Wednesday 30 July 2014

Il Bilinguismo dei Bibis

C'e' stato un tempo, che ormai sembra tanto tempo fa, in cui la Bibi si rifiutava di parlare inglese. Specialmente in presenza della mammaInSe. Ancora più specialmente se esortata dalla mammaInSe.
Capiva perfettamente ma si rifiutava di rispondere pure ai "basics" tipo "Come ti chiami" o "Quanti anni hai"
La mammaInSe non se ne e' poi molto preoccupata, cosciente che probabilmente, entro breve si sarebbe proposto il problema contrario. Tutto sommato silenziosamente felice che la Bibi sentisse ancora l'italiano come la lingua a lei più vicina, la lingua che in qualche modo voleva dire casa, amore, sicurezza ed affetto.
Poi in fondo la mammaInSe si e' sempre imposta di parlarle solo ed esclusivamente italiano, rasentando la maleducazione alla presenza di altre persone, ma si e' sempre anche detta "ecchissenefrega".
Intanto la Bibi sviluppava un inglese un po' incespicante farcito di grosse risate con le amichette quando non capiva una mazza di quello che le dicevano (perché poi c'e' da aprire un intero capitolo sull'inglese (o l'italiano, o l'indù o il mandarino…) parlato dai bambini fra i 2 ed i 4 anni).
Poi e' arrivata la prescuola, e, come da programma, quell'inglese incespicante si e' trasformato nella lingua forte e preferita, con accento perfetto (che quando mi corregge davanti ad altre persone la ammazzerei ma vabbe'..), vocabolario stupefacente ed errori buffi dovuti più all'eta' acerba che a confusione da bilinguismo. Così, all'improvviso e senza nemmeno avvertirmi!

In pochi mesi e' arrivato il temuto momento in cui all'uscita da scuola continuava per ore a parlare solo in inglese, a giocare in inglese, a rispondere esclusivamente in inglese.

"Bibi parla in italiano con la mamma"
"E perche'? tanto tu capisci lo stesso"

Poi siamo andati in montagna in Italia, con una carovanata di gente dall'Italia, con figli grandi e piccoli e tutti italiani. Come per magia, non solo la Bibi ha smesso in un secondo di parlare inglese, ma quando spronata dai bambini più grandi a dire qualcosa in inglese, si rinchiudeva in un silenzio imbarazzato.
Ma la magia ancora più interessante era che, appena chiusa alle spalle la porta della camera dell'albergo, ricominciava a parlare inglese con suo fratello o mentre giocava da sola!

Ancora una volta li guardo e mi sembrano tutti magici questi bambini! Non hanno nulla da dimostrare, vogliono solo appartenere ad un gruppo ed essere come tutti gli altri. "Non chiedetemi prodezze, chiedetemi solo di giocare con voi".

Mi venivano in mente certi italiani espatriati che pare che in un anno abbiano dimenticato tutto l'italiano di una vita e quando rientrano in patria ad ogni conversazione fanno un gran minestrone delle due lingue (Sono andato a comprare…oh my gosh non mi viene la parola, come si dice in italiano BREAD?), che qualche parola ogni tanto può succedere ma certi sembra che li abbiano lobotomizzati dopo l'espatrio!

Quello piccolo e' tutta un'altra storia. E' andato all'asilo 6 mesi prima della Bibi (a 18 mesi invece che 24), solo per due giorni alla settimana e nemmeno tanto volentieri a dire la verita'….ha poi una sorella che chiacchiera come una macchinetta a carica infinita, e spesso e volentieri in inglese. E così lui, alla faccia della regola per cui di solito i bambini bilingue iniziano a parlare più tardi, sforna frasi corte ma articolate in inglese o in italiano in base alla situazione. Non c'e' traduzione e non c'e' volontà', sembra semplicemente che nel database del cervello riesca a scegliere la cosa di cui ha bisogno al momento opportuno, adattandosi all'interlocutore!

