Thursday 7 February 2013

Il Nome che Venne Prima di Tutto

C'erano due ragazzi, nel pieno dei loro vent'anni.
C'erano due ragazzi, nel pieno dei loro vent'anni che respiravano ambizione e coltivavano aspettative fra i college senza tempo di Cambridge.
C'erano due ragazzi che in una sera d'estate in Italia si erano scambiati un bacio che li aveva uniti, allontanati e confusi e che quella sera, dopo un mese di silenzio, si studiavano cercando di decifrarsi.

Amici da un anno, impegnati in altre complicate relazioni, si erano scoperti a poco a poco piu' affini di quanto credessero. Avevano iniziato un tango di sguardi, di parole non dette, di allontanamenti e riavvicinamenti improvvisi. Nessuno dei due aveva chiaro dove quel ballo li avrebbe portati, forse solo un'infatuazione che avrebbero diligentemente rimesso sotto il cuscino, o forse no.

E poi c'era stata l'Italia, il rincontrarsi lontani dalle scrivanie dell'universita', lontani dal giro di amicizie incrociate che avrebbero storto il naso nel vederci mano nella mano.
Ed una nottata in riva al mare non poteva far altro che concludere il nostro tango con una giravolta, un casquet ed un bacio appassionato.

Pero' adesso, tutto era tornato ad essere complicato. Ritornati in Inghilterra, ritornati alle nostre scrivanie, con quella notte d'estate alle spalle, dovevamo toglierci le maschere una volta per tutte e scoprire se per noi c'era in riserbo qulacosa di piu' che un'amicizia con una svista.
E cosi' quella sera ci siamo ritrovati seduti allo stesso tavolo, a mangiare e chiacchierare facendo un po' finta di niente ma pesando il significato di ogni frase non detta.
Non ricordo tutto quello che ci siamo detti, ma ricordo perfettamente che abbiamo parlato di futuro e che quel futuro per noi voleva dire famiglia e figli. Fra le migliaia di incertezze che avevamo a vent'anni, in quella splendida terra di mezzo che e' Cambridge, dove in tanti arrivano e che tutti prima o poi lasciano, l'unica certezza che avevamo e' che prima o poi, da qualche parte nel mondo, avrremmo costruito una famiglia.

"E poi io so gia' come si chiamera' mia figlia" dice lui
"Ma non mi dire" risponde un po' sarcastica lei
"Mia figlia si chiamera' Annachiara, perche' e' un nome candido e limpido. Ha un suono cristallino, la semplicita' di Anna e la dolcezza di Chiara" afferma lui

E cosi' mi sono innamorata, dell'uomo che e' diventato mio marito e del nome che adesso appartiene a mia figlia.
Mai potro' amare nome allo stesso modo.
Mai potro' fare dono più bello a mia figlia: non le abbiamo regalato solo un nome, le abbiamo regalato una bellissima storia.




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