemente in un lento stillicidio del buon umore.

Ecco allora la mia top hit delle cose che odio:

- odio chi non sorride ai bambini. Se un bimbino ti sorride e ti chiama tu dovresti essere moralmente obbligato a sorridergli e fargli due versini. Frega niente se i bambini ti fanno venire l'orticaria. Se ti giri dall'altra parte a me viene voglia di schiacciarti un piede fortissimo

- odio fare la spesa quando sono depressa che finisce che invece che il detersivo e i pannolini, compro scatole di profiterol alla panna e lindor che vengono poi ingurgitati con voracita' bulimica e mi costringono ad un paio di settimane di dieta

- odio svegliarmi tutte le mattine alle 6, o peggio alle 5.30, quando quello piccolo gorgheggia felice e decide che se gli uccellini sono svegli allora e' il monento di fare rumore anche per lui

-odio bruciarmi la lingua col caffe', che gia' alzarsi all'alba fa schifo e non ho bisogno di ulteriori inutili sofferenze

- odio chi non mi fa attraversare e ti fa lo slalom intorno mentre sei sulle strisce

- odio le mamme che portano i bambini al parco e si mettono al telefono non-stop, lasciando a te l'ingrato compito di seguire a vista i SUOI bambini che per tentare di richiamare la SUA attenzione tentano di sopprimere i TUOI bambini

- odio i negozianti scazzati: eddai che ti sto dando dei soldi, sono il cliente, almeno qui ho il diritto di aver ragione no??

- odio le briciole. Le odio sulla tavola, per terra, sulle mani. Ma li hanno inventati biscotti che non sbriciolano?

E voi? Quali sono le piccole cose che odiate e che scatenano la vostra scimmia?

Saturday 14 September 2013

La Parola Abusata

"Si questo e' il mio nome ma non lo sciupare"
Cosa era? Grease?
E' quello che vorrei urlare di rimando ai miei figli alla fine di ogni giornata!
Mamma MAMMA MAAMMAAAA e' tutto quello che si sente a casa mia dalle 6.45 alle 21.00, con possibili ricadute notturne. Che poi il richiamo notturno e' il peggiore. Quando nel silenzio della notte parte il colpo di tosse, seguito da un lamento, qualche gorgheggio per poi sfociare in un "BuaammmammammamammaaaAAA"
Pff, Dario Argento a confronto mi fa il solletico all'unghia del pollicione!
E poi avete mai provato a fare una telefonata?
I bimbi giocano beati, si ignorano e si divertono. Tu prendi il telefono con gesto furtivo per chiamare quelli del gas che nell'ultima bolletta per sbaglio ti hanno addebitato il conto di tutto il condominio.
Ti mettono in attesa, i bimbi continuano a giocare. Per 10 minuti sei li inchiodata al telefono con la musichetta di Per Elisa che ti rimbomba nell'orecchio che avresti voglia di ricantargliela tutta urlando all'operatore se mai ti rispondera' solo per fargli soffrire parte del tedio che ti e' stato inflitto.
Click, l'operatore risponde, tu sussurri un "buongiorno" e da li parte il putiferio:
"Buaaaaahhh Nooo e' miooo MaMMAa Mamma MAMMAAAA il Bibo mi ha tirato i capelli/sputato/fatto una puzza. Mammaaaaaa portalo viaaaaaa"
L'operatore ti riattacca Per Elisa.
E mangiare? Voi riuscite a mangiare sedute?
Tutto pronto, tutto a tavola. I bimbi mangiano. Tu tu siedi e avvicini la forchetta alla bocca.
"Mamma nooooo non voglio la forchetta birulo' voglio quella biruli'"
E tu ti alzi maledicendo l'Ikea che quelle diavolo di posate poteva almeno farle dello stesso colore.
Vi sedete, secondo boccone.
"Mamma non mi piace/e' freddo scaldalo/e' caldo raffreddalo.
Mamma i pomodori, i pomodori ti pregotipregotiprego mammaaaa"
Ti alzi, ti risiedi, tagli i pomodori.
Terzo boccone.
"Buaaammammamammama"
"Oh Mamma il Bibo e' tutto rosso, ha fatto la cacca"
Tu ti alzi, butti al gatto il tuo pasto semi mangiato ed inizi la digestione cambiando un bel pannolino.
E poi via cosi fino a sera: mamma l'acqua/mamma il succo/mamma c'ho una pellicina che mi tira/mamma accendi la luce/spegni la luce/mamma salta/corri/gioca a nascondino/nasconditi/trovami. Con il costante sottofondo di quello piccolo che non parla ma ripete a ritmo continua una sorta di nenia tipo mamma amma amma mamma mamma MAMMA MAAAMMMAAA.
Ora va bene tutto, ma almeno nel weekend uno spera sempre di sentire (specialmente di notte)
"Mammamamama ma ma ma io vorrei il Babbo"

Monday 9 September 2013

Trauma.Tico.

Il Rientro.
Il Rientro e' Traumatico, e' supertraumatico, e' megatraumatico.
Andrebbe fatto per gradi, poche ore al giorno, come fanno per l'inserimento all'asilo:
Lunedi' si rientra un paio d'ore alla vita normale e poi via al mare;
Martedi fai anche la pausa caffe' e la spesa e poi ti rispaparanzi in piscina;
Mercoledi una buona mezzagiornata di stress ma poi molli la prole ai nonni e te ne vai nel paesino provenzale a farti aperitivo e cena fino ad arrivare ad una completa giornata di scassamento palle il Venerdi ma poi chissene che il giorno dopo e' Sabato!

E invece no! Noi abbiamo la capacita' di mandare alle ortiche le riserve di riposo e relax accumulate in vacanza nel giro di un paio d'ore PRIMA del rientro.
E non e' che ci capitano, nono, ce le andiamo proprio a cercare!

Che voglio dire, ormai dovremmo essere abbastanza avvezzi alle partenze. Anzi forse il problema e' che lo facciamo troppo spesso. Gli snob dell'aeroplano.
Ma si, partiamo con la solita mezzora di ritardo che tanto all'aereoporto arriviamo lo stesso.
Ma che vorrai mica controllare il terminal dell'aeroporto prima di partire no?
Ma dai, che e' tutta quest'ansia che non voliamo nemmeno RyanAir, si arriva con calma si parcheggia e poi si vede.