Per la mammaInSe tutto cio' e' bellissimo e stranissimo. In qualche modo segna la loro via che si distacca dalle orme materne per prendere curve tutte diverse. Segna tutto cio' che imparano quando non sono con la mammaInSe, e se questo e' vero per tutti i bambini del mondo, alla mammaInSe sembra che tutte queste parole straniere che spuntano come funghi da quelle bocche piccoline, rendano il distacco tangibile e misurabile.

Eppero' dovreste sentirlo il Bibo quando si dice da solo "Well Done" con un accento italiano che manco Vito Corleone….

Monday 28 July 2014

Al Mio Segnale….

A volte ci sono decisioni che prendi con una certa leggerezza, nonostante una vocina infondo alla tua testa stia cercando di metterti in guardia. E' un attimo, dici un si senza pensarci troppo, ancora ingnara delle future sciagure.

"MammaInSe, ho visto un posto dove ci sono decine di ingrossi di arredamento uno dietro all'altro, migliaia di divani, comodini e comò che non aspettano altro che la famigliaInSe trovi loro un posto d'onore in casa"
"Ma si MR.M., andiamo, per ammazzare questa domenica di sole splendente. Perché goderci il giardino mentre quelli piccoli fanno le rane nella piscinetta gonfiabile?"

La mammaInSe ha asciugato le ranocchie gracidanti (Nooo Uaaaa non vogliamo venire/salire in macchina/camminare/vestirci), ha sgonfiato la piscinetta del giardino ed ha caricato in macchina due mostrini estremamente recalcitranti.

Quello piccolo dorme, vai e' fatta, meno uno.
Quella grande si lamente a dismisura, ma e' nell'eta' in cui un paio di minacce fanno meraviglie (Se non la smetti con il lamento supremo niente gelati ed ipad per una settimana……e la mamma disabilita pure la funzione dei cubetti di ghiaccio del freezer!)

Primo negozio, quello piccolo dorme ancora, perfetto. Entriamo nel negozio, quello piccolo si sveglia, ma porc….
Sempre Primo negozio: Bibi ancora in fase "lamento supremo", Bibo in fase "mi son appena svegliato, mo' rompo fino a quando non mi rimetti a dormire". FamigliaInSe salvata da megaschermo all'interno del negozio con Toy Story e distributore gratuito di biscotti al cioccolato (per i mostrini) e caffè (per la mammaInSe)

Secondo Negozio: quelli piccoli hanno pericolosamente recuperato le energie: rimbalzano come delle palline da un divano in esposizione all'altro, ci si rotolano, fanno le capriole, giro di nascondino fra credenze e comodini, corsa ad ostacoli fra lampade da terra e tavolini da caffè.

Terzo Negozio:Vedi sopra

Quarto Negozio: Pianto a singhiozzi: Ho sete/ho fame/mi scappa la pipi'/ sono stanca/

Quinto negozio: A dire la verita' non ho idea di cosa vendessero nel quinto negozio. Sono entrata ed ho chiesto :"Avete mica un bagno?"

Ricarichiamo i bamini in macchina: Nooooo, non voglio salireeee, voglio andare al ristorante (????), fa caldo, fa freddo, la cintura mi stringeeeee.

Parte la macchina, i bambini si addormentano. La mammaInSe e Mr.M. finalmente riescono a rivolgersi la parola e riprendersi dalla maratona. Chiacchierano felici, nonostante in tre ore e cinque negozi non abbiano visto praticamente nulla e l'unico ricordo vivo e nitido sia dei biscotti al cioccolato e del caffè.
Chiacchierano e quasi si dimenticano che li dietro ci sono due Gremlins addormentati che andranno svegliati, rifocillati e riaddormentati.

Arrivano a casa, sospirano davanti a quelle faccine rotonde e perfette, a quelle ciglia lunghe ed i sospironi profondi della nanna.

