Sunday 27 October 2013

Mini-guida per un Halloween Divertente e Sicuro




Ai miei tempi si chiamava il "ponte dei morti", o "dei santi", se proprio la volevi fare meno macabra: una scampagnata, un giorno di scuola saltato, e la cosa finiva li. Alla peggio ti toccava il giro di rito al cimitero!
Poi all'improvviso è arrivato Halloween: è uscito bello impacchettato da uno dei telefilm americani che guardavamo da bambini e si è materializzato nelle nostre vite!
Ci siamo ritrovate ad impiegare le nostre manine fresche di manicure a svuotare ed intagliare zucche puzzolenti ed appiccicose: noi, che la zucca non la usavamo nemmeno per fare il risotto!
Abbiamo dovuto travestire i nostri bambini da creature orribili e terrificanti, armarci di coraggio e pazienza per poi portarli a fare il giro del "Dolcetto o Scherzetto".
Negli U.S.A., dove Halloween se la batte con il Natale nella lista delle feste più sentite, esistono dei veri e propri vade-mecum del Dolcetto o Scherzetto: guide per ridurre al minimo incidenti e situazioni spiacevoli e per far si che il "Treat-or-Tricking" sia una vera e propria festa per i bambini senza pericoli ed insidie!
Ecco allora la mia lista di "DOS e DON'TS" per noi povere novizie della tradizione:

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Friday 18 October 2013

I Ciuffi Ribelli: ode alla Bibi


Ho sentito i soliti passetti. Piedini leggeri che scendono silenziosi le scale di casa.
Tump, tump, tump, ovattati dal tappeto.
Con fare cauto, una faccetta addormentata e' spuntata  dalla porta. In quel modo tutto tuo, vagamente diffidente: prima si scorge una capigliatura scompigliata, poi gli occhi scrutano la stanza e fino a che qualcuno non si accorge della tua presenza, tu rimani li, a scrutare silenziosa i movimenti lenti del mattino.
Ammetto ogni tanto di fare finta di nulla, di sentire quegli occhietti che mi spiano divertiti, quel respiro un po' ingolfato. Chissa' perché' aspetti sempre quel cenno, l'occhiata, un sorriso, un "ciao" impastato di latte del Bibo, prima di fare il tuo ingresso nella nuova giornata.

Oggi con aria orgogliosa mi hai detto:" Mamma io ho già' rimesso a posto tutto il mio letto"
Si proprio tu, piccoletta, oggi hai detto così. E quando sono andata al piano di sopra nella tua camera, ho trovato il cuscino bello gonfio, il piumino ordinato a coprire il letto e la tua bambolina preferita, addormentata su un fianco, già' pronta ad aspettarti per la notte successiva.

Poi bisogna mettersi la divisa prima di andare a scuola. E farsi pettinare. Certo. Facciamo le treccine, così' i capelli non mi vanno negli occhi. 
E controlli nello specchio che tutto sia in ordine: ancora inconsapevole dell'aureola di capelli biondi che per tutta la vita continueranno a scapparti dalle trecce. Quella lanetta soffice che segue tutto il perimetro della testa, che vola di qui e di li e si aggroviglia dopo ogni nottata.
E lo so, io lo so che passerai la tua adolescenza provando creme, gel, lacche speciali, tutto il possibile per addomesticare quei ciuffi ribelli che continueranno a rifiutare di farsi intrappolare in pettinature alla moda. Lo so perché' sono uguali ai miei. 

Continuo a guardarti, a spiarti, ancora incredula del vedermi riflessa nel tuo viso, nei tuoi movimenti. Mi siedo orgogliosa, spettatrice del tuo diventare grande e sicura di te. Mi metto in un angolo, dove tu non puoi vedermi, ti osservo fare i tuoi passi da sola, ma pronta ad allungare la mano per sorreggerti quando perdi l'equilibrio.