Parcheggia la macchina, smonta i bambini, passeggino, bagagli, vai al terminal.
Cazzo e' il terminal sbagliato.
Chiama i nonni che ti seguivano in macchina, digli di fiondarsi all'altro terminal mentre tu tenti di capire dove e' la navetta che va da un terminal all'altro e nel frattempo perdi il marito perche' mentre spingi il passeggino con il Bibo, la Bibi si e' piantata sulle scalemobili.
Litiga con il marito su chi e' la colpa dell'essersi persi e nel frattempo perdi la navetta che va all'altro terminal.
Cazzo fra 15 minuti chiudono il checkin.
Torna di corsa al parcheggio, macchina, bagagli, bambini, passeggino, paga, esci, altro terminal.
NOOOOO non ci si può fermare neanche davanti alle partenze.
I nonni abbiamo perso i nonni.
Chiama la nonna:" nonna buttati sul bancone della easyjet e digli di non chiudere, anzi digli che se non ci aspettano ti fai karakiri li' davanto a tutti in atto dimostrativo"
Ferma la macchina 5 secondi per far uscire la mammaInSe, i passaporti e le valigie mentre il Mr.M. rifa' tutto il giro dell'aeroporto che non sa dove fermare la macchina.
Cazzo la mammaInSe e' da sola con 4 valigie e due zaini. Stanno chiudendo il checkin.
La mammaInSe porta due valigie alla volta per 15 metri alla volta in modo da non perderle mai di vista, torna indietro, altre due valigie, altri 15 metri. Zaino in spalla e borsa in bocca, sudando copiosamente e perdendo brandelli di abbronzatura lungo il percorso.
La nonna vorrebbe aiutarla ma non la trova e continua a chiamarla e la mammaInSe oltre alle 4 valigie, lo zaino e la borsa risponde al cellulare ansimando ed urlando in maniera completamente isterica.
Il checkin, ultima chiamata, stanno chiudendo.
Butta una valigia alla hostess gridando :"NOOOOOOOO"
Lancia i passaporti sul bancone mentre spinge tutte le valigie sul nastro.
La hostess le ripete che senza glia altri 3 membri della famiglia non puo' fare il check in e lei sta chiudendo le linee in quell'istante.
La mammaInSe e' sudata, un po' puzzolente, con l'occhio che le batte da stress, la mano tremolante ed uno strappo alla spalla per portare le 4 valigie che la accompagnera' per le prossime settimane.
Ed allora lo fa, strizza gli occhi, spreme fuori grossi lacrimoni ed implora la solidarieta' femminile.
Sarebbe arrivata anche a dipingere apocalittici scenari di violenza domestica in caso la famigliaInSe avesse perso il volo.

Per fortuna questa volta non e' stato necessario.

L'ultima azione eroica della mammaInSe e' stata lo slalom gigante alla coda del controllo di sicurezza con un bambino in braccio ed una bambina piangente attaccata alle ginocchia.
La famigliaInSe e' salita sull'aereo mentre tutti gli altri passeggeri si erano gia' agganciati le cinture di sicurezza e qualche ora dopo ha baciato suolo anglosassone.

I nonni hanno necessitato un paio di bombolette di ossigeno ed una subitanea cura ricostitutiva per riaversi dalla nostra partenza.

Non credo che i nonni accetteranno mai piu' di accompagnarci ad un' aeroporto. Anche il medico di famiglia lo ha fortemente sconsigliato.




Monday 26 August 2013

Ho Scoperto Ho Scoperto

E' successo, la MammaInSe e' crollata.
E' bastato che i nonni arrivassero a trovare la FamigliaInSe sulle ridenti coste francesi, che si assumessero tutte le responsabilita' di intrattenimento nani, che tacchete, in un istante la MammaInSe ha ceduto ad uno stato piu' o meno costante di letargo estivo.
La mammaInSe e' riuscita ad addormentarsi ovunque: sul terrazzo, sulla seggiola, sotto l'ombrellone ed in svariati letti della maison in affitto. Nulla potevano fare urla, pizzicotti, spruzzi, schizzi, manine appiccicose che le tiravano i capelli. La mammaInSe grugniva, si girava dall'altra parte e ricominciava beatamente a dormire fino a quando anche i due Bibi spietati se ne sono fatti una ragione. Come in guerra, avete presente? A forza di fare la morta, anche il nemico inizia a crederci, vi crede innocua e vi ignora.

Fondamentalemte la MammaInSe ha scoperto una grande verita': che in vacanza 'gna fa'!!
E' che il tuo cervello continua inopportunamente a ricordarti che sei in vacanza e ti costringe a uscire, a star sveglio, a guardarti un film fino all'una del mattino, a fare quella giovane che dopo cena infila la prole in macchina e se ne va a fare un bel giro in riva al mare. Tu lo sai che sei in vacanza e ti crogioli nella gioia del sole caldo e dello spritz mentre prepari la cena.
Ma lui no! Lui non lo sa!
Vaglielo a spiegare a quello piccolo che e' sindacalmente inaccettabile svegliare quella povera donna di sua madre tutte le sante mattine fra le 6 e le 6.30, e che si, anche sua sorella ce n'ha per le scatole di farsi strarompere i timpani prima del sorgere del sole.
Quindi per farla breve, la mammaInSe non e' particolarmente scoraggiata dai costanti incidenti domestici causati dai Bibi nella maison in affitto (e non esattamente a prova di nani), dai pranzi e dalle cene farciti di lamenti, proteste e lanci di cibo, dai costanti tentativi di annegamento e/o avvelenamento dei bambini. Anche la caduta a volo d'angelo del Bibo dal seggiolone, direttamente sul preziosissimo ciottolato dei vicoletti di St. Tropez, ha trovato la mammaInSe lucida e reattiva e neanche tanto scomposta.
Ma quelle 5 ore per notte, quelle no, quelle proprio le trasformano lo spirito e la riducono in una lumaca stanca ed assonnata.

In questa vacanza "tropezienne"poi la mammaInSe ha scoperto anche un sacco di altre cose.
Ha scoperto che la concentrazione di tette rifatte sulle spiagge della Costa Azzurra, e' pari soltanto alla quantita' di Lois Vuitton fasulle a Milano Marittima.
Ha scoperto che alle francesi non glel'ha ancora spiegato nessuno che il topless e' passato di moda negli anni '80.
Ha scoperto che quelle che negli anni '60 affollavano le spiagge di St.Tropez a lanciare la moda del topless iniseme alla Brigitte Bardot, sono ancora li, a 'mo di mummia di Shar Pei, con i chili di pieghe e di rughe che le seguono con dieci minuti di ritardo ogni volte che si girano ma...rigorosamente in topless.
Ha scoperto che un'apparizione di Silvester Stallone al Club 55 puo' provocare 20km di coda sull'unica strada che costeggia la costa, ed indovinate un po' chi e' rimasto bloccato per due ore su quell'unica strada che costeggia la costa?
Ha scoperto che in una qualsiasi spiaggia della costa non ti fanno un panino ed un'insalata manco sotto tortura. Non c'hanno il bar, c'hanno il cocktail bar, non c'hanno il ristorante, c'hanno la sushi lounge.
Ha scoperto che se vuoi mangiarti sto benedetto panino devi andare preventivamente al supermercato e comprartelo!