"Allora che facciamo, li svegliamo o stiamo qui a guardarli per una mezzoretta in mezzo alla strada?"

"OK, pronto? Al mio segnale SCATENA L'INFERNOOOOOO"

Friday 25 July 2014

The Shop Assistant - Storie da Commessa


Dopo l'ode al sole ed ai picnic dell'ultimo post, qui si e' scatenato l'uragano. Mr.M., appena sbarcato da NY e sulla via del lavoro, e' stato colto da bombe d'acqua e pioggia orizzontale che l'hanno ridotto peggio di un quindicenne durante la battaglia dei gavettoni di ferragosto. La mammainse e' invece stata investita dall'atroce dubbio di portare una certa sfiga.

Comunque, sfiga o meno, c'era il solito annoso problema di intrattenere bambini chiusi in casa. E' un po' come avere a che fare con l'acqua sul fuoco: all'inizio non succede nulla, giocano insieme beati e felici, poi iniziano le prime bollicine e li senti urlettare e ridere, ma si divertono, l'acqua non bolle ancora. Continui a sorvegliarli: gli stessi urletti felici, qualche salto. Allora commetti l'atroce errore di lasciare la stanza per un istante, chesso' per andare in bagno, ed ecco l'esplosione, l'acqua bolle impazzita, possibilmente uscendo dalla pentola; i bambini si stanno buttando a volo d'angelo dal divano atterrando uno sopra l'altro.

Dunque intervieni: bambini facciamo un bel gioco, giochiamo al negozio


Io ODIO giocare al negozio, una noia mortale, ma odio ancora di piu' le bambole, e qualsiasi attivita' creativa quando c'e' quello piccolo intorno finisce con un divano da cambiare o una parete da ridipingere...quindi...

-Mamma io voglio fare la shop assistant, tu vai di la, poi arrivi con una borsa e compri!

-Buongiorno signora che bel negozio. Vorrei un regalo per mia mamma. Ha quslcosa di adatto?
-Certo ho questi palloncini rosa e azzurri perfetti.
-Mmh pensavo piu' ad un gioiello, tipo quel braccialetto di Hello Ktty che per una donna sulla sessantina e' perfetto.
- Ok, glielo metto nella borsa ma i pallincini non li vuole?
- No grazie, Hello Kitty fara' gia' una certa figura
-Ma due palloncini da attaccare sulla finestra e la porta?
-Ma no grazie io...
-Ma si, sono belli e grandi e ci puo fare una festa e poi c'e' scritto "birthday girl" con i cuoricini, quindi per sua mamma sono perfetti
- E va bene ma solo quelli rosa!
- Sono £10 pounds
-Ma ho preso solo quelli rosa!
- Eh ma qui sul bigliettino c'e' scritto 10
- Si ma io ho preso solo quelli rosa che sono la meta' quindi mi dovrebbe fare un po' di sconto.
-Eh no Signora mi dispiace, in questo negozio non si fanno sconti!

Fregata pure dalla quattrenne!

Thursday 24 July 2014

A British Summer




Lo dico piano, a fil di voce, lo dico stasera, anche se ho un occhio che si chiude e l'altro pure, perché' temo che da domani la magia svanirà', il sole tornerà' al fare il prezioso dietro nuvoloni capricciosi e mi toccherà' rimettere a posto la piscinetta gonfiabile e tirare fuori l'impermeabile.

Londra tutta ha vissuto alcune settimane in stato di grazia e gli ultimi giorni da miracolata: il cielo si e' aperto, il sole si e' vestito a festa ed invece del solito teporino da mezza manica e pantaloni lunghi, ci ha regalato un caldo vero da infradito e vestito di garza. Potremmo aprire un lungo discorso su come gli inglesi si mettano le infradito già a marzo quando intravedono qualche raggio primaverile, ma non voglio rovinare la poesia di questi giorni!

