Thursday, 7 February 2013

Il Nome che Venne Prima di Tutto

C'erano due ragazzi, nel pieno dei loro vent'anni.
C'erano due ragazzi, nel pieno dei loro vent'anni che respiravano ambizione e coltivavano aspettative fra i college senza tempo di Cambridge.
C'erano due ragazzi che in una sera d'estate in Italia si erano scambiati un bacio che li aveva uniti, allontanati e confusi e che quella sera, dopo un mese di silenzio, si studiavano cercando di decifrarsi.

Amici da un anno, impegnati in altre complicate relazioni, si erano scoperti a poco a poco piu' affini di quanto credessero. Avevano iniziato un tango di sguardi, di parole non dette, di allontanamenti e riavvicinamenti improvvisi. Nessuno dei due aveva chiaro dove quel ballo li avrebbe portati, forse solo un'infatuazione che avrebbero diligentemente rimesso sotto il cuscino, o forse no.

E poi c'era stata l'Italia, il rincontrarsi lontani dalle scrivanie dell'universita', lontani dal giro di amicizie incrociate che avrebbero storto il naso nel vederci mano nella mano.
Ed una nottata in riva al mare non poteva far altro che concludere il nostro tango con una giravolta, un casquet ed un bacio appassionato.

Pero' adesso, tutto era tornato ad essere complicato. Ritornati in Inghilterra, ritornati alle nostre scrivanie, con quella notte d'estate alle spalle, dovevamo toglierci le maschere una volta per tutte e scoprire se per noi c'era in riserbo qulacosa di piu' che un'amicizia con una svista.
E cosi' quella sera ci siamo ritrovati seduti allo stesso tavolo, a mangiare e chiacchierare facendo un po' finta di niente ma pesando il significato di ogni frase non detta.
Non ricordo tutto quello che ci siamo detti, ma ricordo perfettamente che abbiamo parlato di futuro e che quel futuro per noi voleva dire famiglia e figli. Fra le migliaia di incertezze che avevamo a vent'anni, in quella splendida terra di mezzo che e' Cambridge, dove in tanti arrivano e che tutti prima o poi lasciano, l'unica certezza che avevamo e' che prima o poi, da qualche parte nel mondo, avrremmo costruito una famiglia.

"E poi io so gia' come si chiamera' mia figlia" dice lui
"Ma non mi dire" risponde un po' sarcastica lei
"Mia figlia si chiamera' Annachiara, perche' e' un nome candido e limpido. Ha un suono cristallino, la semplicita' di Anna e la dolcezza di Chiara" afferma lui

E cosi' mi sono innamorata, dell'uomo che e' diventato mio marito e del nome che adesso appartiene a mia figlia.
Mai potro' amare nome allo stesso modo.
Mai potro' fare dono più bello a mia figlia: non le abbiamo regalato solo un nome, le abbiamo regalato una bellissima storia.




Wednesday, 30 January 2013

Come Ti Resetto una Bibi Insonne

Il sonno. Il sonno e' quella cosa che quando viene tolta trasforma tutti in pappetta.
Il sonno e' quella cosa che non sai quanto sia sacra fino a quando non ne vieni subdolamente deprivato.
Il sonno e' l'unica cosa di cui vuoi parlare quando non dormi.

Se avete gia' letto questo blog, sapete che la Bibi ha avuto diverse fasi in cui di dormire non ce n'era per nessuno. Abbiamo raggiunto un apice di notti disastrose fra agosto e novembre di cui potete trovare qui un breve e tragico epilogo.
A quel punto la mammainSE si trascinava con poca dignita' da una stanza all'altra durante la notte, mentre faceva addormentare la Bibi ogni due ore a allattava il Bibo ogni due ore emigrando di ora in ora in diverse stanze della casa ma senza mai riuscire ad appoggiare le matriarcali chiappe sul liscissimo cotone Pima del suo lettone.

Quando per sbaglio ho condito la pasta con la marmellata (a mia discolpa i vasetti della Bormioli son tutti uguali!), ho deciso che così non se ne poteva piu'. O si trovava un rimedio o la mamma andava a dormire in albergo una notte si e quella dopo pure.

Le ho provate tutte, ma nulla di "codificato" sembrava funzionare.
Le sceneggiate alle Merola iniziavano dall'accenno al "Dai Bibi e' tardi, facciamo la nanna" e continuavano indefesse tutta la notte! Se stavo con lei si addormentava in un millisecondo per poi continuare a svelgliarsi ogni ora per controllare che fossi ancora con lei, e poi iniziavano gli strilli, le urla, i pianti, ed i biondi capelli fluenti della mammainSE cadevano a ciocche!

