Monday 24 December 2012

Un Anno

Un anno e' lungo. Un anno e' un sacco di tempo. In un anno cambiano moltissime cose. Ed e' dovuto passare un anno prima che rimettessi piede nella mia citta'. In quella che ancora adesso, per sbaglio, chiamo casa. Dove anche il click dell'interruttore e' un rumore conosciuto e rassicurante.
A Genova la Superba, bella donna altera, difficile da conquistare.

Quando si torna per poco tempo, dopo cosi tanto tempo, si vorrebbe fare tutto e non si riesce a combinare nulla. Si vorrebbe gustare ogni minuto, e si finisce con l'elemosinare le ore di sonno. Ci sono posti da rivedere, persone da riabbracciare, Bibi da presentare, ma anche Bibi da sfamare, da addormentare, da calmare. Ah e poi si, ci sarebbe anche Natale da organizzare ed i regali da impacchettare.
Certo, nell'incastro di appuntamenti, cene, pranzi e caffe, non avevo messo in conto la gita al prontosoccorso. Per carita', errore mio. Ormai dovrei sapere che le partenze danno sempre alla testa a mia figlia, purtroppo in senso piuttosto letterale. A Luglio la sbarra di ferro, per Natale si e' fatta lo spigolo del tavolino della TV! Ovvio no!
E poi l'ebbrezza del prontosoccorso italiano non l'aveva ancora provata! Dice di essere rimasta piacevolmente impressionata da quello ligure, magari per Pasqua ce ne proviamo uno in toscana!

Con la fronte della Bibi rincollata a dovere, siamo riusciti a presenziare a tutti gli atti di vita pubblica convenuti!
Ho rivisto le amiche inossidabili, ed il bello e' che ci conosciamo da cosi' tante decadi che siamo un po' come Beautiful: non importa se perdiamo parecchie puntate, quando ci si rivede sappiamo ricostruire tutta la storia in un secondo, anche se nel frattempo sono arrivati 7 bambini ad incasinarci le rimpatriate!
Ho rivisto l'AMICA dell'universita' che probabilmente c'ha il ritratto di Dorian Grey a casa che invecchia al posto suo, perche' a lei continuano a chiedere la carta d'identita' per comprarsi un drink!

In tutto questo ho trovato il tempo di fermarmi in spianata Castelletto, con Genova ai miei piedi, austera, severa e bellissima. Si proprio te Zena, che ancora oggi.
per sbaglio.
chiamo.
casa.

Saturday 15 December 2012

Una Botta di Vita...E Non Solo

Siamo una coppia di morigeratissimi. Non molliamo spesso la prole a babysitter ed affini, non tanto per sensi di colpa quanto per pigrizia cronica. Tutto sommato ci piace di piu' avere amici a casa, magari per tutto il weekend, piuttosto che infiocchettarci e darci alla folle vita notturna.
Che poi voglio dire, di folle vita notturna ne ho quanta ne voglio a casa mia, con risvegli notturni alle ore piu' disparate ed interessanti richieste di storie e giochi alle 4 del mattino.

Pero' poi ogni tanto succede, arriva quell'evento a cui non puoi proprio dire di no.
In modo molto british, l'invito e' arrivato circa 2 mesi prima e poi come fai ad inventarti che non ti sei riuscito ad organizzare?
MIL l'infaticabile (altrimenti conosciuta come Mother In Low) si e' presa cura dei Bibi, li ha cibati e messi a nanna (al mio ritorno casa e cucina erano ancora in piedi quindi suppongo tutto sia andato per il meglio anche se ho preferito fare la gnorri e non chiedere troppi particolari). La MammainSE era ufficialmente in libera uscita!
Si e' dotata di microborsetta contente solo abbonamento alla metro e telefono, si e' messa un vestito, i tacchi alti e si e' pure concessa un rossetto piu' rosso della mantella di cappuccetto rosso che si era comprata in un momento fashionista di due anni prima e che era poi rimasto dimenticato sul fondo della  borsetta dei trucchi. Dopo un paio di anni si e' anche concessa di autofotografarsi, che i filtri di Instagram, si sa, migliorano la vita (e la faccia) a tutti!

Mi sono goduta il viaggio in treno fino a Victoria, da sola, che quel lavoratore indefesso di Mr.M. ci avrebbe raggiunto piu' tardi direttamente dal lavoro.
Presa dalla sete di liberta' ho poi deciso di ritardare il mio arrivo alla cena e camminare nell'aria fredda di una qualsiasi serata londinese. Mi sono concessa il lusso di guardare le lucine scintillanti, di fermarmi davanti alle vetrine dei negozi, senza che nessuna manina mi tirasse la giacca e nessuna vocina mi strillasse nelle orecchie.