Un caldo, vero, che mi schianta indietro ne tempo, quando dopo pranzo mi sdraiavo per terra, braccia e gambe aperti, sul pavimento di graniglia di mia nonna, per aderire ogni centimetro di pelle alla superficie più' fresca della casa.
Quel caldo vero, quando le persiane rimangono sempre socchiuse e le tende di cotone danzano nella penombra annunciando un refolo di vento.
Quel caldo vero che ci faceva fuggire al mare o in montagna, che la citta' diventava un inferno di strade roventi e deserte e la fontanella dei giardinetti non vedeva l'acqua per settimane!

Un caldo vero che ha decisamente dato alla testa dei Bibi di casa, non abituati a queste temperature mediterranee. Nonstante io tenti di idratarli in continuazione, temo che tutto cio' sia troppo per loro che stanno mostrando segni di incipiente follia: quello piccolo si e' trasformato in una specie di strano elfo hippie. Si adorna di bracciali, anelli ed orologi, non si toglie mai il cappello, e quando dico mai intendo nemmeno per dormire o fare il bagno; ed oggi, oltre al cappello, siamo stati costretti a fargli fare il bagno pure con le scarpe. Insomma, nel periodo dei "terrible twos" e dei capricci a gogo, devi scegliere le tue battaglie, ed ho deciso che infilarlo nella vasca con cappello e con le crocs era meno deleterio che un'ora di urla giusto prima della nanna. La Bibi invece ha una moderata ossessione per le Loom Bands (avete presente i braccialetti fatti con gli elastici) e per il ghiaccio; da quando ha scoperto che il nostro freezer produce cubetti di ghiaccio, se li metterebbe pure nella pasta al pomodoro. Nei momenti più' inaspettati della giornata (tipo a colazione) la si può vedere avvicinarsi circospetta al freezer ed infilarsi cubetti di ghiaccio in bocca o, se colta in flagrante, ad infilarne una manciata nel bicchiere con giusto mezzo dito d'acqua per fare la finta.

In questi giorni ho anche scoperto una Londra diversa, una metropoli che nonostante il caldo soffocante, riesce ad essere a misura di bambino e di famiglia. Parchi e giardini pensati per bambini di ogni eta'. Minuscoli parchi acquatici costruiti nei giardinetti sotto casa. Zone d'ombra curate e pulite per picnic e piccole pause.
E li dovreste vedere questi inglesi come sono attrezzati, partono per i giardinetti carichi come non mai, fra costumi, creme solari, snack per i bambini e magari pure la seggiolina pieghevole per la mamma che veglia da lontano. Sono i re e le regine indiscussi del picnic: riescono ad organizzarne ovunque, in continuazione,sotto ogni condizione atmosferica. Li ho visti pure decorare gli alberi dei giardinetti con i "BUNTING" portati da casa (ma si, avete presente le bandierine colorate?). Immaginate quindi l'estasi di un popolo che ama follemente stare all'aperto, quando gli e' concesso farlo senza gli stivaloni da pioggia ed il poncho sulle spalle!

E la sera, quando i bimbi sono a nanna, c'e' il via al barbecue, oppure la rincorsa al locale con i tavoli all'aperto, o perche' no, un altro picnic in notturna dove al succo di frutta viene sostituita una buona (ma spesso anche no)bottiglia di vino rigorosamente servito in calici portati da casa.

Guardandomi intorno vedo un impegno vero a godere ogni istante di questo caldo inaspettato, con la determinazione di chi sa che domani probabilmente pioverà a dirotto e che non c'e' tempo da perdere!
E probabilmente domani rivedro' le stesse mamme che oggi spalmavano protezione totale e calzavano i cappellini sulle teste pelate, nello stesso parco, rivestite di stivaloni ed impermeabili, a far saltare i bambini di pozzanghera in pozzanghera.

Insomma, tutto questo entusiasmo va ricompensato! Un paio di settimane d'estate all'anno ce li meritiamo pure noi no?