E mentre i 4 nonni sono immersi in piscina ad intrattenere la prole, la mammaInSe ricomincia ad avvertire una terribile palpebra calante. Con sorriso soddisfatto si lascera' nuovamente sorprendere dal tanto agognato sonnellino pomeridiano.
Zzzzzzzzzz........

Sunday 18 August 2013

Una Famiglia 2.0. In Vacanza

La famigliaInSe e' ripartita. Ha lasciato i muratori in autogestione nella casa nuova, e negli ultimi 3 giorni ha fatto e disfatto le valigie gia un paio di volte!
Con un certo sprezzo del pericolo Mr.M. lascera' Bob the Builder gettare le fondamenta e tirare su i nuovi muri della nuova casaInSe, mettendo in conto il rischio piuttosto concreto di ritrovarsi il garage al secondo piano!
La vacanza ha anche messo a nudo i punti deboli della FamigliaInSe che ha rischiato il collasso psicologico  allo scoccare della 24ma ora senza connessione. Sono partite telefonate di minaccia alla Vodafone, lettere all'avvocato della 3. Quando poi anche il blackberry ha ceduto per un paio di ore, il panico da fine del mondo ha assalito un povero Mr.M. stressatissimo.
E' necessario considerare che la FamigliaInSe invece che creme e secchielli, ha messo in valigia il laptop, 2 ipad, 2 iphone, la apple TV, un modem WiFi ed un numero sconsiderato di cavi e connettori. La prima domanda fatta prima di prendere la casa al mare in affitto e' stata "ma a quanto scarica internet?".
La FamigliaInSe ha passato un paio di giorni in Versilia il cui mare provoca, alla ligure MammaInSe, moti di sconforto e dissenso. Con l'aria snob di quella abituata ad acqua cristallina e spiagge rocciose, accetta di immergere i regali piedi solo in piscine non troppo affollate.
In tali piscine si e' dovuta scontrare con modelli esemplari di mamme italiche a cui non e' piu' abituata. 
Ha assistito ad una mamma che ha tirato fuori dalla piscina una treenne incazzatissima, le ha cambiato il costume e le ha ripetuto per mezzora "no li ti sporchi, no li ti bagni, asciugati che fra mezzora dobbiamo mangiare" per poi infilarle un vestitino bianco candido, ordinarle un piatto di rigatoni al sugo e ricominciare ad urlare "nooooo ti sporchi il vestiiitooooooo". Per la prima volta ha pensato con una nota di malinconia alle madri angliche che avrebbero gettato cibo al volo ai bambini dentro la piscina, magari pucciando i rigatoni un po' nel cloro per raffreddarli, e li avrebbero probabilmente lasciati nudi ad impanarsi nella sabbia per il resto della giornata. 
La mammaInSe, dal canto suo, soffre di una leggera crisi di identita' in cui cerca di capire che mdello di madre vorrebbe essere, senza riuscire a prendere una decisione definitiva!
La famigliaInSe ieri ha preso possesso di una dimora in Costa Azzurra, dove WiFi va da favola e non ci sono i chili di sabbia di cui il Bibo si e' esclusivamente nutrito durante la minivacanza Viareggina (ci aspettavamo tutti di trovare i castelli di sabbia nel pannolino, ma no, pare digerisca perfettamente sabbia, sassolini e vetrini, da aggiungere alla lista insieme a lumache e terriccio).
Per ora non siamo ancora usciti di casa e ci siamo attaccati ai nostri apparecchi elettronici (ed alla piscina) con avidità.
Probabilmente fra due settimane mi ritroveranno qui, con i piedi in piscina ed il pollice ipertrofico a fare uno spasmodico tap-tap sulla tastiera dell'iphone!

Sunday 4 August 2013

Manco Harry Potter - Storie di Divisa

A settembre, anzi precisamente il 4 settembre, in pieno clima depressivo post-vacanze, la Bibi iniziera' la scuola.
Anzi no, iniziera' la pre-scuola, che detta cosi' sa di passatempo poco impegnativo per la Bibi, ma soprattutto per la mammaInSe che potra' sbolognare la principessa per qualche ora alla maestra senza ricevere ancora nessun orrido compito o ricerca per il giorno successivo quando la andra' a riprendere!

Solo che no! Pare che questo inizio di nuova vita semi-scolastica della Bibi, fornira' alla mammaInSe una sorta di lavoro par-time.
A tre mesi dall'inizio abbiamo gia' cominciato con una riunione serale (mental note: quando alla riunione genitori-insegnanti ti offrono il terzo bicchiere di vino e non hai ancora chiacchierato con il preside, NON accettare quel dannato bicchiere), ed una "playdate" per i bambini.
Mi e' gai' arrivata una mail che elenca tutti gli incontri organizzati dalla scuola per tutto il primo trimestre!

Alla riunione serale, dove alla terza ora di sorrisi e convenevoli con perfetti sconosciuti ho accusato un inizio di paresi alle mascelle, mi e' stato fornito un librettino contenente preziose informazioni fra cui si annoverano:

- I bambini devono sempre avere le unghie accuratamente tagliate
- Capelli tagliati sopra il colletto per i maschietti
- Lunghe chiome raccolte ed inforcinate per le femminucce
- Niente anelli/bracciali/collane/piercing al naso o alla lingua (eehmm)
- Orecchini minuscoli e a bottone
- Assolutamente, categoricamente , irrevocabilmente NESSUN oggetto personale che provenga da casa (peluche, bambolina o qualsiasi generale oggetto di "conforto")

Alla prima lettura mi sono chiesta se fossi per sbaglio finita al Centro Addestramento Reclute dell'esercito della regina, alla seconda lettura mi sono grattata incredula la testa, alla terza lettura mi sono accorta che il capitolo dopo era molto piu' preoccupante!

Il Capitolo successivo era interamente dedicato alla divisa.
Premettiamo che la divisa in questione e' VIOLA.
No, non lilla, no, non violetto delicato-che-col-biondo-sta-tanto-bene: direi che e' piu' un Viola-nastro-onoranze-funebri che in Italia le cambieresti scuola per puro gesto scaramantico. Pero' poi ho pensato che qui si mettono i crisantemi nel bouquet da sposa, e allora tutto torna.
Accertato ed accettato il colore della divisa, sono passata al numero di voci di cose da comprare e quando ho dovuto girare la terza pagina e la lista non era ancora finita ho avvertito un filino di panico.