Ho percorso tutta Victoria Street fino ad arrivare davanti al mostro simil-gotico conosciuto anche come Palazzo di Westminster.
Mi sono diligentemente messa in fila davanti alla sicurezza, che e' piu' facile salire con un mitra in aereo piuttosto che entrare dentro Westminster e poi via, nel dedalo di corridoi e corridoietti e scaline a atrii mozzafiato dentro la House of Lord.
Sono arrivata giusto in tempo per i drinks e mi si e' plastificata la faccia a forza di sorridere cortesemente a tutte le persone che mi venivano presentate e con cui c'era da scambiare la "small talk" di circostanza. Ormai ho imparato che quando sono imbarazzatamente senza parole davanti ad un perfetto sconosciuto ingessato e rigido come un carciofo, devo buttarla sul tempo e le previsioni per i prossimi 10 anni, magari anche un accenno al global warming e via, la conversazione fila liscia come l'olio!

Insomma la cena e' stata un successone con tanto di asta di beneficenza finale, eppure c'era quel dolorino e senso generale di malessere che si faceva piu' insistente. Un po' piu' fastidioso, e poi un po' piu' fastidioso ancora. Fino alla tragica realizzazione arrivata insieme al dessert.
"Ehm If you'll excuse me, I'll powder my nose at the ladies" Che e' poi il modo piu' gentile che conosco di dire :"Mollami subito che devo correre al bagno con la velocita' della luce che sto male come un cane"
Ed e' proprio in quel momento, quando la totale solitudine ed intimita' sarebbero state piacevolmente gradite, che la moglie ingioiellatissima e taccatissima del collega del marito se ne esce:" Oh darling, I'll come with you"
Ma porc....Ma non le hanno insegnato che verso i 15 anni anche le donne smettono di andare in bagno insieme? Suvvia!

Tuesday 11 December 2012

Futili Divagazioni su Mamme e Mezzi Pubblici

E' tutto iniziato con un tweet di lamentele su mamme che al mattino usano mezzi pubblici e non piegano i passeggini. Che i passeggini sull'autobus vanno chiusi, che se i bambini sono piccoli allora bisogna usare il marsupio, che allora mamme con passeggini dovrebbero uscire alle 11 e non alle 8 del mattino durante l'ora di punta di "chi lavora" (questo l'ho sottointeso io).
Credo i toni siano stati dettati dallo stress mattutino di chi si ritrova a scavalcare orde di umanita' per riuscire a salire su un benedettissimo autobus, ma il concetto era abbastanza chiaro.

Ed allora io che devo mollare il bambino al nido o ai nonni, o alla tata, o devo andare dal dottore cosa devo fare? Chiedere l'ombrello a Mary Poppins e muovermi volando? Oppure devo provare con i pattini a rotelle mentre spingo il passeggino? Se sono da sola con un bimbo che non ha ancora raggiunto la fase "bipede" che faccio? Con un braccio tengo il bimbo, con l'altro chiudo il passeggino ed alla prima curva spacco la rotula della vecchietta davanti dopo esserle rovinosamente caduta addosso? Se poi di bambini ne ho due che fate? Mi mettete il veto di muovermi di casa se non  auto-munita fatta eccezione per il fine settimana?

Forse dopo anni di vita all'estero mi sono "assuefatta" ai  miei diritti e mi scoccia enormemente farmeli togliere. Sono abituata a delle regole che, guarda caso, funzionano e che le persone tendono ad accettare.
Sugli autobus c'e' una piccola zona riservata a due passeggini o ad una carrozzella per disabili. Chiunque stazioni in quest'area ha il dovere di spostarsi se salgono mamme con passeggini, a prescindere da quanto il resto dell'autobus sia pieno.
Se e' occupata da altri passeggini devi aspettare l'autobus successivo (o piegare il tuo passeggino se puoi).
Se alla fermata successiva un disabile con carrozzella vuole salire, le mamme con i passeggini scendono e lasciano il posto a chi ha la precedenza.
Il tutto (di solito) accade senza sbuffi, senza lamenti e senza crisi isteriche.