Tuesday 22 July 2014

Il Silenzio Inaspettato

C'e' uno strano silenzio assordante che avvolge le serate della mammainSE.
Un silenzio agognato, immaginato, reclamato, che adesso la coglie un po' in contropiede perche' non sa trovare una posizione comoda in cui ascoltare tutto questo silenzio e forse e' un po' spaventata che tutta questa pace la costringerà ad ascoltarsi invece che ascoltare.

Mr.M. e'  partito per la grande mela ("che figo", gli dicono tutti, ignari del fatto che l'albergo e l'ufficio sono nello stesso palazzo, niente metropolitana, niente 5th Avenue, ma un bel corridoio inondato di aria condizionata che lo porta dalla colazione alla scrivania, e no, non ditegli "che figo andare a NY" che poi vi mangia vivi) lasciando la mammainse a spartire le giornate con muratori e bambini in vacanza - binomio che no, non va per nulla d'accordo.

Quindi le giornate vengono scandite da martelli pneumatici, picchiettare metallici, chili di polvere depositati sui pavimenti nuovi della casaInSe e ruggiti imbestialiti di bambini annoiati ed accaldati.
I due anni del Bibo mettono a prova estrema la pazienza (da tempo sgocciolante) ed i timpani della mammainse, fra urla raccapriccianti, capricci persistenti e disastri in continuo divenire.
La Bibi, colta da precoce fase pre-adolescenziale, canta a squarciagola, si cambia 10 volte al giorno comparendo e scomparendo fra abiti da principessa, gonne fosforescenti e magliette di peppa pig, e pretende attenzione, comunicazione e totale dedizione.
Gia' alle 7 del mattino la mammainSE prega che a qualcuno vada via la voce, almeno per qualche minuto, ed invece le giornate sono un susseguirsi di cacofonie, di salti mortali per evitare capricci (soprattutto dei muratori) ed insurrezioni.

Capirete quindi come il totale silenzio e pace improvvisi che piombano nelle serate (no, nelle nottate ancora no, ma ci stiamo lavorando) della mammainSE, la colgano totalmente impreparata, che quando vivi nel continuo uragano, la quiete sembra solo un preannuncio di sciagure.
La mammainSe, si aggira solitaria fra mura ancora un po' sconosciute, tentando di fare la pace con il divano, con le piastrelle e con le lampadine che tremolano. E' talmente abituata a lottare per ottenere 10 minuti di solitudine in bagno, che all'improvviso si sente spersa e spaesata in una casa che sussurra. Si siede timida sul divano, non sapendo bene che cosa si fa, quando si potrebbe non fare nulla. Continua ad alzarsi per controllare di aver chiuso le finestre, di avere dato i giri alle porte, di aver spento l'acqua che annaffia il giardino e sente che avrebbe bisogno di un silenzio un po' più lungo per imparare davvero a galleggiare nella pace del bastarsi, per spingersi oltre il bordo di quel divano, mettendosi comoda sul serio e cercarsi un po' dentro, così, tanto per controllare che cosa sia rimasto li' in fondo, dove non guarda da tanto tempo e si sono accumulate polvere e ragnatele. O forse no, meglio di no, potrebbe cadere in letargo per recuperare il sonno perso e poi chi la schioda più da quel divano?