Allora niente Mini Pony, Brats o Peppa Pig. Mi dispiace amore mio, verrai completamente privata della corsa settembrina alla cancelleria di grido dell'anno: la cartella fa parte della divisa, il diario non esiste. Che l'Invicta e la Smemoranda se ne facciano una ragione e riposino in pace!

Alla faccia anche dell'uguaglianza fra i sessi, dell'emancipazione femminile e del freddo gelido di gennaio, le bambine si possono mettere solo ed esclusivamente un vestito a tunichetta con una polo sotto. Gli stivali sono vietati. Solo scarpette.
"Ma se fa un freddo porco tipo l'inverno scorso che nevicava ad aprile?" Chiedo io povera mamma italica.
"Be' per l'inverno c'e' il cappottino grigio"
"Come il cappottino?? E il super piumino con il quadruplo strato di penne d'oca??"
"E no, quello e' vietato, mica fa parte della divisa"

La sciarpa, il cappello ed i guanti fanno parte della divisa.
Le calze solo al ginocchio o collant per il freddo vero, grigie, della divisa.

E le mutande? Chiedo io con fare innocente... Ma no, pare che le mutande possa sceglierle io!

Scarpe, giaccavento, grembiulini, manco a chiedere: fanno parte della divisa. E si, anche la borsetta per la ginnastica e le scarpette da indossare nell'ora di educazione fisica!

Mi hanno appioppato anche 72 (SI HO DETTO 72) etichette con il nome della Bibi che pare dovro' cucire pure sulle scarpe e forse in questo caso si, anche sulle mutande!

LAST BUT NOT LEAST: chi prova ad indovinare di che colore devono essere mollette, cerchietti ed elastici per i capelli?

Tuesday 30 July 2013

La FamigliaInSe va in Montagna - Firuli Firula

La mammaInSe vive in uno strano stato di apnea, in cui alla mattina fa un bel respiro, trattiene il fiato e si butta nella giornata, correndo e guardandosi sempre alle spalle. Fra una casa che dovrebbe essere in costruzione ma che, piu' che altro, e' in demolizione, una casa da vendere, bambini da gestire ed immani ceste di panni da lavare. Ogni tanto si ricorda anche di buttare quattro cose sulla tavole alla rinfusa e le chiama pranzo o cena a seconda dell'orario della giornata.
In questa estate matta in cui invece che godersi il solicino caldo di Londra, passa le sue giornate nella casa cantiere, o a scegliere cucine, o bagni o piastrelle o finestre o porte.....e' riuscita anche ad andare in vacanza per una settimana con tutta la famigliInSe piu' amici.

Una certa blogger un po' matta che mi fa scompisciare dalle risate e che ha un blog con un nome delizioso che sembra sbucato da qualche fiaba (Il Lupo Nelle Fragole), e' stata di recente sull'Alpe di Siusi e ha fatto un suntino del suo viaggio su Trashic.
Lei e' andata sull'alpe esattamente 2 settimane prima della famigliaInSe ed ha terrorizzato la mammaInSe con foto di nevicate sovrumane e temperature natalizie che hanno costretto la mammaInSe a rifugiarsi da decathlon e fare incetta dn pile e felpe a non finire.
Due settimane dopo, chiaramente, la temperatura ha raggiunto massime mai provate sull'alpe e le felpine ed i pile non li ho tirati fuori dalla valigia neppure per la passeggiatina digestiva serale!

Valigia cannata a parte, la vacanza e' stata meravigliosa.

La prima mattina, alla frequenza di 5 lamenti e 4 urla lancinanti per metro di strada percorso dalla Bibi, siamo entrati nel primo dei millemila negozi di sport dell'Alpe (che se ti serve la scarpetta tecnica, i ramponi o la borraccia al titanio li trovi di sicuro sull'altopiano, ma prova a comprare due banane ed uno yogurt e come minimo ti devi fare 20minuti sulla funivia) e ci siamo attrezzati di super passeggino a tre ruotone ammortizzate.
Quella fetente di mia figlia, si proprio lei che quando aveva due anni ed io ero incinta metteva su spettacoli da esorcista al solo tentativo di farla sedere su un passeggino, si e' appropriata del mostro a 3 ruote e ne e' stata estratta a forza solo una settimana dopo, dietro minaccia di essere restituita al negozio di sport insieme al passeggino!
Il Bibo si e' trovato un habitat piacevolmente comodo sulle spalle di Mr.M.: una volta sullo zaino, dopo tre passi e quattro sorrisi, cadeva in un sonno catatonico, da cui veniva risvegliato solo dall'odore di canederli e frittate al mirtillo una volta raggiunta la baita.
Mr.M., dal canto suo, alla mattina si faceva il segno di croce, si caricava un bambino sulle spalle, l'altra sul passeggino e partiva al galoppo con la zavorra familiare, sguardo basso e mascella contratta, concentrando in una settimana tutto lo sport e lo sforzo fisico che non ha il tempo di fare durante l'anno. Ho tentato di farmi trasportare anche io, ma l'unica soluzione sarebbe stata quella di fargli trainare anche un carrettino, e nel negozio di sport li avevano finiti!

Temevo che i bambini in albergo sarebbero stati ingestibili e di dover sopportare gli sguardi di disapprovazione degli altri clienti dell'albergo.
Ed invece con mio profondo gaudio, i bambini in albergo sono davvero stati ingestibili, hanno gettato immense quantita' di cibo per terra, hanno sputacchiato sulle tovaglie immacolate, hanno rovesciato intere bottiglie di succo di frutta, hanno urlato, pianto, schiamazzato e si sono alzati da tavola ogni 5 minuti, MAAAAA.... gli altri clienti dell'albergo erano in situazioni anche peggiori della mia.
C'era quello con 4 figli, quello con 2 gemelli di 22 mesi e quello col neonato con le coliche, tanto per citarne qualcuno fra i piu' fortunelli!

Insomma, in questo generale clima anarchico, fra piatti di cibo delizioso ed una decina di bambini che scorrazzavano felici, sporchi e rumorosi, noi genitori siamo anche riusciti a rilassarci, mettere su un paio di chili e farci quattro grasse risate.
Quelli un po' meno rilassati e che a fine settimana mostravano uno strano ghigno schizofrenico, erano i camerieri dell'albergo e colgo l'occasione per porgere loro le piu' sentite scuse e di cospargermi anche un po' il capo di ceneri!


Saturday 6 July 2013

Una. Idea. Brillante. .