Continuo a chiedermi esterefatta perche' da noi certe cose non debbano funzionare. Perche' il diritto di una minoranza debba essere necessariamente visto come un danno alla maggioranza. E no, non sto solo parlando di mamme e passeggini!
Perche' da noi un disabile non puo' avere la possibilita' di muoversi da solo da casa, di prendere un autobus ed andare al lavoro? Ci sono realta' piu' illuminate in Italia che io non conosco?
Ho visto un autista negare la corsa ad un ragazzo in carrozzella perche' l'autobus era pieno e non aveva il tempo di fare manovra per accostarsi al marciapiedi ed estrarre la pedana. Veramente ci costa cosi tanto?
E' solo un problema di disgraziata organizzazione del sistema di trasporto pubblico, o siamo anche noi cittadini a non semplificare le cose?

Ho imparato a convivere con i difetti del mondo anglosassone, con il cieco rispetto delle regole e delle code e la totale incapacita' di saper "chiudere un occhio" anche quando semplificherebbe la vita a tutti quanti. Allo stesso modo devo pero' apprezzare e condividere un rispetto della pluralità e del pubblico che da noi va a discrezione della persona e che qui e' riconosciuta come regola del vivere civile in una comunita'. Dove in metropolitana ho sempre trovato qualcuno che mi aiutasse a portare il passeggino su e giu per le scale, dove mi e' sempre stato offerto il posto quando ero incinta, dove sono stata aiutata a salire sul treno dei pendolari all'ora di punta nonstante passeggino e bambina urlante.

E scusate per i rantolamenti, ma la mia sensibilita' non eccessivamente permalosa, si sente dolorosamente chiamata in causa al concetto del:" se procreate e' un problema vostro e non degli altri utenti dei mezzi di trasporto", che potrebbe rovinosamente traslarsi nel "se dovete muovervi in carrozzella all'ora di punta e' un problema vostro...." etc..etc..etc..




Monday 3 December 2012

Proprio Ora, Proprio in Questo Istante

E no, non avevo programmato di scrivere questo post, anzi a dire la verita' avrei un migliaio di cose da fare in questa pausa-pisolino-Bibo, ma so che se non lo scrivo adesso, poi passa la magia e mi ritrovo con la solita cinica-ironica-me. Ed invece mi voglio ricordare di come mi sento ora, in questo precisissimo momento.
Perche' proprio ora, proprio in questo istante, non vorrei essere in nessun altro luogo se non qui, non vorrei essere nessun altro se non me stessa e non vorrei avere nulla in piu' di quel che ho gia'.

Ed allora per una volta, per questo Natale, non voglio chiedere, ma voglio ringraziare.

Voglio ringraziare per quella pieghina nel collo del Bibo dove infilo il naso tutte le volte che mi sento un po' giu'.
Perche' in quella pieghina del collo c'e' la sicurezza delle cose importanti.

Voglio ringraziare per gli occhi di mia figlia, che sono furbi e magnetici e preziosi. E quando guardo qei suoi occhi vedo il mare e tutto cio' che di bello la vita ha da offrire.

Voglio ringraziare per le mattine in cui sento dei piedini piccoli che attraversano il corridoio, per un musino che spunta dalla porta per annunciare che e' mattina, ma che tutto sommato avrebbe voglia di venire ad accoccolarsi ancora per dieci minuti vicino a mamma e babbo.

Voglio ringraziare per i sorrisi sdentati che il Bibo regala felice a chiunque abbia il tempo di dargli un po' di attenzione.

Voglio ringraziare per avere il tempo di far crescere i miei figli e di non perdermi nemmeno un istante della loro vita.

E lo so che domani saro' qui a lamentarmi perche' sono stanca, perche' vorrei un po' di liberta', perche' vorrei avere il tempo di farmi un doccia, perche' i capricci io proprio non li sopporto piu' perche', perche' perche'....
Ma oggi no, oggi va tutto bene. Anche quei chili che mi si sono amorevolmente appiccicati al giro vita, anche le pappine che mi vengono sputacchiate sui vestiti puliti, anche la pioggia che mi fa venire freddo ai piedi.

Oggi voglio solo farmi una "mental note" per ricordarmi di quanto sia speciale avere dei bambini piccini in casa, dell'affetto incontaminato di cui solo loro sanno avvolgerti. Del privilegio di essere il loro punto fermo, la loro bussola, l'amore di cui nessuno potra' mai privarli.

Perche' ragazza mia, ricordatelo bene, stanotte vai a dormire e domani avrai gia' per casa una ragazzina con la frangia troppo lunga e la gonna troppo corta ed un ragazzino con i pantaloni a sigaretta e la pettinatura alla OASIS. Ed a quel punto saranno troppo orgogliosi per infilarsi nel lettone a chiedere le coccole e si vergogneranno della mamma attempatella che cerca di baciarli ogni volta che escono di casa!

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