La mammainSE ha allora elaborato un piano strategico e con immane pazienza l'ha messo all'opera.

Per noi ha funzionato il "gradual withdrawal method", insieme a il Gro-Clock, orologio che ha le stelle durante la notte e fa sorgere il sole quando e' l'ora di svegliarsi, cambiando la luce che irradia da blu a gialla.
In poche parole, la Bibi si addormentava solo con me vicino a lei a tenerle la mano.
La decisione e' stata di allontanarmi a poco a poco. La prima sera vicno al letto ma senza tenerle la mano, poi sempre piu' vicino alla porta e lontana dal lettino. Poi sulla porta, poi nel corridoio, alternando rassicurazioni e minacce ("Bibi amore la mamma e' qui ma se ti alzi da quel lettino chiudo la porta, spengo la luce e me ne vado ad ubriacarmi al Pub).

La parte difficile e' stata rimanere coerente al "metodo" anche durante i risvegli notturni.
Ho passato almeno un paio di notti seduta nel corridoio ripetendo all'infinito la solita tiritera ("Amore la mamma e' qui vicino e ti sente ma tu devi fare la nanna se non vuoi che mammina scappi in Brasile a ballare la Samba")
Dal corridoio sono passata al mio letto, lasciando la mia e la sua porta aperte in modo che al primo lamento notturno potessi rassicurarla con la voce ma senza alzarmi.

L'ultimo tocco e' stato il Gro-clock. Abbiamo settato il "sorgere del sole" molto presto (tipo alle 5.30 del mattino) e le abbiamo spiegato che quando appariva il sole sull'orologio poteva alzarsi e venire nel lettone. Le prime notti mi e' toccato il corridoio fino alle 5.30 e poi la portavo nel lettone. Poi a poco a poco abbiamo spostato l'orologio ogni notte di mezz'ora fino ad arrivare alle 7.30.

Insomma in poco più' di una settimana mi sono trovata a dormire nel mio letto e per tutta la notte.

Sono passati circa tre mesi e la situazione non e' ancora crollata. Ogni tanto si sveglia ancora, ma di solito torna a dormire nel giro di 5 minuti ed al mattino a volte devo svegliarla.

Che vi devo dire, me la godo finche' dura. Mi aspetto qualche altro baratro nei prossimi mesi con il Bibo in eta' da canini e tutta la tiritera che ne segue, per non parlare di malattie, tossi e raffreddori.
Alla prossima fase non so cosa potrei inventarmi, se l'esaurimento bussa alla porta, chiamo la "night nanny" e mi nascondo alle Maldive per una settimana!

Tuesday, 22 January 2013

Un Po' Lazzaro

Sopravvissuta, si in qualche modo sono sopravissuta ad una settimana di febbre incessante, tosse tubercolotica, neve e vento gelidi, e Bibi e Bibo in piena forma!
Adesso sono nella piena fase Lazzaro risorto in cui continuo a ripetere a chiunque incontri per strada:
"Ahhhh la salute. quando c'e' come la diamo per scontata!!! Che stolti!!!".
Sembro la vecchietta arteriosclerotica da cui tutti rifuggono, quella che ti racconta quante patate crude mangiava in tempo di guerra tutte le volte che ti pinza per strada, solo che io intrattengo tutti i miei vicini di casa con argomenti tipo quante tachipirine mi sono ingollata in una settimana che quasi quasi la storia delle patate e' piu' divertente.

Insomma e' stata una settimana orribile in cui l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che sarei voluta essere a letto!
"mamma giochi?"
"Si Bibi giochiamo che tu sei il dottore e la mamma e' moribonda a letto e deve dormire tantissimo sotto le coperte e tu devi stare seduta qui a controllarla per le prossime tre ore"
Chissa' perche' la Bibi non ha colta la bellezza di questo gioco di alta immaginazione  e creativita' ed ha deciso che saltare sul letto e strozzare suo fratello fossero attivita' didatticamente piu' appropriate per la sua eta'!