Dopo l'ultimo post c'ho un po' il blocco dello scrittore (o forse dovrei dire il "bloggo dello scrittore", vabbe' lasciamo stare...), nel senso che per una volta ho scritto qualcosa a  cui mi sono affezionata davvero. Non tanto per come e' scritto ( che c'avrei un paio di problemi di punteggiatura da risolvere), ma perche' mi ha fatto rivivere due persone che ho amato profondamente.
E invece...'gnente, oggi si ritorna alle quattro cazzate della mamma expat, della mammaInSe con il Comesenonbastasse cucito sulle labbra, che c'ho bisogno di veicolare la malasorte da qualche parte che non siano le 4 mura di casa mia!

Ultimamente la famigliaInSe ha qualche problema nell'organizzazione delle gite fuoriporta, anzi, a dire la verita' la famigliaInSe ha qualche problema anche quando decide di rimanersene a casa.
Fondamentalmente il Bibo sta passando una fase (fase vuol dire che e' passggera no? Che ad un certo punto migliora noooo???) di, ehm, scoperte. Solo che per lui le scoperte partono tutte dalla bocca o dalla testa, nel senso che ogni cosa nuova o se la magna o ci batte sopra una crapata da paura.

Allora era domenica, il sole, come un ufo giallo sconosciuto, ha deciso finalmente di degnarci della sua presenza e regalarci una giornata estiva degna di essere chiamata tale. Il BabboInSe come un fulmine, raccatta un paio di cuscini, li butta sulle sedie del giardino, e si spaparanza. Come se spaparanzarsi fosse un verbo conosciuto a genitori di bibi piccoli e dispettosi.
La mammaInSe, furba come una faina, sgattaiola via nella speranza di una doccia in solitudine, invece che del solito teatrino in cui lei e' sotto la doccia e due bambini rompiscatole bussano incessantemente sul pannello di vetro della doccia per tutta la durata (brevissima) di questultima!

Credo che i 10 minuti di doccia della mammaInSe abbiano messo a dura prova la pazienza e l'animo apprensivo di Mr.M.
Dopo varie urla di diversa intensita', la mammaInSe si ripresenta in giardino, Mr.M. con i capelli dritti e vicino alle lacrime.
"Ma che succede??"
"No, e' che il Bibo non si tiene"
"Ma che ha fatto?"
"E' che non cammina manco per niente ma si arrampica sullo scivolo e poi si butta giu di testa, e poi...."
"..."
"E poi succhia le lumache!!"
"??"
"Si insomma, l'ho perso di vista un secondo (ehm..) e l'ho beccato che succhiava una lumaca (viva n.d.r.) e poi morsicava anche un po' il guscio e faceva scrunch scrunch con i dentini"

Insomma, vedendo lo sconforto (ed anche un po' di disgusto se devo essere sincera), negli occhi di quel pover uomo che dopo una settimana di lavoro ancora crede di potersi rilassare il weekend, alla mammaInSe viene un'idea brillante:
"FamigliaInSe, c'e' il sole, fa' caldo: andiamo nel ridente paesino di Brighton a fare la puccia a piedini e piedoni nelle gelide acque della manica"

E poi Brighton e' a 50km da Londra, con 50min di treno di togli anche il problema del traffico e via!
Allora la decisione e' stata presa, ci siamo messi i nostri abitini estivi, abbiamo messo in borsa creme solari ed asciugamani per la spiaggia e via, alla volta di Brighton.

Ora, la famigliaInSe era pronta a tutto: ai treni che ti vengono cancellati all'ultimo secondo, alla ressa di carni bianche e flaccide che ci avrebbero spintonato sul nostro metro quadrato di spiaggia, a fare code di ore ed ore per aggiudicarsi un frittissimo e maleodorante fish and chips.
La famigliaInSe in questa gita si era mentalmente preparata alle peggio cose che un'unica giornata di sole puo' provocare su un intero popolo il cui sport nazionale e' lamentarsi della pioggia.

La famigliaInSe, partita da un'assolata Londra con il termometro che segnava 25 gradi, pero', non era pronta a trovarne 14, di gradi, a Brighton ( e che gli venisse a Brighton!!), non era nemmeno pronta a trovare la nebbia di Milano a farsi la vacanza studio sul mare di Brighton.

Cosi', dopo essermi legata la Bibi a mo' di sciarpa intorno al collo nel vano tentativo di non morire assiderata, dopo essermi presa tutti gli insulti di Mr.M. per la mia idea brillante, dopo lunghe disquisizioni su quale membro della famigliaInSe sia esattamente il responsabile delle carrettate di sfiga che c'arrivano, ci siamo mangiati un puzzolentissimo fish and chips e siamo rimontati di corsa sul treno a farci una merenda a base di gelato e lumache nel giardino di casa nostra!

Thursday 27 June 2013

Le Caldarroste: Una Storia

C'era da fare, come al solito. Ma lei quel giorno la testa l'aveva proprio altrove.
Doveva uscire di casa, aveva un appuntamento, e lei, proprio lei che non aveva mai imparato a mentire senza arrossire, in quel momento aveva troppi segreti che le affollavano la mente. Non riusciva a concentrarsi, non riusciva nemmeno a pensare ad una scusa banale per fuggire da casa e correre a quell'appuntamento.

Quando fai parte di una famiglia numerosa, quando sei la prima femmina del nido di una famiglia di altri tempi, impari a prenderti cura degli altri: delle sorelle piu' piccole, del fratello piu' grande, di tua madre sempre sola, di tuo padre che torna per pochi giorni dopo ogni viaggio.
E per lei era naturale: di indole mite, un po' taciturna, presenza serena, rassicurante, che non lasciava mai nulla fuori posto. Il buon senso la distingueva, la rendeva preziosa a chiunque incrociasse il suo cammino.
Tacitava liti e cuciva bottoni, preparava la cena e raddrizzava colletti e cravatte a chiunque le passasse vicino.
Quel pezzettino di cuore di papa', come le scriveva sua padre durante i suoi lunghi viaggi oltreoceano, la sua perla, la sua delizia, la ragazzina cresciuta in fretta su cui tutti potevano sempre contare, da cui arrivava sempre una parola di conforto, che sapeva aiutare senza compatire, riprendere senza mai offendere.

Ecco, quel pezzettino di cuore di papa', era cresciuta all'improvviso, era diventata donna in un momento, e per una volta aveva bisogno di pensare a lei, ed aveva un appuntamento, e doveva uscire o sarebbe impazzita ed il cuore le sarebbe schizzato via dal petto.

