E' la valvola di sfogo, il luogo dove si incontra sempre qualche faccia amica, dive e' possibile scrutare il mondo da dietro l'altalena. C'e' il laghetto tondo tondo dove convivono oche e papere e palloni lanciati con troppa foga e mai recuperati. Ci sono alberi, fiori e cespugli dove giocare a nascondino per ore.
La prima tappa e' nel piccolo slargo dove dare il pane alle papere. Proprio li' di fianco al cartello che dice "vietato dar da mangiare alle papere", ma pure gli inglesi, così ligi e doverosi, eliminano il problema con un "never mind".
C'e' il nonno, che ha controllato su internet tutti i nomi delle papere del laghetto, così le può spiegare alla nipotina. Per la mammaInSe sono solo papere, o anche amichevolmente "qua qua". Per il nonno sono gallinelle d'acqua, oche egiziane appena emigrate, morette, fistioni cileni e ciuffate. Cammina lento, un po' ondulante, e racconta alla nipotina delle oche, di quel laghetto che un tempo apparteneva ad un avvocato importante, delle case intorno al parco costruite negli anni '20 per i reduci di guerra, "houses for heroes", così le ha chiamate.
C'e' il sentiero che circonda il laghetto tondo tondo, e la mammaInSe ed il Bibo si incamminano.
C'e' la babysitter, ha 20 anni, forse. Ha i capelli un po' rosa, un po' castani, un po' argentati. Ha un piercing sul labbro ed un sorriso sfacciato e luminoso. Lei parla al telefono, e parla, parla, perche' domani ha un colloquio "in town" ed e' fiduciosa, con tutto quel futuro davanti, e quel sorriso tondo che diventa ancor più grande. Parla al telefono ed insegue un mostrino di un paio di anni, lo lancia in aria, gli fa il solletico. E non perde il filo del discorso, non perde quella risata cristallina, non perde nemmeno di vista quel diavoletto che scappa. E ride.
Dopo il grande albero abbattuto, sul cui tronco sono stati intagliati scalini per piedi piccoli ed intorno al quale si formano le pozzanghere di fango più' grosse d'Inghilterra, c'e' l'ingresso del parco giochi. Vieni Bibo che le altalene sono libere.
C'e' il papa', nel suo "day off". Perché qui funziona spesso così: sia mamma che papa' lavorano 4 giorni alla settimana, così il bambino va all'asilo solo 3 giorni e costa molto, molto meno! Un po' goffo, come solo certi papa' riescono ad essere quando si trovano alle prese con bambini troppo piccoli per giocare a pallone, o per parlare...E scattava foto. Sull'altalena, sullo scivolo, davanti alle papere (oche egiziane volevo dire). Chissà forse voleva mostrarle alla mamma:" ehi mamma, tu che mi critichi sempre, guarda qui, guarda come ci divertiamo, guarda quante cose impariamo a fare insieme! Dammi fiducia una volta tanto! Sono bravo, lo amo quanto te, anche se gli cambio il pannolino 10 minuti più tardi"
Facciamo una pausa sulla panchina Bibo, raccontami una storia, raccontami di quella volta che hai dato un bacino a Molly.
C'e' anche lei. O meglio c'e', ma non veramente. Una bimba di 3 anni, l'altra forse uno. Gli auricolari ben piantati nelle orecchie. Uno scivolo, un "Wiiiiiii ", la bimba che le tira la giacchetta e lei alle auricolari:" We really need you on board on this project, Abbiamo davvero bisogno della tua collaborazione in questo progetto, il CEO della compagnia conta su dite, abbiamo bisogno di organizzare un meeting al più presto con il cliente....bla bla bla". E' stanca, e' nervosa, cambia pannolini senza averne voglia, le occhiaie di chi non ha dormito un gran che ed un fare rabbioso e scostante con le figlie.
Ed alla mammaInSe si stringe un po' il cuore, perché e' l'unica, in quel grande campionario umano, ad essere chiaramente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non veste panni comodi quella mamma con glia auricolari, non ha alcuna voglia di passare la mattinata a spingere l'altalena, a saltare sul pampano o fare collane di margherite.
E la mammaInSe le vorrebbe dire:" ehi, va bene così, se ti pesa allora non farlo. Non sei costretta. Torna dalle tue figlie quando il meeting e' finito, quando sarai con loro, anche con la testa. Sarete più felici tutti e tre. Segui le tue ambizioni e la tua strada, non devi rinunciare, devi solo trovare una soluzione diversa. Non vestire panni che non ti appartengono o finirai per strapparli."
Ma e' tardi ora, ognuno per la sua strada, uscendo lentamente dai cancelli. E che sia una buona giornata.