Mercoledi scorso, in piena fase adolescenziale ho fatto anche "buca" dal dottore.
C'era la Santa Vladi babysitter transilvana a guardare il Bibo dalle 9 alle 12. Io sono dovuta uscire di casa battendo i denti e sputacchiando pezzetti di polmoni fra il marciapiede e la macchina per portare la Bibi all'asilo.
All'asilo ho cercato di schivare tutti i nanetti che mi si appiccicano alle gambe tutte le volte che entro ("Guardate c'e' una mamma, appiccichiamoci a lei come api sul miele e magari ci porta tutti a casa con lei") per evitare una epidemia endemica di tutto l'asilo, ho mollato la Bibi, sono risalita in macchina con un febbrone da cavallo e da li avevo due opzioni: Vado a farmi un'ora di coda dal dottore che mi prescrivera' acqua paracetamolo e riposo, oppure sfrutto ste due ore risicate di babysitter e mi butto a letto vestita?
Ecco, cosi' e ' stato. Sono arrivata a casa, e mi sono accartocciata sotto le coperte con maglione di lana, pantaloni e calzini e sono rimasta immobile nella stessa posizione fino alle 12 quando la fida Vlady se ne e' andata! Che cattiveria!

Giovedi poi avevo a casa tutto il giorno Bibi grande e Bibo piccolo!
"Mamma andiamo al playgroup con gli altri bimbi?"
"Avranno un lettino dove far agonizzare mammina al playgroup?"
"Mamma il Bibo dorme, facciamo qualcosa?"
"Si amore, adesso la mamma sviene un paio d'ore sul divano e ti fa vedere tutte le puntate di Peppa Pig che siano mai state registrate, quando sono finite poi le facciamo ricominciare da capo fino a quando gli ultimi neuroni non si getteranno per la disperazioni nelle pozzanghere fangose insieme a Peppa e George!"

Venerdi e' tornata Santa Vlady, ed al 5to giorno con la febbre a 38.5 ho deciso che dovevo fare la persona matura ed andare a vedere un medico.
Venerdi' e' venuta la bufera di neve accompagnata da vento gelido.
Venerdi la mia macchina era sommersa dalla neve.
Venerdi sono dovuta andare dal medico a piedi, sotto la bufera.
Venerdi per sbaglio il medico mi ha cancellato l'appuntamento che avevo prenotato.
Dopo circa un'ora che aspettavo ed ero pure riuscita ad addormentarmi su quelle sedie di plastica-rigidissima-ammazza-cervicale, finalmente il dottore ha avuto pieta' di me e mi ha visitata.
Mi sono guadagnata una settimana di antibiotici, e se un GP inglese decide di sprecare soldi pubblici per darti degli antibiotici vuol dire che ha provato una gran pena nel vederti!

Da domenica non ho piu' la febbre! Mi sento un fiore, giuro. Ho iniziato le pulizie di primavera, ho riposto con grazia e pazienza tutti gli scatoloni di natale e le valigie nel sottotetto, ho impacchettato tutti i vestiti troppo piccoli del Bibo, ho passato l'aspirapolvere. C'ho la sindrome di Lazzaro risorto, m'e' partito anche un mezzo sorriso ottimista e quasi quasi stamattina mi sono svegliata di buon umore! Se continuo cosi mi metto pure a dieta!!
"AAhhhh la salute come la diamo per scontata signori......."

Monday, 14 January 2013

Tre di Tre

Mentre il blog prendeva la polvere, noi ci siamo presi qualche chilo di troppo da riportarci a casa dopo le feste. Fra festeggiamenti, gordi e bagordi, c'e' stato anche il compleanno della Bibi, che ormai dall'alto dei suo tre anni regala perle di saggezza a destra e a manca e mette in riga chiunque le capiti a tiro.
E gia' che fra Natale, Capodanno e Feste comandate non ne avevamo abbastanza, quest'anno abbiamo deciso di festeggiare il compleanno della Bibi non una, non due, ma ben tre volte!
E quando a panettone e pandori aggiungi pure l'importo calorico di tre torte di compleanno e' meglio che ti metti il cuore in pace: cara mammainse, smetti di andare in giro in tuta aspettando di rientrare in quei meravigliosi jeans di Moschino. Potresti rimanere in tuta per il resto dei tuoi giorni e, credimi cara, non e' dignitoso e NON aiuta l'autostima (a dire la verita' non aiuta nemmeno a tenersi il marito ma questa e' un'altra storia...)