"Mamma' devo uscire, non vi preoccupate, faro' prestissimo"
"Ma Rosetta con questo freddo..."
"Mamma' ve l'ho detto, una commissione, saro' di ritorno fra poco"

E via fuori dal portone, di corsa fra le strade del lagaccio, per quell'appuntamento, sempre li', al solito posto, all'angolo di quel palazzo rosa. Il cuore in gola, a cercare parole che si affannavano fra i suoi pensieri affollati.
Doveva trovare le parole giuste, mestiere inadatto ad una natura timida, ma non c'era altro modo, quelle parole che sentiva bloccate li nello stomaco, in qualche modo dovevano trovare la via fino alla bocca.

Come ogni volta, per tutta la strada, fino all'ultimo angolo da svoltare, si aspettava di non trovarlo: perche' poi in fondo, uno come lui, con una come lei, non c'entrava proprio nulla!
Si apettava sempre che la bolla si rompesse, di scoprire all'improvviso che tutte quelle parole e quelle promesse, che lui dispensava numerose, svanissero senza lasciare traccia.
La sua diffidenza continuava a metterla in guardia, ma il suo cuore, per una volta, non ne aveva voluto sapere; aveva mandato al diavolo il buonsenso e l'aveva fatta innamorare perdutamente.

E come ogni volta, come un'inaspettata sorpresa, lui era li' ad aspettarla.
Appoggiato al muro, con la solita aria scanzonata, la sigaretta che pendeva all'angolo della bocca.
Nel quartiere lo chiamavano Il Puledro, perche' non stava fermo un attimo, perche' poteva camminare sulle mani con la stessa agilita' con cui usava i piedi, perche' sapeva sempre qualcosa in piu' degli altri, perche' potevi fregare chiunque, ma col Puledro, nemmeno ci provavi, perche' era nato libero e con una gran testa calda, e le briglie, al Puledro, non le aveva mai messe nessuno.
Era furbo ed astuto, ma di una generosita' leggendaria.
E poi era bello.
E lei, che lo stava guardano da lontano, ancora inosservata, non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse bello.

Si misero a passeggiare, ma il vento che veniva dal mare era gelido, e lei sembrava pallida ed assorta nei suoi pensieri: difficile indovinare la tempesta che le occupava la mente ma che non sembrava in grado di scioglierle la lingua.
Lui si fermo' al banchetto delle caldarroste, se ne mise un paio, ancora bollenti, nella tasca di quel cappotto troppo sottile; prese la mano di lei e si mise in tasca pure quella, cercando di scaldarla con il tepore emanato dalle caldarroste, tenendola stretta a lui, come se avesse avuto paura che un sussulto od un rumore un po' piu' forte l'avrebbero fatta fuggire.

E finalmente, con quel tepore a scaldarle le mani, con quell'odore di tabacco e di dopobarba che le pungeva le narici e rendeva finalmente reale e sicura la vicinanza di lui, quel nodo si sciolse, le parole sgorgarono veloci e decise, la paura era volata via, evaporata con il calore delle caldarroste.

E lui la ascolto', senza interromperla mai, e poi si mise a ridere e la strinse a se ancora piu' forte:
"Rosetta mia, un bambino che nasce e' la benedizione del Signore, non ci sono lacrime da versare per una vita che ci viene regalata"

Tanti anni fa,23 per l'esattezza, troppo presto, questo e' sicuro, ci hai lasciati in una calda giornata di fine giugno. Ma per quest'anno non voglio pensarti nonna; voglio provare ad immaginarti ragazza, fresca, giovane e spaventata, con un bambino in grembo, inaspettato, che scalpitava per dare il buongiorno ad un mondo sconquassato dalla seconda guerra mondiale.
Rimpiango tutte le domande che non ti ho fatto, mi rammarico di dover immaginare una storia ricucendo vecchi frammenti sfilacciati di racconti sentiti da bambina. Ho la sicurezza, pero', di essere una persona migliore grazie a tutto l'amore con cui mi hai cresciuta per tutti gli anni della mia infanzia. 
Grazie.
Sei e sarai per sempre con me.

Monday 24 June 2013

Che Dio ce la Mandi Buona: una Storia di Traslochi

La famigliaInSe ha iniziato a traslocare molto prima di diventare faigliaInSe.
Da quando mammaInSe e BabboInSe si sono conosciuti e' stata tutta una gran storia di valigie e scatoloni.

Quando finalmente gli InSe hanno deciso che si piacevano e che volevano uscire insieme, la mammaInSe ha fatto le valigie e se ne e' tornata in Italia per un annetto.
Dopo aver fatto avanti ed indietro un numero indefinito di volte, la mammaInSe e' riapprodata in Inghilterra con una valigia, un trolley ed una borsa, ha occupato un armadio della casa del BabboInSe (allora a Cambridge) ed ha iniziato a fare colloqui di lavoro.
E col primo lavoro e' arrivato il primo vero e proprio trasloco.

Abbiamo affittato un furgoncino malandato che abbiamo stipato dei nostri possedimenti che annoveravano: un'orribile libreria verde, rotta, un paio di comodini di plastica, un servizio di piatti e bicchieri spaiati fregati a diversi College durante diverse cene, una scrivania ed una sedia.

I nostri vestiti stavano tutti in un paio di valigie.

La scrivania ha subito un incidente mortale ancora prima di arrivare nella casa nuova.
L'orribile libreria verde, nonostante aver perso un paio di pezzi, stava ancora in piedi, ed abbiamo deciso di tenerla per emergenza.
In mezza giornata abbiamo svuotato le quattro scatole che ci eravamo portati dietro ed abbiamo preso possesso della nostra prima residenza londinese: una scatola da scarpe che non arrivava a 40mq, dove non c'era un forno e dove il freezer risiedeva sopra la lavatrice dentro all'unico sgabuzzino. Purtroppo il freezer si apriva ad ogni centrifuga allagando l'elegante moquette verde marcio che decorava tutti i 40mq.
Le pareti erano verdi, gialle e viola e dietro al nostro letto si ergeva una gigantografia a tutta parete del lago di Como. Sono costernata dal non possedere nemmeno una foto che ritragga la bruttezza rara di quella casa. 

Dopo un anno abbiamo deciso di spostarci in una casa che ci restituisse un po' di dignita' e dove fosse possibile invitare amici a cena senza farli sedere dentro la doccia.

Abbiamo riaffittato un camioncino sfigato, lo abbiamo riempito delle nostre cianfrusaglie rendendoci conto che ci voleva una valigia in piu' per i nostri vestiti, un'altra per le mie scarpe ed un paio di scatoloni extra per cio' che avevamo accumulato in giro per casa.
Abbiamo rinfilato l'orrida libreria verde nel camioncino che-non-si-sa-mai-puo-sempre-fare-comodo, riincartato tutti i nostri piatti spaiati e, dopo aver scaricato il camioncino, ci siamo infilati all'ikea per comprarci un letto, una scrivania ed una libreria Billy che rimpiazzasse l'orrida libreria verde.