Monday 21 July 2014

Quelli che camminano saltellando

Sembra passata un'eternità ed invece poco più' di una settimana fa eravamo ancora in montagna a respirare aria troppo ricca di ossigeno a cui i nostri polmoni metropolitani non sono più' abituati, a camminare tenendoci per mano urlando a squarciagola gli intramontabili "quel mazzolin di fiori" "bella ciao" ed il "capitano della compagnia" (il tutto punteggiato dalla colonna sonora di FROZEN che vabbe'…).
Sara' che come al solito ci siamo giocati i punti relax guadagnati in una settimana, nelle due ore prima della partenza, quando i nostri cervelli iperossigenati hanno fatto male i calcoli delle congiunzioni astrali: partiamo? ma noi dai e' presto, facciamo colazione-salutiamo gli amici- facciamo ciao alle montagne- salutiamo la cameriera/massaggiatrice/barista/giardiniere-che-sono-stati-cosi-gentili-chissa'-quando-mai-li-rivedremo per poi ridurci al "maporcamiserialadra-la-coda-siam-bloccati-fra un'ora l'aereo parte e noi siamo ancora a metter benzina in autostrada" e l'intramontabile finale a sorpresa :"nuooooo la macchina diceva diesel e tu hai messo la benzinaaaaa e mancano 20km all'aeroporto: segno di croce, cornetto alla mano e che qualcuno lassù ce la mandi buona (n.d.r. la macchina e' arrivata singhiozzando fino all'aeroporto e la donnina del check-in si e' impietosita a vedere bambini urlanti e genitori in una valle di disperazione ed in un bagno di sudore e ci ha fatti imbarcare).

A parte il solito finale con pathos, la vacanza e' stata splendida, i bimbi si sono goduti la liberta', i prati sterminati e l'aria che punge il naso. Noi ci siamo goduti i bimbi, e, lontani dalle solite routine quotidiane che ci fanno scorrere la vita fra le mani senza vederla, ci siamo accucciati un po' di più alla loro altezza per osservarli meglio, sospendendo il solito giudizio dall'alto, ma meravigliandoci ancora un po' della loro purezza e delle loro risate cristalline.

Ancora una volta mi sono stupita della loro totale incapacità a camminare: loro non camminano, loro saltano, galoppano, corrono, si trascinano; la loro andatura e' specchio dello stato emotivo; non celano, non coprono, non affossano; tutto cio' che provano e' li' nei loro piedi, basta guardare, non serve indovinare.

E cosi' i loro sentimenti, i loro discorsi; non ci sono secondi fini, non ci sono giochi di parte, non ci sono ambiguità', fanno amicizia in un secondo, si raccontano la vita in una frase, ridono a crepapelle per ore, piangono senza vergogna.

Quando smettiamo di camminare saltellando?

L., dagli occhi azzurri ed i modi gentili, e dall'alto dei suoi 5-anni-quasi-6, si e' innamorato della Bibi, e glielo si leggeva in quegli occhi azzurri e grandi. E ogni sera correvano come dei matti avanti ed indietro, giocavano e ridevano come se la vita fosse stata tutta li, in quelle pance sobbalzanti, e quegli occhi lucidi di risate e di vita: e forse avevano ragione, la vita, per qualche ora, e' stata veramente tutta li'!
"mi vuoi sposare?"
"Ma no, dai andiamo a giocare fuori"
"Ok, allora andiamo fuori"
"Pero' mi serve la maglia, andiamo a prenderla su nella mia stanza"
"Sai anche io ho dormito in questa stanza: io dormivo in questo lettino ed il mio papa' in quest'altro"
"E la tua mamma dove dormiva?"
"La mia mamma e' morta" , "pero' adesso andiamo fuori"

Noi adulti, testimoni di una conversazione non intesa alle nostre orecchie, ci siamo impietriti: avremmo voluto stringere questo bambino dagli occhi blu, riempirlo di attenzioni e domande inutili, avremmo voluto dargli più affetto di quanto avesse bisogno, dare alla sua confessione un'enfasi non richiesta, rivolgergli una commiserazione di cui non avrebbe saputo che fare.

Ma loro si, loro sapevano cosa fare, loro camminano ancora saltellando, e saltellando si sono presi per mano e si sono tuffati nelle loro avventure di bambini, senza parole inutili, senza silenzi imbarazzanti.

E noi? Noi quando abbiamo smesso di camminare saltellando?

