Wednesday 17 April 2013

Un Anno Di Blog: Tutta la Verita'

Un anno fa, ad un mese dalla nascita del mio secondo bimbo, nasceva Comesenonbastasse. Un esercizio catartico per affrontare le ansie e le preoccupazioni di diventare mamma una seconda volta. 
Ho deciso di affrontare questo secondo percorso con ironia ed un pizzichino di cinismo per esorcizzare fatiche, notti insonni e solitudine.
Ma perche' l'ho voluto fare?
Perche' sentivo la necessita' di esorcizzare e condividere, ed avevo bisogno di qualcosa che fosse mio, solo mio, a cui aggrapparmi se le cose avessero preso la piega sbagliata.
E cosi' per una volta voglio regalarMI la verita', per questo piccolo anniversario voglio dire ad alta voce e senza fronzoli, quello che cerco di non ripetermi mai.

I primi quattro, cinque mesi di vita di mia figlia, sono stati fra i più bui e duri della mia vita.
Credevo di essere pronta e di essere forte. Non ero una ragazzina a cui era capitata una gravidanza non desiderata. Ero una donna di 31 anni, sposata, che aveva cercato con tutto il cuore quella bambina con suo marito.

Eppure non ce la facevo, e non riuscivo a perdonarmelo.

Diventare mamme per la prima volta può essere un percorso difficile e tortuoso.
Per me, nella mia vita da Expat, diventare mamma e' stato un percorso fatto di tante lacrime e tanta solitudine.

E' iniziato ad andare tutto storto all'ospedale, quando, dopo aver fatto nascere la bambina con la ventosa ed essere ancora sotto l'effetto della spinale, sono stata mollata da sola, incapace di muovermi, ma con una bimba di poche ora da accudire, cambiare, allattare, consolare.

Una volta a casa non c'erano amici e parenti a fare la coda per venire a trovarti, per vedere la bambina, per portarti orsacchiotti troppo grandi e cioccolatini troppo calorici.
C'eravamo io, lei ed il divano, dove passavo ore ad allattarla, ed una televisione silenziosa che continuava a ripetere immagini mute e prive di significato.
Ricordo quell'ombra che ogni mattina si infilava sotto le coperte, mi copriva i piedi, mi stringeva lo stomaco per poi attanagliarmi la gola. 
Mi ricordo quell'angoscia che mi rendeva pesanti le gambe e rendeva lento e difficile ogni movimento.
Ricordo il magone ogni volta che Mr.M. si chiudeva la porta dietro di se per andare a lavorare.
Avevo un disperato bisogno che qualcuno si prendesse cura di me, di essere figlia ancora per un po', ma quell'esserino dallo sguardo impertinente non me lo permetteva.
Richiedeva le mie attenzioni ed il mio tempo, in continuazione. Ed io le davo tutto quello che potevo: tempo, attenzione ed amore fino allo sfinimento e fino a quando per me stessa non rimaneva piu' nulla.

MI ero sempre immaginata matrona divanata, che ammira la sua creatura dormire nella culla. 
Invece mi sentivo gatto senza pelo, appallottolata su un divano ed incapace di muovermi, incapace di dormire, incapace di organizzare la mia vita e la sua.
E lei strillava. Ohhhh come strillava. Strillava alla mattina, al pomeriggio, alla sera. Era un'urlatrice di professione,un'ugola d'oro della culla. Ed io ne ero atterrita.
Ogni attivita' giornaliera era accompagnata da panico: panico perché dovevo fare la spesa, panico perché dovevo comprarle dei bodini nuovi, panico perché se la mettevo giù era disperata ma io avevo un altrettanto disperato bisogno di farmi una doccia.
E non ero capace a condividere questo urgano di emozioni che mi travolgeva ogni giorno, una pioggia battente di panico, ansia, stanchezza e felicita', certo, perché c'era anche quella in quel gran casino che avevo in testa.

Se mi veniva chiesto come stavo, sapevo solo dire "bene grazie, un po' stanca forse"
Oppure piangere, torrenzialmente, singhiozzando e facendomi venire occhi grandi e gonfi, ma le parole, le spiegazioni per tutte quelle lacrime, proprio non riuscivo a tirarle fuori. E no, non sono una persona facile da aiutare, perché trovo così difficile parlare!

Poi ho trovato modi per stare meglio, anche se non ero ancora riuscita a fare pace con me stessa.
Dovevo uscire, stare fuori, camminare. Sola, sempre. Sotto la pioggia, il vento e nel buio di un Gennaio londinese.
Mi sono trovata sotto la grandine in St.James.Park. a camminare senza ombrello, a pranzare in piedi dentro la stazione Victoria pur di non tornare a casa.
L'ho allattata nei parchi, in chiesa, da Starbucks, OVUNQUE, pur di essere fuori, vedere altre facce, sentire altre voci.
E mi ha aiutato.
Lei e' rimasta una piccola urlatrice indefessa, ma a poco a poco, con il passare dei mesi, io mi sentivo più sicura sulle mie gambe. 
La mattina era sempre il momento più duro, accettare di mettere i piedi giù' dal letto ed affrontare la giornata era la battaglia più grande, ma i momenti di felicita' e di cieco amore verso mia figlia stavano decisamente prendendo il sopravvento ed ogni sera il bilancio era un po' più positivo del giorno precedente.