Solo che li per li abbiamo deciso di non buttare via l'orrida libreria verde, ma di trasferirla nel cucinotto per metterci preziosi beni alimentari, giusto per qualche tempo, prima che ci comprassimo un mobile piu' adatto.
Ci siamo anche comprati un servizio di piatti, ma quelli spaiati rubacchiati qua e la a Cambridge si sono nascosti dietro una pila di altre cose e tant'e' sono rimasti li.

La seconda casa londinese era piccola ma figa. Aveva un bellissimo open space mansardato il cui soffitto era tutto vetri. E c'era sembrata una cosa meravigliosa a febbraio, quando abbiamo visto la casa per la prima volta. 
Quando a maggio abbiamo preso possesso della casa ed abbiamo realizzato che dovevamo fare colazione indossando gli occhiali da sole e che quando eminenti scienziato anni addietro avevano definito l'effetto serra, avevano probabilmente passato un pomeriggio in casa nostra, ci siamo resi conto del terribile errore fantozziano.
Quando, pochi giorni dopo, abbiamo trovato una candela completamente sciolta nel piano "mezzanino" sopra l'open space/crematorio, ci siamo armati di pazienza e coraggio, siamo saliti sul tetto ed abbiamo dipinto tutti i vetri esposti a sud, rischiando la vita una paio di volte.

Poi ci siamo sposati, io sono rimasta incinta della Bibi ed abbiamo deciso di fare le persone serie: Muoverci dal centro (prima abitavamo a Victoria), e comprare una casettina a schiera in Wisteria Lane, insieme a tutte le altre Desperate Housewives, dove i bambini nascono a mazzetti sotto i cavoli.

Questa volta abbiamo chiamato una ditta di trasporti che consisteva in un camion grosso e due loschi individuinche non parlavano una parola di inglese, che non possedevano nemmeno un cacciavite e che non erano decisamente in grado di smontare e rimontare un mobile.
Sfortunamente l'orribile libreria verde era talmente piccola e malridotta che passava tranquillamente dalla porta senza essere smontata, ed anche senza un cacciavite, i due omoni dei traslochi sono riusciti a farla arrivare nella casa nuova.

La libreria verde si trova attualmente nel mio sgabuzzino.

La famigliaInSe ha comprato una casa nuova in Westiria Lane.
Degli omaccioni dall'aria poco raccomandabile, hanno preso oggi possesso della nuova casa ed hanno iniziato a tirare giù muri e tetti ed a costruirne di nuovi in un lungo processo di ristrutturazione che vedra' la famigliaInSe sull'orlo di una crisi di nervi per almeno i prossimi 6 mesi.

Temo che il prossimo trasloco necessitera' qalcosina in piu' delle iniziali due valigie e quattro scatoloni.

Mi chiedo se riusciro' finalmente a liberarmi dell'orrida libreria verde, o se forse non sia il caso che ci faccia pace, che non la chiami piu' orrida e magari la ridipinga di un lilla calmante e gradevole.

Wednesday 19 June 2013

Il Mio (quasi) Middle-Eastern Lunch

Giusto per dare una botta alla nostra (non brillantissima) vita sociale, la settimana scorsa abbiamo deciso di invitare per il pranzo domenicale i nostri inglesissimi vicini di casa.
La mammaInSe non e' una foodie perche' non ne ha ne' le capacita', ne' la voglia, ne' la pazienza, senza poi parlare della cronica mancanza di tempo e di organizzazione.
Pero' alla mammaInSe piacciono i libri di cucina, li colleziona e li sfoglia, per poi rimetterli a posto soddisfatta e cucinare una bella pasta aglio e olio.
La mammaInSe ha anche almeno un centinaio di riviste di cucina ed un paio di libri sul cake design, ma questo non vuol dire nulla. Fondamentalmente alla mammaInSe piace guardare le figure ed immaginare che un giorno avra' il tempo, la pazienza e la bravura di rimpinzare tutta la sua famiglia con leccornie squisite, anche se per stasera scongelera' (di nuovo) il ragu' della santissima nonna corta.

Per una volta pero' mi sono messa a sfogliare i miei libretti con l'efferata intenzione di tirarne fuori qualcosa di buono, gradevole sia alla vista che al palato. E nel pianificare il pranzo mi sono resa conto di un fatto vagamente allarmante: non posseggo nemmeno un libro di cucina italiana (c'ho un paio di libri di Jamie Oliver ma mi hanno detto che non conta...)
La verita' e' che ho imparato a cucinare in questo paese (noto per moltissime cose ma non esattamente per la superba tradizione culinaria), e dai primi esperimenti culinari che andassero aldila' della pasta al pesto o di un uovo al tegamino, i gusti e le tradizioni mi si sono incasinati parecchio!
Nel mio frigo il parmigiano si mischia ai semi di cumino e la mozzarella alla pasta di curry. Il prezzemolo e' stato sostituito dal coriandolo ed il mango ha preso il posto delle pesche.

Per una volta ho infilato il naso in due dei miei libri di cucina preferiti ed invece che tirarne fuori un sorriso ed un sospiro, ne ho tirato fuori un pranzo.

I libri in questione sono Ottolenghi the Cookbook, e Tamarind and Saffron di Claudia Roden.



Sono innamorata dei sapori della cucina medio orientale, di quei profumi di limone e di rose che parlano di calde nottate a Marrakech e mattinate assolate a Gerusalemme.
Ed allora se gli aromi ed i profumi di una qualsiasi medina nord africana vi incantano, vi consiglio di fare come me e sfogliare questi libri!

Ma tornando al mio pranzo, magari ve lo racconto e vi faccio venir voglia di provare qualche gusto un po' meno "italiano".

L'aperitivo mi ha vista alle prese con il cocktail inglese dell'estate, quello che se venite qui fra maggio e settembre dovete per forza ordinare al Pub:

 Il Pimm's&Lemonade,
farcito di fragole, mentuccia e arance e accompagnato dal mio primissimo hummus



Hand Made Hummus
Per l'hummus basta frullare una scatola di ceci, due cucchiai di olio di oliva, due cucchiai di pasta di sesamo (tahini), sale e succo di limone. Et voilat, e' buonissimo!



Per antipasto sono stati preparati e successivamente avidamente sbafati

Gnocchi di ricotta alla Salvia 



Che sono poi stati seguiti da un "Main Course" di

Tagine di Agnello con Preserved Lemon
In cui si cuoce l'agnello tagliato a piccoli pezzi con cipolla, zenzero, zafferano sale e pepe facendo sempre in modo che l'agnello sia coperto dall'acqua di cottura. Dopo circa 1h/1h30 si aggiungono piselli, olive e "preserved lemons" dove i preserved lemons non sono altro che limoni conservati in sale, succo di limone, foglie di alloro e anice stellata. Si cuoce per altri 15 minuti e si serve con cous cous.