Ma ritornando al compleanno, dopo la festa in Italia, dopo la festa all'asilo, mi sono sentita in dovere di organizzarle la festa anche a casa. Forse per farmi perdonare di averla fatta nascere durante le vacanze di Natale, fra Capodanno e la Befana, costringendola ad un futuro di "regali unici" e torte di compleanno detox ai 5 cereali.
Allora per iniziare a scontare i sensi di colpa per tale data di nascita, ho invitato le sue amichette del cuore a devastarmi la casa.
Tempo fa da qualche parte ho letto che il numero giusto di bambini per una festa di compleanno e' il numero di anni del festeggiato piu' uno: quindi per i tre anni si dovrebbero avere 4 bambini.
Ho subito fato mio questo concetto di altissima pedagogia:
" No scusa cara vicina di casa con tre pargoli indemoniati, non ti posso invitare, mi manderai i bambini ad imbrattarmi i  muri l'anno prossimo"

Cosi, con un numero limitato di donzelline treenni, sono riuscita ad organizzare qualcosa di un po' piu' strutturato del solito "lasciale correre impazzite per casa finche' non si accasciano dalla stanchezza".
Mi sentivo in vena di farfalle, e cosi i festeggiamenti della Bibi sono stati tutto uno sfarfallio di cartavelina rosa che ho pazientemente tagliato, incollato ed appeso

Ho poi approfittato del fatto che carnevale sia alle porte ed ho comprato nastrini, colla glitterata, paillette ed adesivi per creare delle maschere farfallose per le signorinelle invitate. Ora, l'attivita' di decorazione delle maschere era pensata per le bambine, la verita' e' che le mamme sono impazzite e non riuscivo piu' a staccare loro dalle mani i millemila tubetti di colla glitterata!!!
Qui sotto c'e' la maschera della Bibi, per asciugare i 4 cm di glitters che ci ha versato sopra ci sono voluti un paio di giorni, ma adesso e' finalmente pronta!!


 E poi chiaramente non poteva mancare la torta di compleanno!
Altre farfalle, altri brillantini, lo so, si e' trasformata nella saga del trashic, ma grazie a Dio ha solo tre anni ed un gusto particolare per il pacchiano! Avra' tempo per rinfacciami tutto questo negli anni dell'adolescenza, sperando che non mi costi anche mesi di stipendio dall'analista!

Le e' anche arrivata la sua prima Barbie con tanto di borse, scarpe tacco 12 ed un armadio di vestiti che Paris Hilton le fa un baffo! Non mi ricordavo che il guardaroba di Barbie tendesse inequivocabilmente allo stile Ilona-Staller-Anni-80.
Una Bibi vagamente perplessa mi ha chiesto:" Mamma, ma io posso giocare con questa signora?"
Si, amore di mamma, certo che ci puoi giocare! Diventera' amica e modello, ti provochera' complessi con quelle sue gambe troppo lunghe e tette troppo grosse e ti fara' rasentare l'anoressia almeno una volta nella vita. Pero' per ora gioca amore, gioca!!

Monday, 24 December 2012

Un Anno

Un anno e' lungo. Un anno e' un sacco di tempo. In un anno cambiano moltissime cose. Ed e' dovuto passare un anno prima che rimettessi piede nella mia citta'. In quella che ancora adesso, per sbaglio, chiamo casa. Dove anche il click dell'interruttore e' un rumore conosciuto e rassicurante.
A Genova la Superba, bella donna altera, difficile da conquistare.

Quando si torna per poco tempo, dopo cosi tanto tempo, si vorrebbe fare tutto e non si riesce a combinare nulla. Si vorrebbe gustare ogni minuto, e si finisce con l'elemosinare le ore di sonno. Ci sono posti da rivedere, persone da riabbracciare, Bibi da presentare, ma anche Bibi da sfamare, da addormentare, da calmare. Ah e poi si, ci sarebbe anche Natale da organizzare ed i regali da impacchettare.
Certo, nell'incastro di appuntamenti, cene, pranzi e caffe, non avevo messo in conto la gita al prontosoccorso. Per carita', errore mio. Ormai dovrei sapere che le partenze danno sempre alla testa a mia figlia, purtroppo in senso piuttosto letterale. A Luglio la sbarra di ferro, per Natale si e' fatta lo spigolo del tavolino della TV! Ovvio no!
E poi l'ebbrezza del prontosoccorso italiano non l'aveva ancora provata! Dice di essere rimasta piacevolmente impressionata da quello ligure, magari per Pasqua ce ne proviamo uno in toscana!

