C'e' stato un tempo, che ormai sembra tanto tempo fa, in cui la Bibi si rifiutava di parlare inglese. Specialmente in presenza della mammaInSe. Ancora più specialmente se esortata dalla mammaInSe.
Capiva perfettamente ma si rifiutava di rispondere pure ai "basics" tipo "Come ti chiami" o "Quanti anni hai"
La mammaInSe non se ne e' poi molto preoccupata, cosciente che probabilmente, entro breve si sarebbe proposto il problema contrario. Tutto sommato silenziosamente felice che la Bibi sentisse ancora l'italiano come la lingua a lei più vicina, la lingua che in qualche modo voleva dire casa, amore, sicurezza ed affetto.
Poi in fondo la mammaInSe si e' sempre imposta di parlarle solo ed esclusivamente italiano, rasentando la maleducazione alla presenza di altre persone, ma si e' sempre anche detta "ecchissenefrega".
Intanto la Bibi sviluppava un inglese un po' incespicante farcito di grosse risate con le amichette quando non capiva una mazza di quello che le dicevano (perché poi c'e' da aprire un intero capitolo sull'inglese (o l'italiano, o l'indù o il mandarino…) parlato dai bambini fra i 2 ed i 4 anni).
Poi e' arrivata la prescuola, e, come da programma, quell'inglese incespicante si e' trasformato nella lingua forte e preferita, con accento perfetto (che quando mi corregge davanti ad altre persone la ammazzerei ma vabbe'..), vocabolario stupefacente ed errori buffi dovuti più all'eta' acerba che a confusione da bilinguismo. Così, all'improvviso e senza nemmeno avvertirmi!
In pochi mesi e' arrivato il temuto momento in cui all'uscita da scuola continuava per ore a parlare solo in inglese, a giocare in inglese, a rispondere esclusivamente in inglese.
"Bibi parla in italiano con la mamma"
"E perche'? tanto tu capisci lo stesso"
Poi siamo andati in montagna in Italia, con una carovanata di gente dall'Italia, con figli grandi e piccoli e tutti italiani. Come per magia, non solo la Bibi ha smesso in un secondo di parlare inglese, ma quando spronata dai bambini più grandi a dire qualcosa in inglese, si rinchiudeva in un silenzio imbarazzato.
Ma la magia ancora più interessante era che, appena chiusa alle spalle la porta della camera dell'albergo, ricominciava a parlare inglese con suo fratello o mentre giocava da sola!
Ancora una volta li guardo e mi sembrano tutti magici questi bambini! Non hanno nulla da dimostrare, vogliono solo appartenere ad un gruppo ed essere come tutti gli altri. "Non chiedetemi prodezze, chiedetemi solo di giocare con voi".
Mi venivano in mente certi italiani espatriati che pare che in un anno abbiano dimenticato tutto l'italiano di una vita e quando rientrano in patria ad ogni conversazione fanno un gran minestrone delle due lingue (Sono andato a comprare…oh my gosh non mi viene la parola, come si dice in italiano BREAD?), che qualche parola ogni tanto può succedere ma certi sembra che li abbiano lobotomizzati dopo l'espatrio!
Quello piccolo e' tutta un'altra storia. E' andato all'asilo 6 mesi prima della Bibi (a 18 mesi invece che 24), solo per due giorni alla settimana e nemmeno tanto volentieri a dire la verita'….ha poi una sorella che chiacchiera come una macchinetta a carica infinita, e spesso e volentieri in inglese. E così lui, alla faccia della regola per cui di solito i bambini bilingue iniziano a parlare più tardi, sforna frasi corte ma articolate in inglese o in italiano in base alla situazione. Non c'e' traduzione e non c'e' volontà', sembra semplicemente che nel database del cervello riesca a scegliere la cosa di cui ha bisogno al momento opportuno, adattandosi all'interlocutore!
Per la mammaInSe tutto cio' e' bellissimo e stranissimo. In qualche modo segna la loro via che si distacca dalle orme materne per prendere curve tutte diverse. Segna tutto cio' che imparano quando non sono con la mammaInSe, e se questo e' vero per tutti i bambini del mondo, alla mammaInSe sembra che tutte queste parole straniere che spuntano come funghi da quelle bocche piccoline, rendano il distacco tangibile e misurabile.
Eppero' dovreste sentirlo il Bibo quando si dice da solo "Well Done" con un accento italiano che manco Vito Corleone….
Che bello questo post, è tutto stranissimo e meraviglioso anche per me, i bambini hanno risorse infinite e sanno cogliere gli stimoli culturali molto meglio di noi grandi, essere bilingui è una carta vincente!
ReplyDeleteBacioni cara!
Vero, e devo ammettere di essere stata molto fortunata fino ad ora!
DeleteLa stessa cosa qua al contrario ; Liam non mi ha mai parlato in inglese (anche se le prime parole erano tutte due), e confondeva sempre le due lingue... poi siamo andatti in California questo giugno e dopo un giorno stava parlando come un nativo, incluse 'Oh my goodness!' e 'What in the world!?' Adesso a casa continua a parlare piu' inglese che mai, pero' vendiamo cosa succedera' a settembre quando inizia la prima. Tra loro e sempre stato l'italiano, e solo quando giocanno a 'Cane di Grandma' usano l'inglese. Che fortuna hanno i nostri bambini con loro bilinguismo e biculturalismo! Hugs and kisses from Sardinia
ReplyDeleteSarebbe interessante mettere insieme i nostri 4 e vedere con che lingua se ne vengono fuori per giocare!!!
DeleteA me fa morire solo l'idea che si dica well done da solo... un mito ;-)
ReplyDeleteNon posso evitare di provare una grande invidia per i bambini che parlano una lingua straniera. E' come dici tu, non c'è traduzione, forse vivono le parole come sinonimi e poi imparano ad utilizzare quelle più adatte al contesto. Sono spugnette. Dovremmo tutti approfittare delle capacita di apprendimento che hanno da piccoli, senza esagerare.
Vero! Anche se a volte il bilinguismo può' portare problemi con ritardi importanti nel parlare e capire. Sono spugnette ma hanno bisogno di consistenza ferrea o si trasformano in spugnette confuse! Per ora io ho avuto molta fortuna, con la scuola, con le maestre e certamente con i miei bambini….vediamo a settembre quando inizia la scuola vera che la mammine alla sola menzione della fonetica inglese le vengono i capelli dritti :)
DeleteMi hai fatto sganasciare dalle risate, però che invidia per questi cuccioli che senza colpo ferire si ritrovano a conoscere due lingue! Pensa che l'altro giorno ho letto di uno studio dove veniva evidenziato che imparare le lingue da adulti e più difficile. Non l'avrei mai detto, io lo sto sperimentando su me stessa che alla tenera età di 57 anni ho ripreso in mano il mio inglese scolastico perché quando vengo a trovare i miei figli a Londra vorrei essere autosufficiente.
ReplyDeleteComplimenti a te che ti sei rimessa in gioco!
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