Ed il dessert e' stato una semplicissima

Macedonia all'acqua di rose e sorbetto alla frutta
Basta aggiungere un cucchiaio di acqua di rose al solito limone e zucchero, chiamarla "Insalata di frutta al profumo di rosa" ed ecco a voi il dessert dello chef invece che la macedonia che mi rifilavano alla scuola materna! Per il sorbetto mi sono affidata all'amico Bimby (che se solo potessi portarmelo in vacanza....)



Thursday 13 June 2013

Una Famiglia Expat A......

Come succede, la rete puo' essere una bestia nera, con lupi mannari travestiti da agnellini che cercano di impossessarsi delle tue cose, delle tue foto, della tua vita nonche' del tuo conto in banca.
Pero'.....pero' la rete puo' anche essere un luogo dove nascono amicizie, si scoprono persone speciali, nascono iniziative di cultura, di solidarieta', cosi', senza una ragione e senza un profitto.

Fra i vari social di cui purtroppo la mammaInSe e' irrimediabilmente "addicted", fra i pavimenti non spazzati perche' c'avevo da twittare e le cene bruciate che c'avevo da instagrammare, e la tendinite al pollice a forza di tirare giu' quella maledetta tendina di aggiornamenti, ho incontrato Alessandra.


Alessandra e' una mamma (guarda un po') italiana ed emigrata in Canada.
Il suo blog e' The Mommyplanner ed ha intrapreso la bellissima iniziativa di scovare altre mamme expat nel resto del mondo e raccogliere le loro interviste in una rubrica che ha chiamato
Una Famiglia Expat A....

E allora anche la mammInSe si e' guadagnata la sua intervista in questo universo di  donne sbriciolate in giro per il mondo che cercano di ricreare legami e condividere esperienze con altre donne sbriciolate per il mondo (tutte dotate di bambini che mischiano lingue ed abitudini e che gia' da piccolissimi prendono parte a questo enorme Melting Pot)

Se volete leggere un "suntino" sulla mammaInSe lo trovate qui:
Una Famiglia Espatriata a Londra: a casa di Comesenonbastasse

Grazie ancora ad Alessandra che con la sua iniziativa mi ha fatto conoscere tante altre donne con l'ingrato destino di farsi correggere la seconda lingua dal nano di casa!!

Wednesday 5 June 2013

La Fine Delle Vacanze. Amen.


Grazie a Dio le vacanze son finite. 
L'Italia non ci ha graziato questa volta! Ci ha accolto con un freddo novembrino che mal si addiceva al guardaroba estivo che avevo frettolosamente ficcato in valigia.
Si, perché' le previsioni magari le avevo anche viste, su quel disegnino di nuvoloni e pioggia con un'allarmante scritta che dichiarava 12 gradi, ci avevo buttato un occhio, per poi chiuderlo con un "ma figurati a giugno 12 gradi non si sono mai visti".
E così nella mia beata autoillusione ho infilato in valigia costumi da bagno, copricostume e sandali e si, giusto un paio di felpine per i bimbi che non si sa mai.
Quando sbarcata a Roma ho visto aggirarsi i primi piumini e stivali invernali mi ha assalito il vago dubbio che forse quei menagramo delle previsioni del tempo non avevano proprio tutti i torti.

I nasi dei bambini hanno iniziato a colare copiosamente, i denti di Mr.M. a battere incessantemente e vecchie giacche dimenticate con un vago odore di naftalina sono state recuperate dagli armadi dei nonni.
La prima dose di ibuprofene e' stata aggiudicata al Bibo, che una mattina, si e' svegliato con l'occhio languido e le gote rosse.
Il secondo caduto in battaglia e' stato Mr.M., che dopo aver passato giorni ad organizzare una fuga romantica a Lerici senza bimbetti al seguito, ha deciso di provare la piscina riscaldata dell'hotel, senza pero' tenere conto dei 50m a 12gradi da percorrere, bagnato come un pulcino, dalla piscina alla camera.
E la seconda botta di ibuprofene se l'e' guadagnata lui.

Sabato notte siamo rientrati a Londra, e siccome a noi le cose piace farle facili, abbiamo volato da Nizza, si quella Nizza in Francia, che a noi il passaggio da più' nazioni in poche ore piace un sacco.
Carica seggiolini, carica bagagli, guida due ore con nani di pessimo umore, scarica nani, bagagli, seggiolini, tieni a bada i nani che mentre tu guidavi se la dormivano e quindi alle 9 di sera c'hanno l'energia che gli sprizza dalle orecchie mentre tu sei in riserva almeno dalle 5.
Sali sull'aereo, fatti saltare su ogni muscolo, vertebra, articolazione da quello piccolo che per lui l'Ipad e' presto, ascolta le rogne di quella grande che non vuole la cintura, non vuole mangiare, non vuole bere, si lamenta e, spetta un attimo, cosa c'ha li nel collo? Bibi girati un secondo che la mamma ti guarda. Oddio la Bibi sembra Cip (o Ciop) mentre inghiottisce contemporaneamente due ghiande.
Oddio, la Bibi c'ha il collo di Tyson. Mhh la Bibi e' anche un po' caldina.
E così pure la Bibi si e' guadagnta la sua dose di ibuprofene, nonche' un viaggio al prontosoccorso e 10 giorni di antibiotici!

A questo punto io avevo dato per finita e scontata la sfiga da vacanze che come una nube tossica ci segue e perseguita. Che fiducia mal riposta! Dopotutto era solo domenica mattina, c'era ancora tutto il pomeriggio da trascorrere!!
Con l'antibiotico e la tachipirina in borsa, ci dirigiamo a casa di amici. La Bibi c'ha sempre sto set di palle da bowling che protrude dal collo, ma tuttosommato sembra di buon umore.
E' una bella giornata, ci sediamo in giardino e mentre il Bibo pasteggia a terra ed erbacce, la Bibi sparisce dietro un angolo. 
Da quella direzione sentiamo un terribile SBADABAM e rumore di lamiere accartocciate.
Oddio cosa si e' tirata addosso la Bibi?? BabboInSe e MammaInSe saltano in piedi allarmantissimi, ma la Bibi rispunta dallo stesso angolo illesa e senza batter ciglio.
Aaaahh sospiro di sollievo.
Deve esserci stato un incidente qui fuori.
Ehhhh il solito cretino che va troppo veloce, a certa gente la patente proprio..., a proposito, dove e' che avete parcheggiato la macchina??

Chi indovina?
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