Ho trovato una finestrina, piccola piccola, che si affaccia sulla tua classe a scuola.
Ogni mattina, quando tu credi che io sia già' scappata via a fare le mie commissioni, se solo tu ti girassi e guardassi bene bene, potresti vedermi ancora qualche minuto affacciata a quella piccola finestra.
Sto li' fino a quando non rischio di rimanere chiusa dentro insieme a tutti voi, a notare con che fare da donnina appendi il cappotto al gancetto con il tuo nome, metti a posto la cartella, la frutta nel suo cestino, e ti siedi a chiacchierare felice con l'amica ricciola, prima che le maestre inizino l'appello.
E' bastato un mese, che le lacrime di confusione al momento dell'ingresso in classe, si sono trasformate in piccoli gesti rituali che ti danno sicurezza ed autonomia.

L'uovo si e' dischiuso, l'uccellino sta imparando a volare. La mamma annuisce orgogliosa, seduta al suo posto, ma, stai certa, pronta ad intervenire ogni volta che il volo si fara' turbolento

Wednesday 9 October 2013

The English Way - Operazione Nanna

La mammaInSe l'ha fatto. Si e' adattata!
Ci sono voluti quasi 4 anni, lunghi pomeriggi, nottate insonni e risvegli all'alba . Ma alla fine si e' convinta. Ed ha iniziato a fare tutto cio' che non ha mai capito, condiviso e per cui ha sempre sbeffeggiato (posso dire perculato??) le amiche British.
La mammaInSe prepara cena ai Bibi fra le 6 e le 6.30, con botte di vita mica da ridere durante il weekend in cui si possono toccare anche le 7-7.30.
Acuti ed arguti ragionamenti l'hanno portata a pensare che se tutte le popolazioni del nord-centro europa, nonche' degli Stati Uniti, ovvero i paesi che annoverano il piu' elevato  numero di infanti per famiglia, danno cena ai pupi quando noi forse gli stiamo preparando il toast per la merenda, per poi infilarli a letto entro le 7.30, ovvero quando noi stiamo forse dando un'occhiata al frigorifero per capire cosa cucinare per cena, forse, ma dico forse, un motivo ci sara'.

Da quando la Bibi ha iniziato al nuova scuola poi, alla sera, la mammaInSe si trova a casa un esserino stanco e stropicciato che si trascina mollemente per casa e con la crisi di pianto disperato pronta ad ogni evenienza. Una mammaInSe incredula ha visto una Bibi piagnucolante e lamentosa, accasciarsi sul divano alle 6 del pomeriggio per poi risvegliarsi alle 7  del mattino successivo. Il fatto ha dato non pochi grattacapi alla povera mammaInSe, che ogni ora tentava di svegliare la poveretta offrendole cibo, succo, cioccolata, implorandola di fare la pipi, infilandole a ripetizione termometri nelle orecchie, fino a giungere alla sorprendente conclusione che no, la nanetta stava benissimo, aveva solo esaurito le batterie, completamente.
E cosi' con una certa rassegnazione all'idea di dover preparare due cene e mettere a posto la cucina due volte, la mammaInSe ha dato il via all'esperimento.
E che dire, funziona!
Quel maledettissimo tardo pomeriggio, quell'ora micidiale fra le 6 e le 7 in cui la pazienza finiva, i capricci incalzavano e in casaInSe regnava un totale finimondo, sono stati sostituiti da una cena semi-pacifica e dal rituale bagno del dopo cena.

I bambini addormentati entro le 8 permettono finalmente alle spalle di rilassarsi, ai muscoli di stiracchiarsi ed alle orecchie di riposarsi.
La mammaInSe e Mr.M. riescono pure a scambiarsi un paio di parole che non siano interrotte da"Maaaamma voglio i cartoni-la cena mi fa schifo-mi e' caduto lo yogurt-devo fare la pipi-voglio il sicco il succo il SUUUUCCOOOO-UAHHHBUAHHHBUAAAAHHHH"
Alla strana coppiaInSe e' anche capitato di sedersi insieme vicini vicini sul divano a vedere la televisione!

Ci sono giusto un paio di punti che richiedono il debugging dell'operazione: la mammaInSe dovrebbe finalmente decidere se mangiare con le gallin i bambini, o aspettare Mr.M. Cenare, spiluzzicare e rimpinzarsi da quando iniziano a cenare i bimbi a quando finisce il marito NON puo' essere una soluzione.
Se la Bibi ha giovato pienamente della nuova routine, qualcuno dovrebbe spiegare a quello piccolo che le 5.30 NON e' un buon orario per svegliarsi, a prescindere dall'ora in cui e' stato messo a dormire.