Con la fronte della Bibi rincollata a dovere, siamo riusciti a presenziare a tutti gli atti di vita pubblica convenuti!
Ho rivisto le amiche inossidabili, ed il bello e' che ci conosciamo da cosi' tante decadi che siamo un po' come Beautiful: non importa se perdiamo parecchie puntate, quando ci si rivede sappiamo ricostruire tutta la storia in un secondo, anche se nel frattempo sono arrivati 7 bambini ad incasinarci le rimpatriate!
Ho rivisto l'AMICA dell'universita' che probabilmente c'ha il ritratto di Dorian Grey a casa che invecchia al posto suo, perche' a lei continuano a chiedere la carta d'identita' per comprarsi un drink!

In tutto questo ho trovato il tempo di fermarmi in spianata Castelletto, con Genova ai miei piedi, austera, severa e bellissima. Si proprio te Zena, che ancora oggi.
per sbaglio.
chiamo.
casa.

Saturday, 15 December 2012

Una Botta di Vita...E Non Solo

Siamo una coppia di morigeratissimi. Non molliamo spesso la prole a babysitter ed affini, non tanto per sensi di colpa quanto per pigrizia cronica. Tutto sommato ci piace di piu' avere amici a casa, magari per tutto il weekend, piuttosto che infiocchettarci e darci alla folle vita notturna.
Che poi voglio dire, di folle vita notturna ne ho quanta ne voglio a casa mia, con risvegli notturni alle ore piu' disparate ed interessanti richieste di storie e giochi alle 4 del mattino.

Pero' poi ogni tanto succede, arriva quell'evento a cui non puoi proprio dire di no.
In modo molto british, l'invito e' arrivato circa 2 mesi prima e poi come fai ad inventarti che non ti sei riuscito ad organizzare?
MIL l'infaticabile (altrimenti conosciuta come Mother In Low) si e' presa cura dei Bibi, li ha cibati e messi a nanna (al mio ritorno casa e cucina erano ancora in piedi quindi suppongo tutto sia andato per il meglio anche se ho preferito fare la gnorri e non chiedere troppi particolari). La MammainSE era ufficialmente in libera uscita!
Si e' dotata di microborsetta contente solo abbonamento alla metro e telefono, si e' messa un vestito, i tacchi alti e si e' pure concessa un rossetto piu' rosso della mantella di cappuccetto rosso che si era comprata in un momento fashionista di due anni prima e che era poi rimasto dimenticato sul fondo della  borsetta dei trucchi. Dopo un paio di anni si e' anche concessa di autofotografarsi, che i filtri di Instagram, si sa, migliorano la vita (e la faccia) a tutti!

Mi sono goduta il viaggio in treno fino a Victoria, da sola, che quel lavoratore indefesso di Mr.M. ci avrebbe raggiunto piu' tardi direttamente dal lavoro.
Presa dalla sete di liberta' ho poi deciso di ritardare il mio arrivo alla cena e camminare nell'aria fredda di una qualsiasi serata londinese. Mi sono concessa il lusso di guardare le lucine scintillanti, di fermarmi davanti alle vetrine dei negozi, senza che nessuna manina mi tirasse la giacca e nessuna vocina mi strillasse nelle orecchie.

Ho percorso tutta Victoria Street fino ad arrivare davanti al mostro simil-gotico conosciuto anche come Palazzo di Westminster.
Mi sono diligentemente messa in fila davanti alla sicurezza, che e' piu' facile salire con un mitra in aereo piuttosto che entrare dentro Westminster e poi via, nel dedalo di corridoi e corridoietti e scaline a atrii mozzafiato dentro la House of Lord.
Sono arrivata giusto in tempo per i drinks e mi si e' plastificata la faccia a forza di sorridere cortesemente a tutte le persone che mi venivano presentate e con cui c'era da scambiare la "small talk" di circostanza. Ormai ho imparato che quando sono imbarazzatamente senza parole davanti ad un perfetto sconosciuto ingessato e rigido come un carciofo, devo buttarla sul tempo e le previsioni per i prossimi 10 anni, magari anche un accenno al global warming e via, la conversazione fila liscia come l'olio!

Insomma la cena e' stata un successone con tanto di asta di beneficenza finale, eppure c'era quel dolorino e senso generale di malessere che si faceva piu' insistente. Un po' piu' fastidioso, e poi un po' piu' fastidioso ancora. Fino alla tragica realizzazione arrivata insieme al dessert.
"Ehm If you'll excuse me, I'll powder my nose at the ladies" Che e' poi il modo piu' gentile che conosco di dire :"Mollami subito che devo correre al bagno con la velocita' della luce che sto male come un cane"
Ed e' proprio in quel momento, quando la totale solitudine ed intimita' sarebbero state piacevolmente gradite, che la moglie ingioiellatissima e taccatissima del collega del marito se ne esce:" Oh darling, I'll come with you"
Ma porc....Ma non le hanno insegnato che verso i 15 anni anche le donne smettono di andare in bagno insieme? Suvvia!

