Tuesday 7 October 2014

Pinkification e gli Stereotipi Inconsci




"Un padre e suo figlio stanno facendo un giro in bicicletta. All'improvviso un camion sbanda, mandando il ragazzino fuori strada. Il ragazzino viene subito portato all'ospedale, ma vedendolo sul lettino della sala operatoria il chirurgo esclama:" Non posso operare questo bambino: e' mio figlio""

Adesso ditemi a brucia pelo cosa avete pensato, avete avuto un dubbio? Avete riletto il paragrafo per essere sicuri di aver capito bene?
Eppure se vi chiedo se i chirurghi possono essere uomini o donne, risponderete di si, tutti, all'unisono! C'e' uno stereotipo la' dove credevamo non ci fosse più.


Ci sono associazioni (http://www.lettoysbetoys.org.uk da cui ho preso l'esempio sopra) che si prefiggono di combattere gli stereotipi legati al sesso e vogliono partire proprio da li, dalle strategie di marketing utilizzate per i giocattoli, sottolineando il fatto che quello che i bambini percepiscono come "normale" negli anni formativi, li condizionerà per il resto della loro vita ricercando un"uguaglianza di genere" che inizi dalle scuole primarie piuttosto che venire imposta in un futuro in modo artificioso (tipo "quote rosa" o "discriminazione positiva")

C'e' un'osservazione alla base di tutto: i giocattoli per maschi e femmine, non solo sono profondamente diversi fra loro, ma anche il linguaggio usato per il gioco (o per promuovere il gioco) e' completamente diverso. Guardate le figure qua sotto e ditemi che non e' vero!


                                          immagine da www.achilleseffect.co.uk

                           

                                            Immagine da www.achilleseffect.co.uk

Il fine e' modificare queste differenze, ma non la natura intrinseca dei bambini.
Il fine ultimo e' NON limitare le loro possibilità. Lasciare a loro la scelta, senza etichettare i giochi, senza porre limiti alla loro creatività, senza farli sentire diversi.

Avere un maschio ed una femmina in casa facilita molto il compito. Anzi, oserei dire che avere una femmina più grande del maschio, facilita molto il compito perché se tutto sommato alla Bibi ho comperato sia trenini che macchinine quando era piccolina, forse al Bibo non avrei comprato bambole, principesse e passeggini. Ed avrei commesso uno sbaglio. Un grosso sbaglio.

Il Bibo ama immensamente giocare con le bambole, far finta di cucinare e vestirsi da principessa, così come si ferma incantato al parco ad osservare gru, scavatrici e trattori.
All'asilo quando lo vado a prendere, mi capita spesso di vedere altri maschietti con le "clippy-cloppy shoes" ovvero le scarpette delle principesse che non solo sono coloratissime ma fanno anche un magnifico clip-clop quando si passeggia avanti ed indietro!

Certe esasperazioni come i genitori svedesi che per 2 anni non hanno voluto dire a nessuno il sesso del loro bambino/a (di cui qui) in modo che non gli fossero imposti stereotipi e venisse cresciuto in quanto "individuo" e non maschio o femmina, mi lasciano un po' perplessa. Simo sicuri che facendolo sentire diverso facciamo davvero un favore a questo bambino? Pero' non posso negare che abbiano aperto un enorme vaso di pandora che ha acceso discussioni (costruttive e non) in tutto il mondo.

Come al solito non amo le estremizzazioni e mi impegno per dare quanta piu' libertà possibile ai miei figli: che sia nel gioco, nelle letture o su cio' che decidono di indossare.
Credo sia necessario seguire le naturali inclinazioni dei nostri figli, cercando di non limitare mai i loro esperimenti esplorativi ma guidandoli ad essere gentili e rispettosi degli altri, anche e soprattutto di quei bambini che a loro sembrano diversi, perché giocano in modo diverso o mangiano o si vestono in modo diverso o ancora hanno una famiglia diversa.

Non neghero' a mia figlia di giocare con le Barbie o vestirsi da principessa perché sono troppo "rosa" e non le vieterò di fare le lotte con le spade, di giocare a calcio o ai pirati, così come non lo vieterò a mio figlio.
Penso che la differenza di genere esista e che non ci sia nulla di male. Credo che la differenza di genere non sia sentita e vissuta da tutti i bambini allo stesso modo, ed anche in questo non c'e' nulla di male. Credo che il male dei mali, il cancro degli stereotipi, nasca quando la differenza di genere viene imposta, quando nel negozio di giocattoli al maschietto viene negato di comprare una coroncina da principessa e quando ad una ragazza viene detto di cambiare idea, di non studiare da chirurgo perché sarebbe una carriere troppo faticosa per una donna.

E voi di che idea siete? Per cancellare stereotipi e preconcetti abbiamo davvero bisogno di giocattoli gialli, oppure basterebbe che noi genitori avessimo le frontiere un po' più aperte e fossimo più' sensibili ai singoli bisogni ed alle singole attitudini dei nostri figli, insegnando loro lo stesso rispetto per il prossimo che noi abbiamo verso di loro?

4 comments:

  1. sono perfettamente d'accordo. rifiutare gli stereotipi non significa negare un'identità sessuale ai nostri figli, significa permettergli di avere un'identità sessuale libera appunto da stereotipi. perchè lasciare che le bambine giochino con trenini e macchinine e i bambini con bambole e borsette è assolutamente corretto, così come lasciare che da grandi le ragazze vogliano diventare ingegnere e i ragazzi maestri d'asilo. far finta che i propri figli siano esseri asessuati è una forzatura che non ha nessun senso, anzi secondo me è persino dannoso.

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    1. Ecco appunto! IN alcuni articoli si faceva notare anche come in epoca vittoriana tutti i bambini venissero vestiti allo stesso modo, a prescindere dal sesso. E' stato solo con il secolo scorso che abbiamo iniziato a far pagare varala diversità fin dai primi giorni di vita!

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    2. Senza andare tanto lontano nel tempo, anche mio padre (clesse 1929) e i suoi fratelli più giovani indossavano vestitini con pizzi e merletti, fino, almeno, ai 2 anni.
      Per quanto riguarda i giocattoli, i miei primi figli (un maschio e una femmina) giocavano con tutto e, spesso, insieme, l'uno con i giochi dell'altra. L'ultimo figlio, invece, ha sempre avuto ben chiaro che lui "era un maschio" e ha sempre scelto giochi "da maschio". Era piccolissimo quando, in una casa dove non era mai entrata un'arma giocattolo, si è costruito una pistola con 2 mollette...

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    3. Vedi dolcezzadimamma, e' esattamente quello che sostengo. In ognuno di noi e' impressa una natura ben precisa, che può essere incoraggiata o recisa, ma che avra' sempre radici profonde in ognuno di noi. Non credo che i problemi di parità si possano arginare negando le diversità, ma rispettandole!

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