Friday 4 October 2013

InDivenire: l"Equilibrio del Disordine

I bambini sono entropici. Vediamola così. Ve la ricordate l'entropia? quella roba strana che si studia in fisica? Proprio lei, l'entropia, la misura del disordine.
I bambini sono entropici, non c'e' altro modo di metterla giu'. Qualunque gioco finisce per aumentare il totale livello entropico dell'universo (o semplicemente di casa tua) che solo il faticosissimo ma invisibile lavoro di mamma, puo' riportare ai valori iniziali.
I sistemi tendono all'equilibrio, alla massima entropia, al massimo disordine: le palline sono piu' felici quando vengono rovesciate per terra, sparpagliate sotto il tavolo e sotto il divano. L'equilibrio finale, per ogni oggetto, e' la dispersione sul pavimento, occupando piu' spazio possibile. Anche l'equilibrio finale di mamma e' per terra, sdraiata, dopo aver messo un piede sulle palline colorate gia' rovesciate e gia' in equilibrio.
I bambini lo sanno. E' la fisica che lo chiede: l'universo e' in divenire, un lento divenire fino all'equilibrio, passando per il disordine totale.

Anche noi ne abbiamo bisogno, di quell'equilibrio finale intendo dire, ma per arrivare a tale desiderabile stato, c'e' bisogno di aumentarne il livello entropico del sistema: scaraventolare fuori tutte le cose che ci girano in testa, buttarle fuori, prenderle a calci, farle rotolare sotto il tavolo, sotto il divano, dietro al comodino. Un disordine di pensieri, di idee, di ambizioni, da far cadere per terra per vedere dove vanno a finire. Tutte le cose che credevamo importanti e che ci ostinavamo tutte le sere a riordinare nelle nostre esistenze, con un gran lavoro, con una gran fatica a rimetterle tutte in fila, i progetti, le proiezioni di quello che saremmo dovuti essere, di quello che gli altri credevano che saremmo dovuti diventare.

E cosi' succede che un giorno, per caso, vedi spuntare dietro ad un'altra donna, l'immagine di quella che saresti potuta essere, e ti odi un po' per averci rinunciato. Perche' li' nella tua testa, in tutto quell'ordine che cerchi di mettere tutte le sere fra i vecchi pensieri, le vecchie ambizioni che puzzano un po' di stantio, le vecchie immagini che stanno a poco a poco sbiadendo, c'e' ancora quella vecchia te che credevi saresti diventata. E lei ha capelli lunghi, puliti e pettinati, e' truccata, veste bene, ha un lavoro in cui e' brava ed apprezzata, manda email dai titoli importanti e domani salira' su un volo per Dubai per presenziare la riunione su quel progetto che senza di lei non si sarebbe mai realizzato.

Allora oggi voglio buttare a terra tutte le palline colorate, per ritrovare l'equilibrio. Lasciar rotolare via, sotto al tappeto, tutto cio' che non mi appartiene piu'. Perche' la vita e' un divenire e per divenire dobbiamo essere disposti a cambiare. Ogni cambiamento porta una bella fetta di casino, a no, disordine lo volevo chiamare, ed e' il momento per lasciar andare cio' che credevamo importante, ma non lo e' piu'. E' il momento di stendersi per terra, insieme alle palline, ai pezzi di lego e di puzzle rimescolati a cui manca sempre un pezzo. Stendersi per terra con le braccia e le gambe aperte, perche' cosi' l'equilibrio e' totale, non si scivola piu' e si pensa meglio.
E' li', quando anche l'ultima pallina ha smesso di rotolare trovando la sua finale posizione nell'universo, e' arrivato il momento per rivolersi bene, per riamare la te stessa che non ha da spuntare da dietro le spalle di nessuno, che e' quello che e' perche' forse non sarebbe stata felice diversamente.