Tuesday, 11 December 2012

Futili Divagazioni su Mamme e Mezzi Pubblici

E' tutto iniziato con un tweet di lamentele su mamme che al mattino usano mezzi pubblici e non piegano i passeggini. Che i passeggini sull'autobus vanno chiusi, che se i bambini sono piccoli allora bisogna usare il marsupio, che allora mamme con passeggini dovrebbero uscire alle 11 e non alle 8 del mattino durante l'ora di punta di "chi lavora" (questo l'ho sottointeso io).
Credo i toni siano stati dettati dallo stress mattutino di chi si ritrova a scavalcare orde di umanita' per riuscire a salire su un benedettissimo autobus, ma il concetto era abbastanza chiaro.

Ed allora io che devo mollare il bambino al nido o ai nonni, o alla tata, o devo andare dal dottore cosa devo fare? Chiedere l'ombrello a Mary Poppins e muovermi volando? Oppure devo provare con i pattini a rotelle mentre spingo il passeggino? Se sono da sola con un bimbo che non ha ancora raggiunto la fase "bipede" che faccio? Con un braccio tengo il bimbo, con l'altro chiudo il passeggino ed alla prima curva spacco la rotula della vecchietta davanti dopo esserle rovinosamente caduta addosso? Se poi di bambini ne ho due che fate? Mi mettete il veto di muovermi di casa se non  auto-munita fatta eccezione per il fine settimana?

Forse dopo anni di vita all'estero mi sono "assuefatta" ai  miei diritti e mi scoccia enormemente farmeli togliere. Sono abituata a delle regole che, guarda caso, funzionano e che le persone tendono ad accettare.
Sugli autobus c'e' una piccola zona riservata a due passeggini o ad una carrozzella per disabili. Chiunque stazioni in quest'area ha il dovere di spostarsi se salgono mamme con passeggini, a prescindere da quanto il resto dell'autobus sia pieno.
Se e' occupata da altri passeggini devi aspettare l'autobus successivo (o piegare il tuo passeggino se puoi).
Se alla fermata successiva un disabile con carrozzella vuole salire, le mamme con i passeggini scendono e lasciano il posto a chi ha la precedenza.
Il tutto (di solito) accade senza sbuffi, senza lamenti e senza crisi isteriche.

Continuo a chiedermi esterefatta perche' da noi certe cose non debbano funzionare. Perche' il diritto di una minoranza debba essere necessariamente visto come un danno alla maggioranza. E no, non sto solo parlando di mamme e passeggini!
Perche' da noi un disabile non puo' avere la possibilita' di muoversi da solo da casa, di prendere un autobus ed andare al lavoro? Ci sono realta' piu' illuminate in Italia che io non conosco?
Ho visto un autista negare la corsa ad un ragazzo in carrozzella perche' l'autobus era pieno e non aveva il tempo di fare manovra per accostarsi al marciapiedi ed estrarre la pedana. Veramente ci costa cosi tanto?
E' solo un problema di disgraziata organizzazione del sistema di trasporto pubblico, o siamo anche noi cittadini a non semplificare le cose?

Ho imparato a convivere con i difetti del mondo anglosassone, con il cieco rispetto delle regole e delle code e la totale incapacita' di saper "chiudere un occhio" anche quando semplificherebbe la vita a tutti quanti. Allo stesso modo devo pero' apprezzare e condividere un rispetto della pluralità e del pubblico che da noi va a discrezione della persona e che qui e' riconosciuta come regola del vivere civile in una comunita'. Dove in metropolitana ho sempre trovato qualcuno che mi aiutasse a portare il passeggino su e giu per le scale, dove mi e' sempre stato offerto il posto quando ero incinta, dove sono stata aiutata a salire sul treno dei pendolari all'ora di punta nonstante passeggino e bambina urlante.

E scusate per i rantolamenti, ma la mia sensibilita' non eccessivamente permalosa, si sente dolorosamente chiamata in causa al concetto del:" se procreate e' un problema vostro e non degli altri utenti dei mezzi di trasporto", che potrebbe rovinosamente traslarsi nel "se dovete muovervi in carrozzella all'ora di punta e' un problema vostro...." etc..etc..etc..




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