Fino a quando ho iniziato a divertirmi con lei, a fare cose CON lei e non solo per lei. 
Ed e' arrivata una mattina in cui mi sono svegliata, e quell'ombra non c'era più ed ero solo la madre fortunata di una bimba bellissima, sana e vispa. Avevo di nuovo le forze per affrontare tutto il resto.

Ho ricominciato a leggere. Riuscivo a concentrarmi sulle pagine di un libro, esercizio che mi era stato impossibile fino al giorno precedente. Strano, banale, ma per me la prova che stavo bene.

Qunado si e' avvicinato il momento di partorire il mio secondo Bimbo, mi sono spesso chiesta:" ed ora? Se si ripete di nuovo tutto? Se sto male di nuovo? Adesso e' un casino, non me lo posso permettere!"
Ma quel percorso, tre anni fa, mi aveva cambiata, mi aveva fatta crescere e mi aveva permesso di diventare una madre felice e consapevole. Una madre capace di apprezzare solitudine e silenzio. Soprattutto mi aveva insegnato che l'inizio puo' essere durissimo e faticosissimo, ma la', in fondo al tunnel di allattamento e sbalzi ormonali, c'e' la promessa di una famiglia chiassosa e felice che sarà la tua ragione di vita.

P.S. Ancora una volta questo post partecipa al Comitato Liberazione Mamma, sperando che la mia esperienza possa essere utile a qualcuno li fuori.


30 comments:

  1. E auguri tesoro!
    Credo che non sia davvero semplice diventare mamma, per di più se si è lontani da tutti i parenti ed è impossibile sentirsi figlie ancora un po', ma tu sei stata meravigliosa, ce l'hai fatta alla grande!
    Un bacetto cara Mammainse!

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    1. Grazie Miss, soprattutto dopo quei mesi difficili, diventare mamma la seconda volta e' stata una passeggiata e mi ha riservato solo tante gioie, con entrambi i Bibi!!

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  2. che bel post...auguri per il blog....e complimenti per aver superato la iniziale depressione post parto...non avere nessuno inizialmente accanto è stata una difficile prova da superare..... sai stavo pensando di fare un salto a Londra ma le tariffe aeree non mi soddisfano....vedremo se riesco a trovare qualcosa altrimenti in futuro...mi piacerebbe tanto...un abbraccio super mamma...

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    1. Grazie. Ho deciso di soffiare candeline un po' strane ma pensandoci a me avrebbe fatto bene leggere qualcosa di simile 3 anni fa!
      Questanno per qualche motivo i voli hanno raggiunto tariffe folli, se ne lamentano tutti, sigh

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  3. Si, e poi il fatto stesso di essere fuori mi ha fatto conoscere tante persone nuove, che ancora adesso sono amiche mamme!
    Comunque vorrei aver avuto il coraggio di chiedere aiuto, forse sarebbe stato tutto piu' facile!

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  4. Grazie, grazie ed ancora grazie!!!!!

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  5. Certo che sei stata forte....riguardandoti indietro,no? ognuno ha la sua esperienza, io, coccolata da tutti i nonni, gli zii e gli amici, a casa in Italia, mi sento veramente fortunata ad avere avuto il mio primo bimbo non da sola, qui a Londra. Dove ho avuto il terzo, ma e' tutta un'altra storia.

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    1. Non so, non mi sono sentita forte per nulla, ma ho imparato tante cose!

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  6. Ciao e piacere! Espatriata con bimbo di pochi mesi al seguito, mi sono ritrovata nella tua stessa situazione...è stata dura, il senso di solitudine, il panico per le piccole cose, l'angoscia quando la mattina lui chiudeva dietro di se la porta di casa...adattarsi ad un nuovo paese è dura, ma farlo da neo mamma lo è mille volte di più. Essere neo mamma è dura, ma esserlo all'estero lontano dalla rete di famiglia e amici lo è mille volte di più!!! Ma ci ho messo un po' a capirlo, e sono stati mesi difficili in cui mi sentivo un fallimento. E non coglievo il senso di quello che mi stava succedendo, pensavo che la strana fossi io a non essermi adattata al volo! Mi sono salvata facendo come te, uscendo e camminando camminando camminando come una matta!! Ora ho avuto un secondo bimbo, quei giorni ormai sono un ricordo dolceamaro. siamo rientrati in Italia perché era ormai scaduto il contratto del marito,ma non vediamo l'ora di ritornare su!!!! Comunque grazie per aver condiviso :-)

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  7. Ps: l'immagine di te che cammini nel gelido gennaio londinese...non hai idea di quanto mi rivedo! Il gennaio era parigino, ma il vento maledetto e le emozioni provate penso fossero molto simili! Scusa se mi sono dilungata!:-)

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    1. Io vivevo qui gia' da parecchio tempo, ma tutta assorbita dalla mia attivita' lavorativa ho dovuto riscoprire un'altra citta', nuovi amici, nuovo tutto.
      Io ormai ero in ballo e dovevo ballare, non so se avrei avuto il coraggio di trasferirmi all'estero con un bimbo di pochi mesi come hai fatto tu. Sei stata davvero coraggiosa!!!