Tuesday 1 July 2014

Occhio Malocchio Prezzemolo e Finocchio

La famigliainSe s'e' impacchettata, semi spacchettata, ha preso possesso della nuova dimora e si adatta giornalmente a spazi nuovi, pavimenti perennemente sporchi e disastri in continuo divenire.

Se proprio doveva esserci l'elemento di disturbo, speravo almeno in un poltergeist, uno buffo, che sferraglia un po' di catene e ti fa due dispetti, chesso' che ti scambia il sale con lo zucchero o il caffè' con il cacao, che ti annoda i lacci delle scarpe o al massimo ti allenta il freno della bicicletta.

Ora, io non so se quello che c'e' in casa e' il fratello incazzato di Casper il fantasmino bianco o una nube tossica di sfiga, devo ancora capire se abbiamo bisogno dell'esorcista, dei ghostbusters o di una tradizionale benedizione, o magari di tutte queste cose combinate ed una corona d'aglio alla porta.

Fatto sta' che dopo pochi giorni dal trasloco, mentre mi godevo una meritatissima doccia-scaccia-polvere, mi si e' allgato completamente il bagno. Guarda guarda che i mutatori si erano dimenticati di attaccare lo scarico delle acque del bagno alle fognature, o forse no, non possono essere stati così imbecilli, e' stato il poltergeist!

Mentre rifacevamo i lavori per attaccare sto benedetto bagno alle fogne, abbiamo scoperto che il tubo che passa sotto il giardino e va alle fogne era completamente bloccato dal cemento. E ridaje, scava il giardino, togli il tubo, metti il tubo. Adesso il tutto funziona, peccato pare che nel giardino siano esplose un paio di granate.

Un venerdì sera, mentre mi pregustavo di svenire sul divano davanti alla televisione ronzante, ho aperto il frigo per affondare la stanchezza in un barilotto di gelato e… tadahhhhhh frigo e freezer completamente spenti, morti, kaputt ed un gelato liquefatto che mi chiedeva di dargli una morte migliore.

Poi e' finalmente arrivato il divano del soggiorno, che guardare la televisione stravaccati sui teli da pic nic stava producendo danni irreversibili a schiena e cervicale.
"Signora il divano e' nel camion qua fuori, ora ci paghi fino all'ultimo penny e poi lo scarchiamo"
"Senta ma io c'ho un po' sfiga di questi tempi, non e' che prima posso vederlo il divano, così' per assicurarmi che sia tutto a posto, e poi vi pago?"
"Non se ne parla neppure, se non ci paga immediatamente noi ce ne andiamo, ci portiamo via il divano e lei sarà' costretta a sdraiarsi sul pavimento tutte le mattine alle 5.30 quando quello piccolo si sveglia e vuole vedere la PIMPA"
La mammainse si guarda in tasca, paga e aspetta.
Non avevano nemmeno tolto il cellophane che lei l'aveva già' vista e si era già' messa le mani nei capelli ed aveva iniziato a perdere la sua serafica calma.
"Ma, ma, ma c'e' una macchia, una MACCHIA ENORME sul mio divano nuovo che vi ho appena pagato fino all'ultimo penny"
"Togliete la macchia, cancellate immediatamente quella tragica macchia dal mio divanooooooo" (ndr, la macchia e' ancora li', che mi guarda beffarda)

A questo aggiungiamo i danni Bibo-relati, tipo scrivere a penna sul muro appena imbiancato e lavare via tutto il colore dal muro tentando di pulirlo (ehm questo l'ha fatto la mammainse pero'..)
Che qui con penne e pennarelli sembra la storia del fuso della bella addormentata: tu credi di averli fatti sparire TUTTI, ma in qualche angolo recondito di casa lui riuscira' sempre a trovarne uno ed a scrivere sul primo muro a portata di zampa.

Ah, poi la Bibi ha attaccato lo scotch sulla carta da parati appena messa in camera sua. Ho bisogno di specificare che tentando di staccare lo scotch abbiamo staccato anche un pezzo della carta da parati?
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