Wednesday 2 October 2013

Come mi ti Riinfilo in quei vecchi Jeans

Ovvero una malinconica storia di diete.
Allora la MammaInSe non si e' mai proprio messa a dieta. La dieta la intristisce, la parola dieta la porta a pensare compulsivamente al cibo: il cibo da comprare, da pesare, da cucinare. Con lo straordinario risultato di non riuscire a perdere manco un grammo!
La verita' e' che non ha mai avuto un terribile bisogno di dieta: ha sempre convissuto piu' o meno bene con quei due o tre chili in piu' o in meno a seconda dei periodi della vita, senza mai dover ricorrere al temutissimo totale cambio del guardaroba. Insomma, in quei maledettissimi jeans li', la mammaInSe, c'e' sempre entrata: a volte trattenendo il respiro fino a diventare cianotica, a volte in scioltezza ed eleganza.

Poi e' rimasta incinta una prima volta. Nonostante i ragguardevoli 14kg messi su nei nove mesi, un inizio di depressione post partum l'ha riportata in due mesi scarsi dentro tutti i suoi vecchi vestiti, anche quelli attillatini e scomodi, e si, in men che non si dica si riallacciava i maledettissimi jeans con estrema disinvoltura. La battaglia depressione-mammaInSe e' finita con un deciso vantaggio della non-piu'-depressa-ma-molto-magrissima mammaInSe.

Poi e' rimasta incinta una seconda volta. Per nove mesi ha combattuto nausea ed insonnia (della Bibi) a botte di carboidrati e maionese. Di kg questa volta ne ha messi su una ventina. Il Bibo quando e' nato pesava 2.7kg. Il resto della matematica lo lascio a voi.

I maledettissimi Jeans erano li, appesi all'armadio a sbeffeggiarla  ed a farle le pernacchie. Finche' un giorno la mammaInSe ha ripreso in mano gli indici calorici della sua esistenza ed ha deciso che si, il momento era giunto: la stagione delle diete era ufficialmente aperta.

Il problema della mammaInSe e' che e' disorganizzata (l'avevo gia' detto ehmm), poco puntigliosa e per niente attenta. La sola idea di pesare 30grammi di pasta ed organizzare menu' minimalisti per tutta la settimana, le apre una voragine nello stomaco.

E poi ha scoperto lei, la 5:2, chiamata anche "dieta a digiuno alternato" o, amichevolmente, la "dieta dei draghi verdi" perche' se mi dai 5 minuti che ti spiego come funziona, i draghi verdi li vedi anche tu!

Portata alla ribalta da un servizio della BBC, e' una dieta a prova di idioti; prorpio quello che ci voleva per la mammaInSe.

Il concetto e' facilissimo: per due giorni alla settimana (non consecutivi), puoi assumere solo 500 kcal. Si, cinquecento, come la FIAT. Sono pochissime. Vero. Alla sera c'hai una fame nera.Verissimo. Ma il giorno dopo mangi regolarmente quello che vuoi. (no vabbe' se ti ammazzi di maritozzi alla panna pero' non vale, ma pizza e gelato ci stanno tutti).

Ora, non sono dietologa, non sono nutrizionista, non ho velleita' di nessun tipo.
Pero' da qualche mese a questa parte, quando allaccio l'ultimo bottone dei maledettissimi jeans, la pernacchia mi parte proprio dal cuore!
Al limite adesso il problema sussiste quando i Jeans me li tolgo, perche' dopo il secondo figlio siam tutte brave a fare le fighe da vestite, il casino e' quando togli le impalcature di sostegno e lasci liberi i brutali effetti della forza di gravita'. Ma questa e' un'altra storia.

Ah e per le scansafatiche tecnologiche come me, che qualsiasi scusa e' buona per raggirare la palestra ma non sentirsi in colpa, avete mai sentito parlare del "7 minutes workout"?
Universita' ragguardevoli si sono prese la briga di pubblicare articoli sulla validita' ed i benefici di un workout di 7 minuti (totali, comprese le pause) che richiede solo l'utilizzo di una seggiola e di un muro.
Ci sono gia' centinaia di app per i vostri Iphone ed Androids (e che ve lo dico affa') tipo questa qui, per guidarvi in questi intensissimi (ma completamente gratis) 7 minuti!
Non so voi, ma dopo aver installato l'app sull'Iphone mi sento gia' in formissima, magrissima e fichissima.
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