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  8. Davvero bello questo tuo post. E condivido in pieno l'intento: fa bene sapere di non essere sole o "strane" nel provare certe emozioni.

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    1. Credo che se avessi letto qualcosa del genere tre anni fa, mi avrebbe aiutato. Mi parlavano in tanti di depressione post partum, ma era una cosa strana e lontana e forse anche difficile da ammettere. Poter "parlare" con qualcuno che avesse condiviso il mio stesso cammino sarebbe sicuramente stata una mano santa!

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  9. Questo post è scritto così bene! Sono sensazioni difficilissime da descrivere ma ci sei riuscita in pieno e mi sono riconosciuta in molto, nel bisogno di vedere le facce, nel bisogno di stare fuori casa, nella rinascita. Brava, sei stata proprio brava!

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    1. Grazie, davvero! Sono sensazioni che sono sempre rimaste con me, un po' come cicatrici guarite che continuano a prudere. Mi ricordano quello che e' stato e mi permettono di essere (forse) una madre migliore

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  10. Replies
    1. Diciamo che piu' che un post e' un macigno che mi sono finalmente tolta dalla scarpa!

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  11. Complimenti davvero per il post e per essere riusita a dire quello che avevi dentro... Penso che scrivere faccia proprio bene...

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    1. Grazie e si, sono completamente d'accordo! Scrivere fa bene, allarga la prospettiva, proietta i sentimenti! Un tocca sana per il cuore!

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  12. Auguri per il blog e sì, fa davvero bene scrivere, fa vedere le cose da un'altra prospettiva. Poi leggo post belli come questo e mi viene voglia di smettere di scrivere, per la solita maledetta sensazione di inadeguatezza. Ma anche questo è un buon motivo per scrivere e allora continuo. Per il gusto di condividere e di sentirci meno sole. E molte mamme, grazie a questo post, si sentiranno meno sole

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    1. Siamo buffe, siamo donne, ci sentiamo sempre inadeguate, chissa' perche' poi!!
      Io scrivo per costringermi a ritagliarmi un pochino di tempo per me, ed ho scoperto che mi fa bene...tanto tanto bene! Spero davvero che queste parole possano aiutare qualcuno, alla fine era proprio l'intento di questo post!

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  13. Abbiamo una sorpresa per te...
    http://mammeneldeserto.blogspot.com/2013/04/altri-premi.html#comment-form

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  14. Mamma mia, come mi ci ritrovo in quello che hai scritto. Anche se vivo nella città dove sono nata, anche se ho genitori e suoceri vicino (almeno fisicamente, diciamo).

    Auguri per il compleanno del blog.
    Vieni da me a ritirare un reglao allora, c'è una premiazione a buffet :-)
    http://illuponellefragole.blogspot.it/2013/04/sette-segreti.html

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    1. Si infatti, e' sempre un gran casino all'inizio. Probabilmente perche' non e' mai come te lo aspettavi!
      Grazie dei premi, adesso passo, ritiro e ti bacio ;)

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  15. Come mi ritrovo cara...come mi ritrovo...!
    Io devo molto alla mia mamma, che mi ha salvata con una presenza delicata e di grandissimo supporto senza che nemmeno me ne rendessi conto.
    Ci ricorderemo di queste sensazioni quando diventeremo nonne e sono sicura troveremo il modo di rendere facile la strada alle nostre figlie.
    Un abbraccio e a presto

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    1. Lo spero tanto, di essere utile e riuscire ad essere come la tua mamma, presente e di supporto senza essere ingombrante. Chissa'...

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  16. la depressione da clausura con neonato è difficile da capire veramente finchè non ti ci trovi.
    Gli unici modi (che conosco) per arginarla sono uscire di casa (ma a volte quanto è difficile... soprattutto se il meteo è avverso) e cercare un po' di socialità dove si può, tipo anche in rete.
    E... certo... cercare il lato comico di ciò che ti accade! ;-)

    Comunque complimenti per il blog, qui c’è un premio per te: http://illatocomico.wordpress.com/2013/04/24/very-inspiring-blogger-award-2013/

    :-)

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  17. ..un gatto senza pelo, appallottolato su un divano....
    Io stavo malissimo perché non potevo piú gestire il mio tempo e perché tutti si sentivano in diritto di venire a trovare il piccolo A...è la mia casa? I miei spazi? La mia intimitá?
    Un abbraccio La mamma di A

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